< Previous«Mentre con la delibera Arera per quanto riguarda l'au- toconsumo collettivo è prevista la restituzione dei minori costi di sistema, calcolati in circa 9 €/MWh», spiega Piat- telli, perché non usando le infrastrutture di rete, si ha un minor carico di lavoro sulla rete stessa; minor carico che è riconosciuto attraverso questa modalità. Per il calcolo «il Gse prenderà tutti i valori di energia immessa in rete e i valori di energia consumati e con un meccanismo di com- pensazione calcolerà appunto quello che è l'autoconsumo collettivo», continua il vicepresidente di Italia Solare. Proviamo a fare un esempio pratico. L'impianto fotovol- taico è realizzato in un condominio dove ogni condòmi- no ha un contatore e dove è presente il contatore comune (quello che misura l'energia utilizzata nei luoghi in co- mune). Fino a ieri l'unica energia che si poteva autocon- sumare era quella legata ai consumi condominiali; ora, con le comunità energetiche (in questo caso trattandosi di condominio si parla di “autoconsumo collettivo”), è possibile collegare l'impianto direttamente al contatore del condominio. Ciò che è consumato a livello condomi- niale non sarà immesso in rete e quella quota di energia si trasformerà direttamente in una riduzione della bol- letta. In seguito ci sarà una quota che entra in rete e con- testualmente si avrà una quota di energia consumata dai condòmini. A quel punto il Gse farà una compensazione tra l'energia immessa in rete e quella prelevata nello stes- so periodo di tempo, determinando l'energia consumata collettivamente e ripagandola attraverso gli appositi in- centivi. Le comunità energetiche e il Superbonus 110% Con il decreto Rilancio (DLgs 34 del 19 maggio 2020), tra- sformato con modifiche in legge n. 77 del 17 luglio 2020, è previsto l’incremento della detrazione al 110% delle spe- se sostenute dal 1 luglio 2020 al 31 dicembre 2021 (defi- nito anche Superbonus), da ripartire, tra gli aventi diritto, in cinque anni a fronte di specifici interventi in ambito di efficienza energetica, di di riduzione del rischio sismico, di installazione di impianti fotovoltaici, di infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici. Come funziona questo incentivo per le comunità energe- tiche? La possibilità di usufruire del Superbonus 110%, è stata concessa nei limiti dei 20 kW per impianto. Per la quo- ta eccedente – dai 20 ai 200 kW – si potrà usufruire della detrazione fiscale al 50%, la quale è sempre compatibile con le comunità energetiche. Questo è sancito dall'articolo 16- bis e successivi del decreto Rilancio. Resta di fatto valido che qualunque impianto realizzato dalle comunità energetiche, condomìni e altri soggetti godrà della detrazione fiscale. Il bonus 110% quindi non è pensato prettamente per le comu- nità energetiche, ma sarà possibile usufruirne. È probabile che saranno molti i condomìni che lo utilizzeranno per in- stallare nuovi impianti. «In questo caso – continua Piattelli – non potranno usufruire di tutti benefici delle comunità energetiche ma godranno della restituzione dei minori one- ri di sistema». La comunità energetica, a differenza di chi si avvarrà del Superbonus 110%, avrà diritto alla detrazione al 50%, alla restituzione dei minori oneri di sistemi (i 9 €/Mwh di cui abbiamo accennato prima) e il vero e proprio incentivo che deriva dal decreto del Mise che è di 100 €/MWh per l'au- toconsumo collettivo e di 110 €/MWh per le comunità. L'energia immessa in rete e non auto consumata, sarà re- munerata seguendo il costo dell'energia e quindi venduta a prezzo di mercato. «In questo modo si stimola la comunità energetica ad auto consumare quanto più possibile e quindi a dotarsi di sistemi di accumulo», conclude Piattelli. ▲ *giornalista ambientale e scientifico, consulente sulla sostenibilitàProduci energia fotovoltaica grazie a impianti "chiavi in mano" costruiti su misura per le reali necessità della tua famiglia, della tua attività o della tua azienda. Risparmia sui costi della bolletta grazie all'autoconsumo, rendendolo ancora più efficace con le batterie di Accumulo di ultima generazione e con interventi di efficienza energetica che Generplus potrà proporti a seguito di una diagnosi accurata dei tuoi reali consumi. Rispetta l'Ambiente e preserva la Salute di tutti! 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La novità importante rispetto al passato, poiché la misura era già presente sul panorama nazionale e prevedeva una detrazione del 50% per l’installazione di un impianto fotovoltaico, è che questa volta tutti possono avere il contributo. Se prima gli interessati erano costretti ad anticipare un esborso iniziale, che restringeva sempre la platea dei beneficiari, con il Decreto Rilancio chiunque può rendere la propria casa meno impattante da un punto di vista climatico, perché introduce la possibilità di non far sostenere alcun costo al consumatore. Risparmio solare Il superbonus del 110% può essere l'occasione per una casa rinnovabile a costo zero, anche e soprattutto grazie al fotovoltaico33 L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2020 Impianto fotovoltaico a costo zero: i requisiti Oltre agli aspetti tecnici e commerciali di un impianto, da tenere sempre ben presenti e di cui parleremo tra poco, sono due i requisiti da rispettare per accedere al cosiddetto “Superbonus” del 110%: all’installazione di un impianto fotovoltaico connesso alla rete elettrica, deve essere affiancato almeno uno degli interventi definiti dalla misura “trainanti” ed è necessario che la propria abitazione, a seguito di questi interventi, migliori di almeno due classi energetiche o, in alternativa, raggiunga la classe energetica più alta (da dimostrare con l’Attestato di prestazione energetica). Nello specifico, gli interventi trainanti individuati dalla misura sono: la sostituzione di un impianto di climatizzazione invernale, il rifacimento del cappotto termico (a patto che sia almeno fatto al 25% della superficie radiante, e cioè in base ai perimetri esterni della casa), l’uso del “Sismabonus” per mettere in sicurezza la propria abitazione. La scelta per il rin- novabile e le no- stre tasche Per usufruire del 110% la migliore soluzione in chiave rinnovabile è data dall’installazione di un impianto fotovoltaico e del sistema di accumulo, unito alla scelta di un intervento trainante per la sostituzione di un impianto di climatizzazione che può essere, per esempio, una pompa di calore ad alta efficienza, da preferire rispetto a una caldaia a gas che, nonostante ci consenta di raggiungere il Superbonus, utilizza una fonte fossile. Oltre al vantaggio in termini ambientali, abbinare una pompa di calore al proprio impianto significa eliminare i costi riguardanti le operazioni di riscaldamento e raffrescamento che sono coperti dalla produzione di energia elettrica da parte dei pannelli fotovoltaici per gran parte della giornata e dal sistema di accumulo. Di questa soluzione abbiamo parlato con Averaldo Farri, direttore della divisione “Innovation” di Zucchetti Centro Sistemi: «Solo l’installazione di un impianto fotovoltaico e il sistema di accumulo consentono di coprire tra il 75% e l’85% del consumo di energia elettrica giornaliero (percentuale che varia in base al tipo di impianto e per via di fattori esterni e climatici, come l’esposizione al Sole dell’edificio e le condizioni meteo), ma con l’aggiunta di una pompa di calore l’efficienza energetica dell’edificio aumenta ancor di più. Ci sono studi che dimostrano che questa soluzione accresce certamente di due classi energetiche la stragrande maggioranza delle abitazioni italiane, sbloccando così tutti i requisiti necessari per accedere al 110%. In generale, esistono tantissimi tipi di pompe di calore sul mercato ma le principali sono “aria-aria”, “aria- acqua” e quelle ibride “aria-acqua- gas”. (L’articolo successivo, di Riccardo Bani, approfondisce proprio questo tema – NdR) Altra soluzione vincente potrebbe essere quella di affidarsi a una pompa di calore geotermica, anch’essa detraibile e installabile in qualsiasi tipo di edificio. Una tecnologia all’avanguardia ma che spesso incontra reticenze anche culturali, nonostante l’Italia sia proprio il Paese d’origine della geotermia. Una pompa in grado di funzionare sempre a regime costante durante tutto l’anno poiché, per le operazioni di riscaldamento e raffrescamento, si affida alla temperatura presente nel sottosuolo che non varia in base alle condizioni meteo esterne. Infine, per prepararsi alla rivoluzione elettrica che colpirà anche il settore dell’automobile, il Superbonus prevede una spesa minima di 3 mila euro per l’installazione nella propria abitazione delle colonnine di ricarica. Quanto e come spendere? Per il fotovoltaico il massimo di spesa detraibile è pari a 48 mila euro e, nello specifico, ogni Kw di potenza nominale generato dall’impianto ha un tetto massimo di 2400 euro. Stesso discorso per il sistema di accumulo, anche qui il tetto massimo è fissato a 48 mila euro di spesa, con un limite di 1000 euro per ogni kW. Mentre, per le pompe di calore, si può arrivare a spendere fino a 30 mila euro. «Sono massimali plausibili – continua Farri - che dovrebbero coprire non solo il costo dell’impianto ma anche quello di progetto e d’installazione. Per districarsi nel mare magnum delle offerte, se non si ha un’azienda di fiducia, la soluzione migliore potrebbe essere quella di chiedere consiglio direttamente ai fornitori, di sicuro sapranno indicare un’impresa affidabile per i lavori. Inoltre, dato il fermento di mercato generato dall’annuncio del Superbonus, altra buona opzione è rifarsi alla propria banca per la scelta dell’installatore. Per capire se il singolo pannello scelto è di ultima generazione, basta verificare se questo è in grado di produrre una potenza pari o maggiore a 280 Watt. In generale, “il giusto prezzo dell’impianto” in relazione alle attuali condizioni di mercato, è dato da una semplice “regola base”: deve aggirarsi tra un euro e venti e un euro e cinquanta per ogni Watt generato. Per fare un esempio, “un impianto da 3 KW bisognerebbe pagarlo tra 3600 euro a 4500 euro di materiale. Un costo cui va aggiunto quello per la progettazione e quello per la manodopera relativa al processo di montaggio», ricorda Farri a cui, infine, chiediamo un parere generale sull’intera legge: «Ho un giudizio positivo. Devo dire che questa è la prima vera legge di politica industriale che si vede in Italia da decenni. Si può discutere sul livello dell’incentivo a 110%, però l’idea di raccogliere l’intera filiera edilizia che rappresenta in Italia milioni di posti di lavoro, mettendo in condizione elettricisti, idraulici, progettisti, falegnami, carpentieri, ecc… di partecipare a una possibilità come quella offerta da questo Superbonus è efficace. Una legge fatta anche in maniera organica». Per la ripresa economica post Covid-19 il governo ha predisposto una misura in grado di generare valore per l’intera filiera edilizia, spingendo tutti ad ammodernare la propria abitazione attraverso interventi di riqualificazione. Inoltre, il Superbonus rappresenta uno strumento da sfruttare anche per usufruire delle risorse che arriveranno dall’Europa (tramite il Next Generation Eu), troppo spesso in passato non utilizzate proprio a causa di mancanza di progettualità del sistema Italia. Trasformare la nostra abitazione in chiave rinnovabile, rendendola meno impattante e meno impegnativa per le nostre tasche, non è mai stato così facile. E questa volta è anche a costo zero: non ci sono più scuse. ▲35 L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 202036 L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2020 Calore rinnovabile SUPERBONUS 110%: quattro validi motivi per usare le fonti rinnovabili a zero emissioni e le pompe di calore per il riscaldamento ABITARE / di Riccardo Bani* I .l Superbonus, sancito dagli ar- ticoli 119 e 121 del Decreto Rilancio e ormai a regime con la recente pubbli- cazione dei decreti e dei provvedimenti attuativi, raffigura una rilevante opportunità per il rilancio dell’edilizia, settore che pesa per il 4% circa sul nostro Pil in crisi dal 2009 sino al 2016, anno dal qua- le sembrava dimostrare una timida crescita prima della re- cente nuova fermata causata dal Covid-19. Peraltro nel settore del- le costruzioni gli investimenti in ri- qualificazione del patrimonio abitativo (ristrutturazioni edilizie e riqualificazione energetica degli edifici), costituiscono il 37% del valore degli investimenti in costruzioni (dati Ance) e dal 2005 hanno segnato una continua crescita positiva grazie agli strumenti di sostegno messi i in campo dai diversi governi (detrazioni al 50% per le ristrutturazioni edilizie e del 65% per riqualificazioni energetiche). Questo rilevan- te e apprezzabile sforzo contenuto nel decreto Rilancio contribuirà a dare una forte spinta a un settore in cui il lockdown ha generato pesanti ripercussio- ni, soprattutto in termini occupazio- nali. Pur rappresentando, il rilancio dell’edilizia, forse la finalità prin- cipale del Superbonus, sussisto- no almeno altre quattro ottime ragioni per sostenere questa importante iniziativa gover- nativa e perché le famiglie nella scelta delle soluzioni di cui potranno beneficiare, di fatto “a costo zero”, possano coglierne a pieno tutti i van- taggi. Ragioni che, se condivise e perseguite, consentiranno di trasformare radicalmente il setto- re del riscaldamento degli edifici con enormi vantaggi per la salute e le tasche delle persone. Ambiente in primo piano La prima ragione è rappresentata dalle positive ricadute ambientali. Nel nostro Paese gli edifici a uso residenziale sono pari a circa 12 milioni (con oltre 31 milioni di abita- zioni), di cui il 77% (circa 9 milioni) è stato costruito da almeno 38 anni e il 25% si trova in scarso o mediocre stato di conservazione. Ma non basta: il 60% degli edifici delle 37 L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2020 regioni settentrionali (quelle che fanno maggior uso del riscaldamento) sono ancora oggi in classe G o F. Quindi, mentre nella generazione elettrica il 40% circa della pro- duzione nel nostro Paese è realizzata da fonti rinnovabili a zero emissioni (principalmente idroelettrico, fotovoltaico, eolico) e il settore della mobilità si sta indirizzando verso modelli di sviluppo ma soprattutto tecnologie con forte sostenibilità ambientale (basti pensare alla diffusione della mobilità condivisa o delle auto ibride o elettriche), il set- tore del riscaldamento è ancorato all’uso dei combustibili fossili in impianti obsoleti a bassa efficienza. In questo comparto la penetrazione delle fonti di energia rinnovabi- le non va oltre il 19% e di questo solo il 25% è costituito da soluzioni a emissioni zero. Il riscaldamento è pertanto oggi la principale fonte d’inquinamento – in termini di polveri sottili e CO 2 equivalente – nelle aree urbane con enormi danni all’ambiente e alla salute delle persone. Portafogli importante Il secondo motivo riguarda l’impatto sulle spese che le famiglie italiane sostengono ogni anno per riscaldare le loro abitazioni. Le spese energetiche rappresentano una delle principali voci di costo, superiore alle spese sanitarie o per il benessere della persona e tra le spese energetiche il riscaldamento rappresenta indubbiamen- te la voce principale. L’isolamento termico degli edifici, ove possibile, ma soprattutto il rinnovamento degli im- pianti termici degli edifici, come provo a spiegare me- glio più avanti, può portare ad una riduzione di oltre il 50% della spesa sostenuta ogni anno in famiglia per il riscaldamento, permettendo così di disporre di risor- se finanziarie per la salute e il benessere delle persone. Il bene del Paese La terza motivazione che deve spingerci a cogliere l’oppor- tunità del Superbonus è il generale miglioramento della bilancia commerciale dell’Italia (differenza tra valore del- le merci vendute all’estero e quelle acquistate). La bilancia commerciale è in attivo quando il valore delle esportazioni supera quello delle importazioni, in passivo quando accade il contrario. L’attività o passività della bilancia commerciale di un paese è fondamentale per la sua ricchezza economica. Come accennato prima, poiché il riscaldamento è tutt’oggi ancorato ai combustibili fossili, la trasformazione delle cen- trali termiche nei condomìni (dove vive il 65% delle perso- ne) e la sostituzione degli impianti nelle abitazioni autono- me con impianti più efficienti può portare ad un’importante riduzione dei consumi di combustibili fossili e quindi una riduzione delle importazioni (essendo il nostro paese im- portatore di gas naturale o petrolio e suoi derivati) a tutto vantaggio della bilancia commerciale.38 *Presidente Arse (Associazione Riscaldamento Senza Emissioni) Innovazione costante La quarta e ultima ragione che in un qualche modo rap- presenta anche un compendio delle prime tre è invece l’in- novazione. I molti interventi che saranno eseguiti “a costo zero” grazie al Superbonus indirizzeranno per i prossimi 15 – 20 anni (stima prudenziale della vita utile degli inter- venti) le nostre scelte ambientali, energetiche ed economi- che nel settore del riscaldamento degli edifici. Includere l’innovazione tra i motivi di scelta dell’intervento che verrà eseguito è di vitale importanza per permettere al nostro Paese di avviare una vera trasformazione in un settore an- cora legato ai combustibili fossili mirando a puntare, in li- nea con quanto avvenuto nella generazione elettrica e nella mobilità, come cittadini e come Paese ad un modello di riscaldamento ambientalmente sostenibile ed economica- mente estremamente vantaggioso. Pompe di calore Questo sarà possibile attraverso l’ampia diffusione di una tecnologia con oltre 100 anni di vita ma fino ad oggi utiliz- zata solo in nuovi edifici o a fronte di interventi di impor- tanti ristrutturazioni in edifici esistenti (dove infatti viene quasi sempre adottata): la pompa di calore. È una tecnolo- gia molto più efficiente di qualunque caldaia (per produrre 100 unità di calore ne impiega da 20 a 30 di energia elet- trica anziché 110 – 120 di combustibile impiegato da una caldaia e il resto lo prende gratis dalla natura), non produce emissioni nel luogo che riscalda a vantaggio della salute e dell’ambiente, non richiede più alcun uso di combustibile fossile offrendo quindi maggiore sicurezza dell’immobile e, grazie alle migliori efficienze, la spesa energetica è meno della metà di quella precedente. Il principale motivo che ne ha impedito fino ad oggi l’ap- plicazione in edifici esistenti era collegato alle temperature non elevate che le pompe di calore potevano raggiungere (non superiori ai 50 – 55 gradi) ostacolandone l’uso negli impianti con presenza di radiatori (90% degli edifici italia- ni) dove soprattutto al nord o in generale in aree climati- che più fredde, sono richieste temperature più elevate di esercizio. Finalmente la ricerca ha portato questa tecnolo- gia a produrre acqua calda a temperature superiori agli 80 gradi (quindi compatibile con qualunque tipo di edificio o radiatore) mantenendo al contempo efficienze molto ele- vate. Inoltre l’applicazione della geotermia alla pompa di calore (soluzione molto diffusa nel nord Europa dove il calore viene prelevato non dall’aria ma dall’acqua di falda o dal terreno a temperature costanti tutto l’anno) migliora e valorizza ulteriormente le prestazioni della tecnologia. La pompa di calore può sostituire qualunque caldaia esisten- te senza alcun intervento all’impianto di distribuzione o all’interno dell’appartamento. I costi di impianto più ele- vati rispetto alle caldaie hanno costituito un altro motivo della limitata diffusione della pompa di calore geotermica, nonostante gli importanti risparmi sulla bolletta del riscal- damento. Grazie al Superbonus anche quest’ostacolo, al- meno temporaneamente, è superato. Siamo veramente alle soglie di una nuova e importante trasformazione per introdurre anche nel settore del riscal- damento le fonti rinnovabili a zero emissioni. Governo e Parlamento hanno fatto la loro parte. Da qui in avanti, anche se in un intervallo temporale molto breve (fino al 31 dicembre 2021) ma confidando in una estensione tem- porale dell’incentivo, sarà responsabilità delle imprese di costruzioni, di tutti i cittadini e dei loro stakeholder (am- ministratori di condominio, progettisti, installatori, manu- tentori) cogliere l’occasione di rinnovare i nostri edifici e gli impianti termici avviando la trasformazione di intere città che, grazie a mobilità sostenibile e impianti a pompe di calore, saranno a emissioni zero con enormi benefici per la nostra salute e la salvaguardia dell’ambiente. ▲Next >