< Previous40 L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2020 PROSPETTIVE / di Patty L’Abbate* S pesso si parla di Green New Deal quasi fosse una rivoluzione astratta, di là a venire. Inve- ce non è così. La politica, in Italia e in Euro- pa, ha acquisito una forte consapevolezza e sta cercando di muoversi in questa direzione. Ne è prova l’ultima legge di Bilancio che riconosce tra i suoi car- dini il Green New Deal italiano: un pezzo importan- te che si colloca all’interno di un meccanismo euro- peo. Si parla di un fondo da oltre 4 miliardi di euro, nel periodo 2020-2023, che punta a rilanciare lo svi- luppo e gli investimenti nell’ottica di una sostenibi- Uno sviluppo diverso è possibile nel concreto, ma bisogna cominciare dai fondamentali in economia41 L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2020 lità ambientale al servizio del territorio e della società. Accanto è istituito un fondo per il rilancio degli investi- menti delle Amministrazioni centrali, con oltre 20 miliardi dal 2020 al 2034, che mira a veicolare risorse da destinare allo sviluppo dell’economia circolare, la decarbonizzazione e la riduzione delle emissioni. Strategia in linea con il Gre- en New Deal (https://bit.ly/34Zovq2) annunciato dalla Commissione Europea che porterà, nei prossimi quindici anni, stanziamenti aggiuntivi per oltre 59 miliardi di euro. Strada maestra Non si torna più indietro. Il Fondo europeo che nel 2020 avrà una dotazione iniziale di 470 milioni di euro (930 nel 2021 e 1.420 nel 2022 e 2023) prevede la concessio- ne di garanzie per specifici programmi di investimento, anche in partenariato pubbli- co - privato, destinati fra gli altri, all’economia circolare e alla mitigazione dei rischi derivanti dal cambiamento climatico. È stato istituito un Fondo per il rilancio degli investimenti delle Ammini- strazioni centrali dello Stato, con una dotazione iniziale di 435 milioni nel 2020 (880 nel 2021, 934 nel 2022 fino a 20,8 miliardi al 2034). Le risorse sono finalizzate allo sviluppo dell’economia circo- lare, alla decarbonizzazione, alla riduzione delle emissio- ni, al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale che diventano requisiti per accedere ai fondi. Una rivoluzione copernicana che ci di- mostra come il Green New Deal sia diventato un tema indispensabile cui la politica ha voluto dare concretezza. L’occasione è d’oro: mai come oggi, dopo la pandemia, ci sono così tante frecce nella faretra del legislatore che ha l’occasione di risollevare l’economia con un sistema più sostenibile ed equo grazie alla transizione ecologica (e digitale) al Green New Deal e al Next Generation Eu. Credo debba essere un punto di partenza e non di arri- vo. Promuovere l'uso efficiente delle risorse passando a un'economia pulita e circolare, parlare del ripristino della biodiversità e della riduzione dell'inquinamento facendo dell’Europa – che politicamente nacque 70 anni fa sul carbone e sull’acciaio - un continente capofila e trainante su questi temi, è un risultato insperato. Mai la sensibilità ambientale è stata così vivida, mai si è vista una ragazzina di sedici anni scendere in piazza a protestare trascinandosi coetanei da ogni angolo del Pianeta. Dobbiamo fare di più. Concetto ribadito nel mio ultimo libro, “Una nuova economia ecologica, -oltre il Covid-19 e il cambiamento climatico”. Il mondo ha bisogno di un patto globale. Ri- cordo che alla Cop 25 il Capo di Stato delle Isole Fiji, ar- cipelago destinato a scomparire con l’innalzamento del li- vello dei mari, gridava: «Multilateralismo e cooperazione». Aveva ragione. È necessario un programma condiviso, che attui azioni per ridurre le emissioni di gas a effetto serra e rientrare nei limiti planetari. Un’azione mirata può dimi- nuire l’utilizzo improprio delle risorse naturali e le emissioni di anidride car- bonica e di conseguenza il riscaldamento globale. È necessaria una transi- zione radicale, una revi- sione o uno smantella- mento degli attuali modi di produrre, di consuma- re, di viaggiare, di alimen- tarsi, di relazionarsi. Una comunità che combatte problemi globali necessi- ta di un patto globale con il supporto di un nuovo paradigma culturale. La lotta al cambiamento climatico accomuna tut- ti i popoli della terra, le azioni devono essere tempestive, non c’è altro tempo da perdere. Molte cose stanno cam- biando anche nei Paesi più restii a mutare, come gli Stati Uniti dove, circa un anno fa, una proposta legi- slativa della neodeputata Alexandria Ocasio-Cortez e del senatore Ed Markey ha provato a unire importanti misure volte a combattere il cambiamento climatico con una serie di provvedimenti di carattere sociale. Alla base di questo tentativo c’era l’idea che tutto è collegato e che la dise- guaglianza cresce con l’aumentare della CO 2 in atmosfera, che aumenta i conflitti fra i popoli e il riscaldamento della superficie terrestre. Credo sia questa la strada: cercare interconnessioni fra i sistemi sociali, gli habitat e i modelli economici e creare un patto globale per affrontare i problemi in maniera sistemica attraverso un’economia che ribalti le logiche attuali di sfruttamento e porti, finalmente, verso un fu- turo sostenibile .▲ *Senatrice, Economista Ecologico, Autrice in foto Patty L'abbate42 L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2020 L'AMBIENTE IN NUMERI / di Sergio Ferraris Lavoro rinnovabile Lo scenario 100% rinnovabili favorisce nuovi posti di lavoro in tutto il mondo *Paesi a bilancio negativo (perdita posti di lavoro) Fonte: elaborazione a cura di Sergio Ferraris sui dati della ricerca internazionale dell'Università di Stanford, USA "100% Clean and Renewable Wind, Water, and Sunlight All-Sector Energy Roadmaps for 139 Countries of the World" e Nazioni Unite. L a ricerca internazionale dell'Università di Stanford "100% Clean and Renewable Wind, Water, and Sunlight All-Sector Energy Roadmaps for 139 Countries of the World" di cui è capofila Mark Z. Jacobson, ha sviluppato una mappa sull’occupazione con la transizione energetica verso l'utilizzo totale delle rinnovabili al 2050 in 139 Paesi che potrebbero essere "spinti" in quella data esclusivamente dal vento, dall'acqua e dal Sole, sostituendo totalmente le energie fossili e creando, per 24,3 milioni di persone, nuovi impieghi stabili e permanenti. Utilizzando i dati forniti dai ricercatori sull'incremento o la perdita dei posti di lavoro e incrociandoli con i dati demografici delle singole nazioni, si ottiene un indicatore sulle probabilità nella produzione d'occupazione, che mostra quali siano le potenzialità effettive dei singoli Paesi. E le sorprese non mancano. Il Paese in testa è l'Olanda, dove lo scenario produrrà 9,35 nuovi posti di lavoro (159 mila) ogni mille abitanti - al netto di quelli persi nel segmento fossile -, mentre il secondo posto lo conquista la Germania con 9,30 (763 mila) seguita dal Giappone, con 8,8 addetti (1,2 milioni). Manca il podio, per poco, l'Italia che arriva al quarto posto con 7,9 posti di lavoro (486 mila), battendo la Cina che si piazza al quinto con 6,2 addetti (9,1 milioni) a sua volta incalzata dalla Danimarca con 6,1 posti di lavoro (35 mila). Staccati di parecchio gli Stati Uniti, con 5,8 addetti (1,9 milioni), seguiti dal Sudafrica con 5,2 posti di lavoro (297 mila) e infine il Cile con 2,7 posti di lavoro (49 mila). Negativi invece tutti i valori in termini d'occupazione dei Paesi produttori di energia fossile. Due casi per tutti. L'Arabia Saudita perderà 444 mila posti di lavoro, ossia 13,4 ogni mille abitanti e la Norvegia 151 mila che rapportati ai 5,3 milioni di abitanti, significa una perdita di 28,4 addetti ogni mille abitanti. Appaiono chiari, quindi, i motivi sul perché i Paesi arabi stiano varando massicci progetti sulle rinnovabili mentre la Norvegia, che ha un fondo sovrano da 1.000 miliardi di dollari, alimentato dal petrolio - che fanno 189 mila dollari a persona -, ha iniziato a disinvestire dai fossili diversificando una prima quota del fondo. ▲ Paese Olanda Germania Giappone Italia Cina Danimarca Stati Uniti Sud Africa Cile Norvegia* Arabia Saudita* Nuovi addetti ogni mille abitantiPosti di lavoro 9,35 9,3 8,8 7,9 6,2 6,1 5,8 5,2 2,7 -28,4 -13,4 +159 mila +763 mila +1,2 milioni +486 mila +9,1 milioni +35 mila +1,9 milioni +297 mila +49 mila -151 mila -444mila NUOVI POSTI DI LAVOROPRODOTTI DALLO SCENARIO 100% RINNOVABILI AL 2050È sicuramente troppo pre- sto sia per tracciare un primo bilancio degli ef- fetti del Superbonus nel- le ristrutturazioni edilizie sia per ave- re riscontri su quelli che potrebbero essere utili correttivi da apportare. L’intenzione ribadita dal Governo anche in questo frangente, in cui si discute su quali progetti impegna- re le prossime risorse del Recovery Fund, di stabilizzare le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie che prevedano efficientamento ener- getico e/o adeguamento antisismico, va valutata positivamente. Dare linfa, costringendola contem- poraneamente a uscire dal sommerso assai diffuso, alla filiera dell’edilizia è, e dovrà essere, uno degli interven- ti più importanti della politica eco- nomica necessaria anche per affron- tare la drammatica crisi sociale che si porta con sé il lockdown dovuto al Covid-19. D’altra parte, come ri- petiamo da sempre, intervenire sul vetusto patrimonio edilizio italiano efficientandolo e mettendolo in si- curezza (dal punto di vista sismico innanzitutto considerando altri ri- schi come quelli connessi all’impie- go di materiali che dovrebbero esse- re ignifughi), è uno degli interventi indispensabili per ridurre le nostre bollette energetiche (delle famiglie e dell’intero Paese) e avvicinare i tar- get di riduzione delle emissioni cli- malteranti. I prossimi mesi che ci separano da tale auspicata stabilizzazione devo- no essere impiegati in un attento monitoraggio degli strumenti messi in campo da sistema creditizio per valutarne l’adeguatezza e la sempli- cità di fruizione da parte di cittadi- ni, condomìni e imprese, in modo che si possano apportare correttivi a questa parte del provvedimento (che è ovviamente essenziale per la fruizione reale dello stesso), insieme ad alcuni altri, i principali dei quali vogliamo ricordare: • rendere più stringere l’effettivo miglioramento dell’efficienza escludendo dal beneficio fiscale caldaie a condensazione; • rendere obbligatorio il Durc così da potere verificare l’effet- tiva uscita dal “nero” e garantire i lavoratori; • superare il pregiudizio che pe- nalizza le moderne caldaie a biomasse (a cinque stelle) le cui emissioni sono già più che suffi- cientemente ridotte; • escludere dai benefici fiscali i materiali di origine fossile. Il Superbonus, se affinato come ab- biamo provato a indicare, può essere un modello del quale essere orgo- gliosi. Non ci sono esempi analoghi così generalizzati nell’Unione Eu- ropea. Sarebbe finalmente possibile presentarsi a quel Tavolo non solo con le carte in regola ma con l’orgo- glio di poter dire che il nostro Paese ha scelto di fare l’apripista in questo settore. Cosa che – ammettiamolo – succede assai raramente.▲ 43 L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2020 Controllare per migliorare Il Superbonus del 110% deve essere monitorato con attenzione affinché si possa correggere prima della sua, auspicabile, stabilizzazione IL PUNTO / di Francesco Ferrante* *Vicepresidente Kyoto ClubL'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2020 44 CAMPAGNE / di Fabio Roggiolani* Ecofuturo lancia la campagna per l'Ecobonus "intelligente". Ecotecnologie affidabili, convenienti A bbiamo definito l’Ecobonus come la riforma più avanzata mai prodotta dai Paesi democra- tici a economia di mercato perché contiene sia la salvaguardia permanente e futura dell’am- biente e del clima sia una redistribuzione del reddito verso le classi impoverite dalla crisi e dalla pandemia. La possibilità di accedere alla cessione del credito fiscale anche da parte di chi, pur avendo un’abitazione di proprietà, paga poche tasse perché privo di red- diti tassabili e addirittura da parte d'in- quilini o usufruttuari, è una misu- ra che farà recuperare parte del reddito perso da chi ha acquistato case a prezzi alti e per la crisi e per le forsennate e ripetu- te tassazioni sulla casa (invece di una seria patrimoniale) ha visto crollare il prezzo commerciale al punto di non riuscire a ripagare l’investimento neppure con la vendita della casa stessa. Sono esclusi le super ville e gli immobili di proprietà delle società immobiliari e anche questo è un segnale indicativo. Una legge rivoluzionaria, con regolamenti applica- bili in tre mesi, vero record di efficienza legislativa del nostro Paese. “Chapeau!” a Riccardo Fraccaro e a Tony Trevisi che l’hanno fortemente voluta.45 L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2020 Fatto l’Ecobonus facciamolo eco Nella normativa c’è anche la sostituzione della caldaia con una a metano a condensazione, misura superata dall’effi- cienza ormai conclamata delle pompe di calore oppure della cogenerazione o trigenerazione ad alta efficienza, ma molto facile da realizzare; il rischio è che molte aziende che non conoscono le alternative ecologiche riproporran- no la semplice sostituzione; il risparmio in bolletta sarà minimo rispetto alle attese e dal punto di vista ambientale il sogno di un cam- biamento sarà per lo meno dimezzato. Non si vince la lot- ta all’inquinamento a suon di caldaie a condensazione e se mettiamo fotovol- taico e accumuli ma non sfruttiamo bene lo scambio sul posto l’impatto comples- sivo sulle bollette non sarà superiore al 30%. La proposta Ecobonus doc di Ecofuturo Abbiamo chiesto alle aziende che hanno seguìto Eco- futuro Festival e le altre iniziative collegate di fare una proposta per un Ecobonus che riduca, anzi azzeri, dove possibile le emissioni inquinanti e che riduca le emissioni climalteranti. Ecco le proposte: gli interessati potranno contattarci, come hanno fatto molte famiglie e professionisti. Si parte dalle pompe di calore a bassa e alta temperatura per chi ha il pavimento radiante o i termosifoni. La pom- pa di calore ha un’efficienza superiore a ogni altro tipo di caldaia di almeno tre volte ed è a emissioni zero. Le pom- pe di calore geotermiche saranno per chi ha spazio per le geosonde o per il pozzo di presa e di resa per gli impianti geotermici a scambio in acqua; con questa soluzione si passa a cinque volte l’efficienza di una caldaia inoltre chi ha gli impianti a pavimento e, in alcuni casi anche chi ha i termosifoni, può abbattere l’uso del condizionatore in estate. Utilizzando il fotovoltaico con accumuli per produr- re energia elettrica rinnovabile con le pompe di calore a scambio geotermico si può puntare fino al 70% di rispar- mio sul totale delle bollette, luce e gas. Ecobonus doc di Ecofuturo garantirà comunque il 60%. Senza scambio ge- otermico il risparmio globale sarà del 40%. Saranno valutate le possibilità di realizzare il cappotto ter- mico (tetto compreso) e laddove ci fossero mura esterne con intercapedine si può intervenire con il cappotto in- visibile a base cellulosa riciclata dal basso costo e dalla facilissima realizzazione. Fondamentali gli infissi a tenuta termica e antirumore che apportano un miglioramento fondamentale delle condi- zioni di benessere negli appartamenti. Favoriremo sempre soluzioni naturali, a base di lana o di canapa oppure con polistirolo riciclato. Saranno allacciate le colonnine, meglio le wall box per la ricarica dei veicoli elettrici e, a chi sceglierà le ditte col- legate a Ecofuturo Festival, sarà installato senza spese di acquisto un fontanello di acqua naturizzata, gasata o naturale per rendere il condominio plastic free. L’azienda che fornirà i naturizzatori ha dichiarato che impiegherà la metà delle risorse provenienti dall’installazione dell’Eco- bonus per fornire i naturizzatori alle scuole. E quando non c’è spazio per il fotovoltaico? Entra in campo l’uso del metano o biometano con la co- generazione ad alta efficienza sia nella versione totem sia a pila elettrolitica, con le caldaie a condensazione o con le pompe di calore. Tutti devono usufruire dell’Ecobonus. Saranno garantiti sia il risultato in termini di risparmio sia la corretta cessio- ne del credito. Ecofuturo ci mette la faccia. I lavori saran- no realizzati e seguiti da aziende e professionisti del luogo con la regia dell’Ecobonus Doc. ▲ Ecofuturo ci mette la faccia. I lavori saranno realizzati e seguiti da aziende e professionisti del luogo con la regia dell’Ecobonus Doc Contatti: Fabio Roggiolani: WhatsApp e sms 335 7761774, email: roggiolani@gmail.com Scopri la Guida al Super Bonus 110% di Ecofuturo *ecotecnologo, cofondatore di EcofuturoL'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2020 46 P er chi avesse ancora dub- bi, l’epidemia Covid-19 ha spazzato via ogni in- certezza: l’attuale modello economico è malato. L’uso scor- retto e autoreferenziale della finan- za, non più al servizio dell’econo- mia reale e la visione dell’impresa per la massimizzazione dei profitti, hanno portato a uno sfruttamento incontrollato delle risorse natura- li e ad una disuguaglianza globale. Si può guarire da questa malattia? Certamente, con un approccio si- nergico di tutti i soggetti pubblici e privati che metta al centro le persone e l’ambiente e conduca a un sistema economico inclusivo. Benefit è per sempre Le Società Benefit sono una nuova forma d'impresa che mette i benefici per la collettività davanti al profitto IMPRESE ETICHE / di Sara Cirone*47 L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2020 *Fondatrice Sara Cirone Group Srl Società Benefit Il modello della Società Benefit C’è un modello societario in Italia che può dare un concreto contributo in questa direzione: la Società Benefit. Introdotta grazie alle Legge di Stabi- lità 2016, è una nuova forma giuridica dall’elevata trasparenza, responsabili- tà e sostenibilità che al momento del- la costituzione/trasformazione deve indicare nel proprio Statuto, accanto all’Oggetto Sociale, un Beneficio Co- mune. Un concetto d’impresa evo- luto che affianca allo scopo di lucro, l’avere un impatto positivo sulla so- cietà e l’ambiente, sui beni, sulle at- tività culturali e sociali determinando una ricaduta di valore in favore della collettività. Un effetto positivo attua- to concretamente e rendicontato ogni anno. Le B-corp Le B-corp, movimento di aziende nato in America, oggi è presente in Europa e in Italia. Le imprese che ne fanno parte vogliono certificarsi come realtà in grado di avere un im- patto positivo sull’ambiente e sulla società. È un modo di fare profitto, ma con grande rispetto dell’ecosiste- ma. Il movimento B-Corp ha studiato una certificazione ad hoc. Le aziende si possono certificare, seguendo un iter di audit e controllo documentale per produrre le espressioni evidenti che abbia quest’impatto positivo. La sostanziale differenza tra B-corp e Società Benefit è proprio questa: la prima è espressa da una certificazio- ne con obbligo di verifica da parte di un ente terzo, la seconda da una legge con obbligo di rendere pubblico un documento di valutazione di impatto. Contribuire alla civiltà Sara Cirone Group Srl Società Be- nefit, impresa che ho fondato con Andrea Ragazzini, si caratterizza per essere una società il cui Benefi- cio Comune è di diffondere modelli culturali d’impronta umanistica in- sieme a forme giuridiche d’impresa, paradigmi economici e strumenti e metodi imprenditoriali sostenibili, per sostenere l’accrescimento cultu- rale del territorio, la consapevolezza di tutti gli interlocutori e lo sviluppo sostenibile delle comunità. Promuove lo sviluppo di progetti partecipati tra imprese, enti non-profit e pubbliche amministrazioni per favorire l’evolu- zione degli asset tangibili e intangibili delle comunità territoriali; diffonde strumenti di rendicontazione non finanziaria per valorizzare la visione strategica sostenibile nelle organizza- zioni e per favorire l’adozione della cultura della sostenibilità come guida delle comunità. Impresa come bene collettivo Il nostro è un esempio tangibile di ciò che significa coniugare lo scopo di lu- cro, che tradizionalmente caratterizza le imprese, con un contributo allo svi- luppo della civiltà. Le società Benefit favoriscono il be- nessere, l’evoluzione e il progresso del territorio e delle comunità, a comin- ciare dalla micro-comunità aziendale che la costituisce per arrivare all’inte- ra umanità, passando attraverso il ter- ritorio di riferimento in cui risiedono. Questo tipo d’impresa diventa un bene collettivo perché produce bene- fici per il territorio. È chiaro che il modello Benefit, nel panorama italiano ed europeo, rap- presenta un esempio d’innovazione ed eccellenza poiché realizza la tra- sformazione ibrida tra settori “profit” e “non-profit”, attuabile da qualun- que tipo di azienda, inoltre costituisce una nuova frontiera perché la finanza possa tornare alla propria vocazione originaria di servizio alle comuni- tà, improntando il proprio model- lo secondo principi etici e di valore. Creare valore Le società Benefit creano valore per tutto l’anno e, paradossalmente, non massimizzando gli utili sono destina- te a realizzarne più di prima, grazie alla reputazione e alle collaborazioni che instaurano con gli stakeholder. L’equazione è matematica: quando le imprese operano per il territorio, gua- dagnano consenso poiché, oggi, cre- sce sempre più il rapporto diretto tra capitale reputazionale e reputazione di cui gode un’impresa per quello che fa per il proprio territorio. Cambiare paradigma La creazione di valore è l’opportunità per migliorare la qualità della vita del Pianeta e smettere di depauperarlo. Lo sviluppo economico sostenibile è legato ad alcune scelte che le imprese, i governi e le comunità più in gene- rale possono attuare attraverso una buona e allineata governance, la mi- surazione delle proprie performance ambientali, sociali ed economiche e la mappatura delle prospettive future per creare trasparenza contribuen- do al cambiamento di paradigma economico che tutti auspichiamo. Scegliamo Benefit dunque, Benefit per sempre. ▲ La creazione di valore è l’opportunità per migliorare la qualità della vita del Pianeta e smettere di depauperarloL'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2020 48 MOBILITÀ/ di Antonio Ferro* Il Move ha la sua Expo ExpoMove sarà alla Stazione Leopolda di Firenze dal 13 al 15 maggio 2021. Protagonista la mobilità elettrica e sostenibile N ell’ottica dello sviluppo dell'economia circolare nonDobbiamo investire nel futuro, nella mobilità elettrica e sostenibile: questo è il messaggio che ExpoMove 2021. Causa Covid-19, siamo stati costretti a posticipare questa nuova edizione che si terrà dal 13 al 15 maggio alla Stazione Leopolda di Firenze. ExpoMove sarà una fiera orientata al digitale, altamente tecnologica sia a livello espositivo sia convegnistico con ingressi contingentati e flussi controllati per garantire la massima sicurezza ai visitatori grazie alla nostra App EXPOMOVE. La squadra di ExpoMove ha visto l’ingresso di Deutsche Messe AG - Fiera di Hannover, che ci consentirà di andare oltre i confini nazionali. Un obiettivo possibile anche grazie a due nuove collaborazioni, con il Commonwealth Club of Rome, 49 L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2020 di cui fanno parte 54 Paesi per un Pil complessivo di oltre 10 trilioni di dollari e con la Camera di Commercio Italo-Germanica (Ahk Italien), un’associazione di imprese che agisce su incarico del Ministero dell’Economia e dell’Energia tedesco per promuovere le relazioni economiche tra aziende italiane e tedesche. Il mondo della green mobility sarà rappresentato a 360 gradi con cinque diverse aree espositive: mobilità privata, mobilità leggera & ultimo miglio, servizi pubblici & merci, sharing mobility, componentistica & tecnologia. Molte le novità anche dal lato degli espositori che potranno contare sull’innovativa piattaforma www.fiera365.it. Inoltre, gli organizzatori stanno lavorando a convegni e workshop di alto livello a cui parteciperanno i più autorevoli esperti del settore. Tantissime le tematiche, dal Premio Città Elettriche alla mobilità elettrica nei servizi pubblici, nel trasporto locale e nel settore della logistica delle merci, dalla micromobilità elettrica alle pile al litio. A mio avviso, i decisori politici e la società stanno facendo un passo in avanti orientando investimenti e risorse per lo sviluppo di questo settore. Il mercato dell’auto in Italia sta rialzando la testa dopo il periodo nero del lockdown registrando +9,5% a settembre, con un boom dei modelli ibridi ed elettrici, +215% e +72% da inizio 2020. Il comparto cresce in tutta Europa: la Norvegia segna un 68,5% di auto elettriche a batteria e di auto ibride plug-in sul totale delle nuove immatricolazioni, da gennaio a luglio 2020, la Svezia +26,4 e i Paesi Bassi +13,5%. Dobbiamo puntare sul trasporto elettrico di merci e persone, anche quello pubblico, e sullo sviluppo della sharing mobility, il futuro della mobilità. In un anno la macchina “di famiglia” è utilizzata solamente per circa il 10%, altrimenti resta ferma, il che significa occupazione di suolo pubblico e costi per i proprietari. Adesso si guarda all’utilizzo effettivo del mezzo e si vuole pagare per questo. Anche le case automobilistiche si stanno muovendo in questa direzione, pensiamo alla crescita del leasing auto tra i privati. Ci auguriamo che ExpoMove traghetti il mondo della mobilità verso scenari sostenibili e meno impattanti: questa è la nostra mission.▲ *Presidente ExpoMoveNext >