< PreviousPERSONAGGIche la scelta migliore sia quella di prolungare almeno fino al 2023 l’aliquota al 110% e poi eventualmente immaginare un percorso graduale di discesa fino ad una soglia di stabilizzazione, superiore a quella che era in vigore prima del Superbonus». Pensa che il provvedimento possa aiutare il tessuto delle Piccole e Medie Imprese italiane o avvantaggerà i "grandi"? «Data la mole di lavori che ci troveremo ad affrontare nei prossimi mesi, sono sicuro che nessuna impresa, neanche l’insieme delle più grandi, riuscirà da sola a soddisfare la domanda aggiuntiva. Il Superbonus avvantaggerà tutto il sistema produttivo italiano. Vorrei anche ricordare che il Superbonus non ha solo alzato la detrazione al 110% ma ha anche reso possibile la cessione del credito d’imposta agli istituti bancari. Questo non era possibile con la vecchia normativa Ecobonus. Oggi invece l’impresa che ha applicato lo sconto in fattura può subito cedere il credito a una banca per ottenere liquidità, a prescindere dalla sua grandezza aziendale. In questo modo, anche le PMI potranno recuperare tutto l’ammontare dello sconto applicato in fattura». Il sistema creditizio italiano è in grado di "reggere" con efficienza (ossia erogando i fondi) un provvedimento simile? «Molte banche stanno già offrendo al mercato prodotti sia di acquisto credito sia di finanziamento. Noi stiamo vigilando affinché non ci siano irregolarità e le famiglie riescano davvero a effetuare i lavori senza alcun esborso monetario. È importante che il sistema bancario svolga in maniera trasparente il suo ruolo fondamentale di affiancamento finanziario alle imprese e alle famiglie. Sono convinto che con il Superbonus abbiamo creato un meccanismo che funzionerà, dando benefici a tutti, dalle famiglie alle imprese, passando per lo Stato e le banche». Riccardo Fraccaro, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2020 2022 L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2020 LA CORNICE / di Sergio Ferraris* Bonus comunità Comunità energetiche e Superecobonus dovranno adattarsi meglio alla società italiana. In palio vittoria o fallimento P otrebbero essere gli ingredienti principali della ri- cetta per la ripartenza post Covid-19. Parliamo delle comunità energetiche, finora in Italia vietate, e del SuperBonus 110%. Già oggi è possibile, seppure in maniera sperimentale, mettersi assieme per realizzare un impianto a fonti rinno- vabili e autoconsumare, oppure vendere l'energia prodotta in comune, dimezzando le proprie bollette. Per lo scenario energetico italiano è uno sconvolgimento al quale si sono opposti in parecchi in passato, mentre in Europa è cosa co- mune da qualche tempo. Da anni, le comunità energetiche sono una realtà consolidata in tutta Europa che conta oltre un milione di cittadini riuniti in oltre 1.500 cooperative energetiche. Nonostante questo, a Bruxelles non è stato tutto rose e fiori, come ci ha raccontato Dario Tamburra- no, eurodeputato nella passata legislatura, uno dei princi- pali attori nel Parlamento Europeo nella creazione della figura dei prosumer, ossia i produttori consumatori, e quindi delle comunità energetiche. «Una delle principali difficoltà è stata quella di dare ai prosumer i diritti dei consumatori senza che avessero gli obblighi dei produttori tradizionali - riferisce Tamburra- no - I prosumer sono una categoria ibrida e il passaggio successivo è stato quello delle comunità energetiche. Su illustrazioni 23 L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2020 questo schema complessivo abbiamo ottenuto la maggio- ranza, per cui la posizione del Parlamento includeva la ri- chiesta di proporre un quadro regolatorio per i prosumer con una serie di suggerimenti molto chiari». E dopo que- sto pronunciamento la Commissione europea ha inserito all’interno delle direttive del “Clean energy package” sia i prosumer sia le comunità energetiche. «Noi consideriamo l’autoconsu- mo collettivo come una rivoluzio- ne del sistema energetico italiano, capace di alimentare benefici e op- portunità che dobbiamo cogliere in fretta, in particolare in questo momento nel quale dobbiamo fronteggiare la crisi creata dal Co- vid-19. - afferma il Presidente della Commissione attività produttive del Senato, On. Gianni Girotto, che ci racconta di come abbia volu- to bruciare i tempi sul recepimento in Italia della direttiva europea che prevede le comunità energetiche, con un periodo sperimentale - Po- tremo far partire subito una serie di cantieri e lavori su condomìni e attività produttive per ridurre in maniera sensibile le bollette ener- getiche». Gli strumenti messi a punto per le comunità energetiche e l'autoconsumo, inoltre, potranno essere impiegati assieme al Supere- cobonus al 110% che il Ministro Patuanelli ha già dichiarato di vo- ler rafforzare con il Recovery Plan. Il Superecobonus al 110% è un combinato disposto, invece che non ha eguali al mondo per quanto riguarda la poten- za di fuoco, che deve essere salutato positivamente per il suo carattere innovativo, ma sul quale ci sono alcuni dub- bi. Il provvedimento, infatti, impone un salto di due classi energetiche attraverso un intervento "trainante". Prima di tutto è abbastanza semplice far questo salto di classe solo negli edifici più vetusti mentre su quelli un poco più recen- ti la cosa diventa più difficile, specialmente se si vive in un condominio nel quale si deve realizzare il 25% di cappotto termico e non la sostituzione della caldaia cambiata di re- cente; ecco che l'unico elemento trascinante diventa com- plesso anche in funzione del fatto che la litigiosità negli edifici è all'ordine del giorno. Oltre a ciò fa riflettere il ca- rico burocratico che l'accesso al provvedimento comporta. Se si sceglie la cessione del credito e si abita in un condomi- no, occorre produrre circa 43 documenti mentre va meglio se si vive in una casa unifamiliare, i documenti sono "solo" 38. Oltre a ciò, una serie d'interventi, come il cappotto ter- mico, poche aziende sono in grado di farli in tempi ristret- ti per cui potrebbero accadere due cose. La prima è che arrivino sul mercato migliaia di aziende edili improvvisate che potrebbero eseguire lavori in ma- niera approssimativa per fare cassa in fretta mentre la se- conda, più grave, è che le difficoltà burocratiche, tecnolo- giche e di conoscenza della materia scoraggino le fasce più deboli - che sarebbero quelle più bisognose di questi inter- venti - e tramutino il provvedi- mento in un flop. Questi "virus" potrebbero contagiare anche il settore delle comunità energeti- che. Si pensi solo al sostanziale blocco delle rinnovabili dovuto alla tenaglia rappresentata da burocrazia, insipienza politica e sindrome Nimby. Che cosa si dovrebbe fare? Pri- ma di tutto sburocratizzare i provvedimenti perché questa ri- dondanza di controlli è sinoni- mo di una sfiducia verso il citta- dino di cui non abbiamo davve- ro bisogno per vincere le sfide. Poi il Bonus andrebbe reso strutturale e modulare. L'incen- tivo potrebbe raggiungere il 110% solo nei casi più virtuosi sotto il profilo energetico tro- vando delle vie di mezzo. Facciamo un esempio. Oggi ot- tengo il 65% qualsiasi cosa fac- cia in linea con l'efficienza energetica e arrivo al 110% nel caso del salto di due classi energetiche. È così difficile im- maginare che nel caso di un salto di una sola classe energe- tica si possa arrivare per esempio all'85%? E perché non creare un combinato di interventi trainanti che possano adattarsi al meglio all'enorme varietà di edifici italiani e alla variegata tipologia della piccola proprietà edilizia no- strana, che va dalle giovani coppie precarie che magari hanno ereditato l'abitazione dai propri nonni, agli anziani che vivono in appartamenti enormi acquistati decenni fa quando vivevano con i figli e ora godono di buone pensio- ni? Se il Superecobonus cambierà pelle per adattarsi al me- glio alla società italiana in mutazione allora diventerà un provvedimento in grado di inserirsi nella memoria collet- tiva italiana in maniera indelebile alla pari del Piano Marshall, ma se ciò non succederà sarà l'ennesimo ottimo progetto buttato al vento. ▲ *giornalista scientifico, caporedattore Ecofuturo Magazine Bisogna sburocratizzare i provvedimenti perché questa ridondanza di controlli è sinonimo di una sfiducia verso il cittadino24 L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2020 Riqualificare a costo zero è possibile, ecco gli interventi “trainanti” per il Superbonus 110% Il traino dell'efficienza ECOBONUS / di Giorgia Marino P iù efficienti, più sicure, più economiche e più ecosostenibili. Le case degli italiani hanno bisogno di essere rivoluzionate e pare che il momento sia arrivato. Il Superbonus 110%, previsto dal Decreto Rilancio, apre ufficialmente la stagione della deep reno- vation per il patrimonio edilizio della Penisola. Un capitale im- mobiliare che, come scrivevamo su queste pagine qualche mese fa, è uno dei più vecchi al mondo (in Europa secondo solo alla Germania) con 17 milioni di unità da riqualificare e rendere energeticamente più efficienti e, in generale, più resilienti. Lo dobbiamo innanzitutto al Pianeta. Secondo un recente rapporto del World Green Building Council, il 39% delle emissioni globali di CO 2 proviene dall’edilizia: in parte da materiali e processi di costru- zione ma soprattutto (il 28%) dalle attività di gestione, come il riscaldamento, il raffrescamento e l’illuminazione. A diventare più ecosostenibili, tuttavia, ci guadagnano anche le nostre tasche. «Abbiamo un comparto edilizio costi-25 L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2020 tuito da edifici vecchi, energivori, costruiti con tecniche antiquate che costringono i concittadini a pagare bollette salate. - ha dichiarato Riccardo Fraccaro, Sottosegretario di Stato alla Presidenza dei Ministri, in un’intervista a Ecquologia - Ora rilanciamo questo settore in un’ottica moderna e sostenibile, riconvertendo il nostro patrimonio immobiliare dal punto di vista energetico e sismico». Sostenibilità a portata di tutti Con il Superbonus 110% ristrutturare la casa in un’otti- ca di efficienza e sostenibilità diventerà davvero a portata di tutti. Sarà possibile avviare gli interventi di riqualifica- zione energetica o sismica senza anticipare un euro grazie al meccanismo dello sconto in fattura e della cessione del credito. Le famiglie potranno cedere all’impresa che re- alizza gli interventi, un credito d’imposta del 110%, che potrà anche essere rivenduto alle banche o ad altre imprese con capienza fiscale. Le imprese che accettano lo scambio potranno emettere fattura a costo zero, pagando dunque meno tasse. «Potrebbe non essere semplice trovare impre- se disposte ad accettare il credito, perché anche loro hanno bisogno di liquidità. – avverte Alessandro Speccher, archi- tetto esperto di sostenibilità e consulente per Green Buil- ding Council Italia – Per questo motivo, alcune banche e istituti di credito stanno già proponendo dei ‘pacchetti’, così da supportare le imprese edili disposte a praticare lo sconto in fattura ai clienti». Infine, è fondamentale rispet- tare le tempistiche e ricordarsi che i pagamenti devono es- sere fatti tra l'1 luglio 2020 e il 31 dicembre 2021 (anche se si sta pensando di estendere il periodo). Condizioni e prestazioni Per accedere al Superbonus 110% ci sono delle condizioni da rispettare. La prima e più importante riguarda la sud- divisione fra interventi “trainanti” e “trainati”: cioè quelli indispensabili per richiedere la detrazione al 110% e quel- li che si possono aggiungere al conto, ma che da soli non darebbero diritto al bonus. «I primi sono naturalmente i più costosi ma sono anche quelli che consentono all’a- bitazione o all’edificio di migliorare in modo rilevante le prestazioni energetiche o antisismiche», spiega Speccher. Altra condizione fondamentale per ottenere la super de- trazione fiscale è l’avanzamento di almeno due classi sulla scala dell’efficienza energetica o delle prestazioni antisi- smiche (o il raggiungimento della classe più alta qualora ne mancasse solo una). Il miglioramento va dimostrato attraverso specifiche attestazioni rilasciate da tecnici abi- litati, prima e dopo i lavori. «Ma mentre per l’efficienta- mento energetico, essendoci ormai molta esperienza nel campo, è abbastanza semplice predire se un certo inter- vento produrrà un effettivo salto a una classe più alta - os- serva Speccher - non si può dire lo stesso per l’antisismica. In questo campo un’analisi preliminare può costare qual- che migliaio di euro».26 L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2020 Trainanti e trainati Gli interventi antisismici (quelli contenuti nel cosiddetto Sismabonus) rientrano tutti nella categoria dei “trainanti” e sono vincolati unicamente al miglioramento di due classi di prestazione. Sull’efficientamento energetico, invece, le categorie si mol- tiplicano. Sono considerati trainanti tutti i lavori che rien- trano nelle due macro-categorie dell’isolamento termico e della sostituzione di impianti di climatizzazione invernale. L’isolamento termico può riguardare le superfici verticali, orizzontali e inclinate (quindi anche tetti e solai) che inte- ressano l’involucro dell’edificio, purché con un’incidenza superiore al 25% del totale; la detrazione arriva a un mas- simo di 50 mila euro per le abitazioni indipendenti e per i condomìni a 30-40 mila euro moltiplicati per il numero di unità abitative. L’opzione più performante rimane sempre il cappotto esterno, più impegnativo sia in termini di costi sia di cantiere. Meno efficace, ma più leggero è il rivestimen- to delle pareti interne con materiali isolanti. Un’alternativa pratica ed economica è infine il cosiddetto “cappotto in- visibile”, in altre parole l’insufflaggio di materiale isolante (ancora più ecologico se ottenuto da carta da macero), nelle intercapedini dei muri: un’operazione che potrebbe riguar- dare dieci milioni di abitazioni in Italia e che consentirebbe un miglioramento dell’efficienza energetica del 25%. Per la sostituzione di vecchie caldaie e impianti di clima- tizzazione invernale, il Superbonus 110% prevede invece limiti di spesa di 30 mila euro per le abitazioni indipenden- ti e 15-20 mila euro per ogni singola unità abitativa di un condominio. Il nuovo impianto deve ovviamente apparte- nere a tipologie dalle alte prestazioni energetiche: caldaie a condensazione almeno di classe A, pompe di calore anche ibride o geotermiche, impianti di micro-cogenerazione e collettori solari. Una volta deciso quale dei due interventi (o entrambi) re- alizzare si possono fare rientrare nello sgravio fiscale anche altri tipi di lavori. Fra gli interventi “trainati” ci sono tutti quelli compresi nel vecchio Ecobonus, quindi anche infissi e schermature solari che potrebbero contribuire al salto di classe energetica. Rientrano inoltre l’installazione di im- pianti fotovoltaici connessi alla rete elettrica e quella con- testuale o successiva di sistemi di accumulo integrati con i detti impianti. Infine, si può accorpare ai lavori di riqualificazione del Su- perbonus 110% l’installazione delle colonnine per la rica- rica delle auto elettriche, purché non costi più di 3 mila euro. Una novità significativa che includendo nel conto ener- getico domestico anche il mezzo di trasporto, arriva a immaginare un vero e proprio “sistema casa” integrato, efficiente e indipendente. ▲ Un spinta per la geotermia Il Superbonus 110% potrebbe essere la buo- na occasione per spingere la diffusione della geotermia anche in Italia. Sistema piuttosto diffuso in Europa e quasi sconosciuto da noi, secondo esperti e geologi potrebbe arrivare a coprire il 50% dei consumi energetici di tutto il Paese. In poche parole, la tecnologia geotermica sfrutta la temperatura costante del terreno per trasferire il calore dalla terra alla casa in inverno e viceversa in estate, ga- rantendo così una climatizzazione costante e usando una fonte totalmente rinnovabile, naturale e sicura. La super detrazione appena entrata in vi- gore consente di sostituire il vecchio im- pianto di riscaldamento con una pompa di calore geotermica. «Un sistema che potrebbe essere impiegato per il 90% del patrimonio edilizio italiano», spiega Mo- reno Fattor, Ad di E.Geo, che dal 2007 realizza impianti geotermici in ambito residenziale, commerciale e industriale. Oltre ad essere una fonte rinnovabile a emis- sioni zero, la geotermia – a fronte di un in- vestimento iniziale coperto dal Superbonus 110% - taglia di netto anche i costi in bolletta. «Una pompa geotermica – continua Fat- tor – può far risparmiare fino al 50% sui consumi rispetto ai sistemi oggi più diffusi e da sola può far salire la classe energetica di un’abitazione di due livelli. Inoltre ha un coefficiente di prestazione decisamente su- periore a qualsiasi tipo di caldaia: si parla di un Cop che va da 3 a 4,5 (che significa ren- dimento dal 300 al 450%) a fronte dello 0,9 di una caldaia a condensazione».28 L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2020 SCENARIO / di Rudi Bressa* La Comune dell'energia Al via le comunità energetiche anche e finalmente in Italia. Che cosa sono, come funzionano e che opportunità offrono È qualcosa di rivoluzionario». Esordisce così Attilio Piattelli, vicepresidente di Italia Solare, riferendosi alle comunità energetiche, introdotte dalla diretti- va europea Red II del 2018 e recepite in Italia dal decreto Milleproroghe dello scorso febbraio. Oggi, anche nel nostro Paese, i cittadini, le associazioni e le imprese commer- ciali, possono installare impianti per la produzione di energia da fonte rinnovabile e di auto consumarla collettivamente in loco. Un’ulteriore via libera ai cosiddetti prosumers, ovvero cittadini che possono produrre e auto, scambiare e consumare la propria energia prodotta da fonti rinnovabili, fotovoltaico in testa. «Dopo una fase storica nella quale era possibile pro- dursi l'energia, ma con un autoconsumo singolo, ora si entra in una fase di autoconsumo collettivo. Ci si può organizzare «e autoprodursi l'energia di cui si ha bisogno, e non si dipende più da un soggetto terzo. E questo è rivoluzionario», spiega a EcoFuturo Magazine il vicepresidente Piattelli. Per essere definita tale, la comunità energetica dovrà installare impianti alimentati a rinnovabili con una potenza complessiva, per singolo impian- to, inferiore a 200 kW e che l’energia prodotta sia consumata “sul posto”, oppure stoccata in sistemi di accumulo. Gli impianti della comunità dovran- no essere tutti connessi alla stessa rete elettrica a bassa tensione, da cui la comunità energetica preleva anche l’energia di rete. «Si tratta di una potenziale rivoluzione perché può scardinare quel rapporto di dipendenza dai grandi produttori di energia», spiega Dario Tamburrano, ex europar- lamentare durante l'ultima edizione di EcoFutu- ro Festival, tenutasi a luglio scorso a Padova. «Il concetto dei prosumer è il fulcro della transizione energetica rinnovabile: ha un significato di rivolu- zione sociale perché produrre l'energia in maniera distribuita e poterla scambiare porta sì alla ridu- zione delle emissioni, ma ha anche un significato a livello di rigenerazione delle comunità locali a livello economico». Come si forma una comunità energetica Il primo passo è di individuare la rete di bas- sa tensione dove si è allacciati e trovare lo spa- zio fisico dove installare l’impianto (dal tetto di un condominio ad un parcheggio o un’area degradata da recuperare). Il cittadino prepare- rà lo Statuto di quella che sarà la comunità, in forma di associazione o cooperativa, che dovrà comunque rimanere aperta alle nuove adesioni. A quel punto si potranno raccogliere i consensi dai cittadini o dalle aziende private, all’interno dell’area individuata e in seguito cercare chi in- stallerà l’impianto. Lo scorso 15 settembre il ministro dello Svilup- po economico, Stefano Patuanelli, ha firmato il decreto attuativo che ha definito le tariffe con le quali s’incentiva la promozione dell'autocon- sumo collettivo e le comunità energetiche da fonti rinnovabili. La misura è strutturata per promuovere l’autoconsumo condiviso, anche tramite l’impiego dei sistemi di accumulo. La tariffa per l’energia auto consumata sarà pari rispettivamente a:100 €/MWh per le con- figurazioni di autoconsumo collettivo; 110 €/ MWh per le comunità energetiche rinnovabili. Next >