< Previous30 L’ECOFUTURO MAGAZINE Luglio-Agosto 2024 può triplicare quando si passa da un sistema centralizzato a uno separato. In Italia, circa 45 milioni di persone (circa 18 milioni di famiglie) vivono in condominio. Se tutti vivessero in ap- partamenti con caldaie individuali, ci sarebbero 18 milioni di bollette e cal- daie anziché 1,2 milioni. Considerando che la quota fissa, tra IVA e altre spese, è di almeno 30 euro, moltiplicando i milioni di bollette in più si ottengono 6 miliardi di euro aggiuntivi solo in co- sti fissi. Se alleghiamo la manutenzione periodica, che in media costa 200 euro l’anno, si sommano altri 3,5 miliardi di euro. Significa che il popolo italia- no, con condomìni separati, regala 10 miliardi di euro l’anno ai fornitori di energia solo in costi fissi, senza contare l’efficienza maggiore delle caldaie con- dominiali che consumano circa il 30% in meno di gas rispetto alle caldaie individuali. Centro Nord in bolletta Se la bolletta media all’inizio del 2024 è di circa 1.500 euro (due anni fa era il triplo), significa che al Nord la bollet- ta media per il solo gas supera i 3.000 euro, rendendo proibitivo per famiglie monoreddito o con stipendi bassi vivere nelle città. L’insistenza a non voler af- frontare il tema del “ricondominiamoci” è un atto di autolesionismo. È necessaria una legge che incentivi il ritorno agli impianti unici condominiali per ridurre il consumo energetico, combattere i cambiamenti climatici e contrastare la povertà energetica diffusa. Il blocco, non dico del superbonus, ma della cessione del credito anche con un bonus dimezzato, è un atto contro la povera gente, perché sia chiaro che l’an- goscia da bollette si abbatte sulle fasce più deboli della popolazione. Autoconsumi collettivi necessari La legge sulle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) e sulle CER condo- miniali offre la possibilità di installare un impianto a energia rinnovabile, in gene- re fotovoltaico, con grande convenienza. Questi impianti godono di incentivi sul consumo immediato per vent’anni. Sebbene l’incentivo non riduca imme- diatamente la bolletta elettrica, che viene fatturata per intero (poiché non sono state accettate le proposte di scorporo immediato presentate da Tamburrano in Europa e da Girotto in Italia), con gli incentivi e il pagamento successivo del GSE, la bolletta si riduce e diminuisce il costo del kWh consumato. Con l’energia elettrica a basso costo, l’obiettivo di “ricondominiarsi” in un riscaldamento/condizionamento con pompe di calore, anziché con il gas, diventa molto più praticabile perché consente di eliminare completamente la bolletta del gas, sostituendo an- che le cucine con piastre a induzione e condividendo la produzione di ac- qua calda sanitaria. Con la pompa di calore, meglio se con scambio geoter- mico, si ottiene un’efficienza termica sei volte superiore o, se non geoter- mica, comunque tre volte superiore rispetto alle caldaie tradizionali. Grazie alle nuove pompe di calore ad alta tem- peratura è possibile sostituire tutte le caldaie e grazie (ironico) al costo esoso della bolletta del gas in dieci anni di risparmi si paga tutta la riconversione, avendo da subito una piccola riduzione anche per chi non ha risorse da investi- re. Il condominio diventa più sicuro e ogni unità abitativa paga solo il proprio consumo; grazie ai nuovi misuratori la bolletta totale può non superare i 600/1.000 euro annui. Comunità energetiche a prova di lite La svolta che rende tutto questo possi- bile è la tecnologia blockchain. Grazie all’elettronica, il consumo individuale e gli incentivi delle comunità energetiche sono immediatamente certificati, elimi- nando qualsiasi margine di intervento soggettivo. Inoltre, la riduzione dei ri- schi, l’abbattimento degli inquinanti e dei rischi di incendio e l’immediata adesione alle norme europee sulle case green rendono l’investimento molto redditizio, anche se finanziato con un prestito. La rete di Ecofuturo possiede il know- how necessario e cerca promotori di eco riconversione in ogni località del nostro Paese. Questi promotori posso- no operare sia come professionisti (nel qual caso li mettiamo in contatto con le aziende) sia come volontari per contri- buire alla lotta contro il cambiamento climatico e supportare così la propria associazione o circolo locale. Se siete interessati vi forniremo la formazione fondamentale. Potete contattarci scri- vendo a: roggiolani@gmail.com. Grazie alle manovre che hanno posi- zionato l’Italia ai vertici mondiali per il costo delle bollette e per il separatismo condominiale, oggi possiamo offrire un cambiamento estremamente van- taggioso. Anche se non vi interessa il cambiamento climatico (incoscienti) e non siete interessati a capire come è possibile cucinare e riscaldarsi senza bruciare qualcosa, sappiate che se non adottate nuove soluzioni, continuerete a subire un furto di circa 4.000 euro l’anno per famiglia, continuerete a in- quinare e a esporvi a rischi significativi di incendi nelle vostre abitazioni. Se in- stallate una pompa di calore geotermica alimentata da un impianto fotovoltaico nel vostro condominio o nella vostra villetta, la vostra abitazione otterrà la certificazione di classe A superando ogni requisito europeo per le case green. Questo incrementerà significativamente il valore della vostra proprietà, com- pensando rapidamente tutte le perdite subite in passato quando hanno cercato di svalutare ciò che avete costruito pa- gandolo a peso d’oro. Ricondominiamoci I prezzi dell'energia sono molto variabili così come lo sono le soluzioni possibili32 L’ECOFUTURO MAGAZINE Luglio-Agosto 2024 I l sottopasso della piccola stazione che uso spesso come punto di par- tenza per i miei viaggi di lavoro, è un piccolo gioiello. Un murale, o meglio, una vera opera d’arte dove sono rappresentati un lungo treno che viaggia verso Venezia, le ombre dei passeggeri e i luoghi più iconici del territorio. Un’o- pera che ha preso spazio alle varie scritte inutili e deturpanti, come quelle che troviamo spesso nei luoghi pubblici, e realizzato da una decina di ragazzi tra i 14 e i 19 anni nel 2021: in quei me- si hanno dedicato parte del loro tempo libero per rendere più bello un luogo frequentato da molti residenti e non solo. Non è l’unico di questi progetti in questa area del Veneto e fa parte del più ampio “Ci sto? Affare fatica!”, gioco linguistico per un’iniziativa che punta a stimolare gli adolescenti e valorizzare al meglio il tempo estivo attraverso attivi- tà di volontariato, cittadinanza attiva e cura dei beni comuni. I giovani parteci- panti nei mesi di giugno e luglio sono coinvolti in una serie di attività settima- nali dedicate alla cura del bene comune: dalla pulizia del centro storico e delle vie dei quartieri, alla manutenzione dei parchi giochi, alla tinteggiatura di giostre, staccionate, aule di scuole ma- terne, elementari e medie. A ciascun partecipante viene consegnato, a rico- noscimento dell’impegno, un “buono fatica” settimanale del valore di 50 euro che può essere speso in abbigliamento, libri scolastici, cartoleria, libri di lettu- ra e tempo libero. Insomma, un modo per prendersi cura del proprio paese o quartiere e di impiegare il tempo in ma- niera costruttiva e attiva. Il contrario di quello che ci viene offerto da un certo tipo di mercato che ormai ci vende il tempo libero, come se questo dovesse venire occupato dal consumo: l’expe- rience venduta come unica, irripetibile e irrinunciabile. In una recente indagine condotta dall’impresa sociale “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile e rea- lizzata dall’istituto Demopolis, si legge come gli adolescenti italiani trovano maggiore soddisfazione nei rapporti con gli amici (64%) e nel tempo libe- ro (53%) rispetto alle relazioni familiari (52%) e alla vita scolastica (35%). La famiglia (90%) e l'amicizia (86%) sono valori fondamentali per loro, ma preferi- scono trascorrere il tempo con i coetanei piuttosto che con gli adulti. Solo poco più di un quarto degli adolescenti la- menta la distrazione delle figure adulte, mentre oltre la metà degli adulti ammet- Orizzonti In una società che capitalizza qualsiasi cosa, esistono realtà contro corrente. Per ridare il giusto valore al tempo libero di Rudi Bressa giornalista scientifico ambientale Tempo di libertà33 L’ECOFUTURO MAGAZINE Luglio-Agosto 2024 te di essere distratto (52%). Entrambi concordano sul fatto che «gli adulti non capiscono i ragazzi»: il 54% degli adole- scenti e il 45% dei genitori condividono questa opinione. Questi dati rivelano come, nel contesto post-pandemia, il tempo libero e le relazioni tra pari siano diventati elementi cruciali per il benes- sere degli adolescenti italiani. Durante la pandemia, molte attività ricreative e so- ciali sono state interrotte, portando a un isolamento significativo. Con il ritorno alla normalità, i giovani hanno riscoper- to l'importanza del tempo libero come momento di svago e socializzazione, che è essenziale per il loro equilibrio emoti- vo e psicologico. La preferenza per le relazioni con i coetanei piuttosto che con gli adul- ti può essere vista come una ricerca di comprensione e affinità, elementi che spesso trovano più facilmente tra i pari. Questo non significa che i giovani di- sprezzino le figure adulte, ma piuttosto che cercano nel loro gruppo di amici un supporto e una connessione che a volte percepiscono come carenti nel mondo adulto. La pandemia ha accentuato que- ste dinamiche, spingendo gli adolescenti a valorizzare ancor di più le amicizie co- me fonte di conforto e stabilità. Distrazione generazionale D'altra parte, il dato che oltre la metà degli adulti ammette di essere di- stratto suggerisce una consapevolezza crescente delle proprie mancanze nel rapporto con i giovani. Questo può rappresentare un'opportunità per mi- gliorare il dialogo intergenerazionale, promuovendo una maggiore attenzio- ne e ascolto reciproco. Tuttavia, il fatto che una significativa percentuale di adolescenti e genitori concordi che «gli adulti non capiscono i ragazzi» indica che c'è ancora molto lavoro da fare per colmare questo divario. Volendo rias- sumere, nel periodo post-pandemico, il rafforzamento dei legami tra pari e l'importanza del tempo libero sono emersi come fattori determinanti per il benessere degli adolescenti. Allo stesso tempo, migliorare la comprensione e la comunicazione tra generazioni resta una sfida cruciale per supportare pie- Immagine: Wavebreakmedia / Depositphotos34 L’ECOFUTURO MAGAZINE Luglio-Agosto 2024 namente la crescita e lo sviluppo dei giovani. Negli ultimi anni c’è stata una rinascita delle attività e delle iniziati- ve che prevedono l’associazionismo, la cooperazione, sia per un aumento della domanda, sia per la volontà di molte persone, non per forza giovani, di riscoprire alcuni valori che sono in- siti nell’essere umano. Lo spiega bene Massimo Barbero, attore e uno degli alfieri di Casa degli Alfieri, società te- atrale che costituisce una delle poche formazioni italiane ad avere un patri- monio di lavoro d'arte comune di oltre cinquant'anni. «La sensazione è che ci sia un pre-Covid e un post. C’è soprat- tutto un cambiamento di abitudini». Monferrato felix La Casa degli Alfieri è una casa del teatro sulla cima di una collina del Monferra- to, costruita rigenerando il rudere di una grande cascina. Qui, tra vigne e boschi abita un gruppo di artisti che da molto tempo conduce un processo di arte co- mune: prima una compagnia teatrale e ora una sorta di factory in cui ognuno si impegna a portare il teatro fuori dai suoi binari, dentro la vita. Nella casa ci sono gli appartamenti, gli uffici, una sala per riunioni e mostre, spazi comuni, una sala per teatro, danza e musica, una fo- resteria per gli ospiti e un ricco archivio creato da Luciano Nattino, uno dei fon- datori. «Oggi è ritornato il pubblico di prima, però c’è molta più curiosità per quel lato esperienziale che sta portando a un rifiorire di iniziative e spettacoli che raccontano luoghi e territori», racconta Barbero. Il teatro, come spiega, inteso come incontro dal vivo, di ritualità e re- lazione con la comunità, soprattutto ora «che c’è troppa individualità», continua. «Dovremmo ripartire dalla comunità e dalla cooperazione, trovare una rela- zione e arricchirla attraverso la realtà». L’opportunità di ritrovarsi in determi- nati luoghi, meglio ancora se immersi nella natura, riaccende questa voglia di cooperazione. Ecco allora che la casa è aperta, ospitale. Mette a disposizione la sala prove, la foresteria, il giardino, il paesaggio per prove teatrali, seminari residenziali, corsi, incontri. Una situa- zione particolarmente adatta, oltre che al lavoro teatrale, a tutte quelle pratiche ed esperienze in cui il contatto con la natura, la concentrazione, la possibilità di condividere spazi e convivialità di- ventano ispiranti. Ma se da un lato l’aumento dell’offer- ta risulta essere certamente positiva, dall’altro crea competitività tra le varie realtà. La conferma arriva da Laura Zu- nica, cofondatrice, presidente e project manager di Terralab, un’associazione di tutela ambientale senza scopo di lucro nata a Milano nel 2019 dall’iniziativa di sette donne. «Quello che abbiamo notato di Milano è che è satura di atti- vità. Quindi è più difficile coinvolgere le persone». L’associazione, nata per pro- muovere la sostenibilità sia attraverso il coinvolgimento attivo della comunità sul territorio sia attraverso l’implemen- tazione di iniziative digitali, ha dato vita al suo primo festival “Riverberi”, lo scorso giugno. «È stata un’esperien- za bellissima, realizzata grazie anche a realtà giovani, c’è stata tantissima co- operazione, collaborazione e supporto reciproco». Il festival ha visto la parteci- pazione di tredici associazioni, coinvolte in maniera totalmente gratuita, che han- no portato le loro istanze, le loro attività e i loro progetti a conoscenza delle oltre 2 mila persone che hanno partecipato. Cambiamenti evidenti La sensazione è che sia in atto un cam- biamento, anche se non diffuso su tutto il territorio e ancora non perfettamen- te coeso. Certo, servirebbe creare una rete tra le varie realtà, in modo tale da crescere come peso e penetrazione so- ciale, anche per poter raccogliere i fondi necessari per realizzare le attività e por- tare avanti i vari progetti. La domanda, pare, non manchi. Negli ultimi mesi ho partecipato a decine di eventi, ho incontrato altrettante realtà giovani, at- tive ed estremamente entusiaste, capaci di portare la cittadinanza e le generazio- ni più giovani a partecipare attivamente alla crescita della propria comunità, dedicando il “proprio” tempo libero nel creare momenti di condivisione per trascorrere in maniera costruttiva il “nostro” di tempo libero. Orizzonti Gli italiani e il tempo libero secondo l’Istat N el 2021, gli eventi dal vivo come cinema, teatro, concerti, balletto e sport sono stati 28,8 ogni mille abitanti. Nel 2022, il 49,5% della popolazione di sei anni o più ha partecipato a qualche forma di intrat- tenimento fuori casa, con una ripresa di 28 punti percentuali rispetto all’anno precedente, ma ancora sotto i livelli pre-pandemici (oltre il 60%). L’aumento maggiore ha riguardato cinema (+21,5 punti percentuali), mu- sei e mostre (+13,7 punti) e eventi sportivi (+13,2 punti). È cresciuta anche la partecipazione a quattro o più attività culturali (dal 3,5% al 14,0%) e a due o tre attività (dall'8,4% al 20,3%). Gli uomini partecipano più delle donne a spettacoli (52,5% rispetto a 46,7%), ma il divario di genere è diminuito rispetto al 2020. Nel 2022, il 39,2% delle persone ha letto almeno un libro, registrando un calo di 1,6 punti percentuali rispetto al 2021, mentre la quota di let- tori di quotidiani è rimasta stabile. In Italia, nel 2021 sono stati pubblicati 90.195 libri a stampa, per oltre 200 milioni di copie. Nel 2022, il 78,5% delle persone di sei anni o più utilizza Internet. C’è un aumento di 2,6 punti percentuali di chi svolge attività sportiva continuativa. Nel 2021, in Italia erano aperte al pubblico 7.866 biblioteche. Il 65,5% di esse era dotato di infrastrutture per superare le barriere fisiche e il 65,1% aveva servizi igienici a norma. Nel 2022, i residenti nel Centro-Nord sono stati i più attivi nella partecipazione culturale. (Fonte: Tempo libero e partecipazione culturale, 2022)«S i può dare di più» can- tavano Gianni Morandi, Enrico Ruggeri e Um- berto Tozzi nel 1987, in una hit rimasta nei nostri cuori. Dopo tanti anni, questa frase potrebbe essere il mantra per accelerare la transizione energetica in Italia, che sta rallentan- do pericolosamente secondo l’ultimo Rapporto del World Economic Forum. La scarsa consapevolezza governativa sulle potenzialità delle rinnovabili e la dipendenza dal gas – avendo sostituito quello russo in parte con il gas liquido americano e quello nordafricano, spesso proveniente da paesi che non rispettano i diritti umani – sono fattori determinan- ti. Inoltre, c’è una fiducia forse eccessiva nei benefici futuri del nucleare di nuova generazione. Tuttavia, le recenti evidenze scienti- fiche del Panel delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (IPCC), dell’Organizzazione Meteorologi- ca Mondiale (WMO), dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) e dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) indicano chiaramente che i com- bustibili fossili, in particolare il carbone, non hanno un futuro promettente. Al contrario, le rinnovabili, supportate da tecnologie di produzione e accumulo sempre più efficienti, sono destinate a crescere significativamente, soprattutto in ambito urbano, dove avvengono la maggior parte delle nostre attività per- sonali e professionali. Dati in peggioramento Per l’intensità della nostra impronta ecologica, che ogni anno peggiora con il depauperamento delle risorse naturali a danno delle future generazioni, si parla di Antropocene e della necessità di una nuova “connessione sentimentale” con gli ecosistemi. Per rovesciare il paradig- ma economico basato sui combustibili fossili, la Commissione Europea – pur con le sue contraddizioni e mancan- ze – ha investito oltre 700 miliardi di euro nel Green New Deal e in pac- chetti normativi come RepowerEU, con l’obiettivo di creare una società europea più equa e giusta, senza “no left-behind places”. Questo approccio integra la giustizia sociale e ambientale, in linea con le esortazioni della “Lauda- to Si’” di Papa Francesco del 2015, poco prima della COP21 di Parigi. In questo scenario complesso e mu- tevole, tra cambiamenti climatici, geopolitici, demografici ed economici che non impattano ovunque allo stesso modo, le Istituzioni europee, seppur a fatica, hanno lanciato un messaggio innovativo: l’energia deve diventare un “bene comune” capace di trasformare le scenografie urbane secondo i principi di sussidiarietà e generatività. Il concetto 36 L’ECOFUTURO MAGAZINE Luglio-Agosto 2024 Comunità energetiche La generatività delle comunità energetiche è un punto di partenza per la conversione ecologica delle Diocesi di Giuseppe Milano segretario generale Greenaccord Onlus Immagine: Andrey Popov / Depositphotos Creatività condivisadi “democratizzazione dell’energia” e il “diritto all’energia condivisa”, al cen- tro delle direttive comunitarie RED II e IEM sulle energie rinnovabili e il mercato interno dell’energia, si stanno concretizzando nell’ecosistema delle co- munità energetiche rinnovabili. Partenza in ritardo Sebbene in Paesi come la Germania, la Spagna e la Francia, esperienze di “con- divisione dell’energia” siano presenti (con ottimi risultati) da tempo – si pensi alla realizzazione di numerosi eco-quartieri nella cittadina tedesca di Friburgo o alla promozione di sistemi idroelettrici pla- ce-based in diverse polarità urbane della Grecia – nel nostro Paese, solo a gennaio scorso e dopo un’attesa di quasi due anni, è giunto il provvedimento definitivo del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, poi seguito dalle linee guida operative del Gestore dei Servizi Energeti- ci, con cui si è aperta la strada alla nascita e alla diffusione delle diverse configura- zioni di autoconsumo di energia. Nel merito, significa che attraverso le Co- munità Energetiche Rinnovabili – ossia soggetti giuridici costituiti da Comu- ni, PA, imprese, parrocchie, università, centri di ricerca e realtà del terzo settore – possono nascere forme finora inesplorate di cittadinanza attiva, o di cittadinanza energetica, che nella figura principale del prosumer – ossia chi è contempo- raneamente produttore e consumatore della propria energia – trasformano ra- dicalmente e strutturalmente il mercato italiano dell’energia: da un modello cen- 37 L’ECOFUTURO MAGAZINE Luglio-Agosto 202438 L’ECOFUTURO MAGAZINE Luglio-Agosto 2024 Comunità energetiche tralizzato incardinato su pochi grandi e grandissimi impianti gestiti da una avi- da oligarchia a un modello decentrato e diffuso, geograficamente policentrico e impiantisticamente reticolare, affidato a tutte quelle impavide comunità educanti e resilienti che vogliono abilitare il cam- biamento nei loro territori. Un’indagine IPSOS, pubblicata a dicembre scorso, ha rivelato che le Dio- cesi, le parrocchie e gli enti religiosi sono tra i più attivi nel promuovere la transizione energetica in Italia, dimo- strando una consapevolezza maggiore rispetto a Comuni e imprese. Questo dato, sebbene sorprendente per alcuni, è in realtà coerente con il sostegno for- nito dalla lettera enciclica “Laudato Si’” e dall’esortazione apostolica “Fratelli Tutti” di Papa Francesco. Le assemblee parrocchiali, definite “comunità di de- stino” dal sociologo Aldo Bonomi, sono saldate dalla fede, dalla conoscenza reciproca e dalla fiducia, rendendole po- tenzialmente più adatte alla creazione di comunità energetiche rispetto alle spes- so inefficaci assemblee condominiali. Contrasto alla povertà Dopo la Settimana Sociale di Taranto del 2021, che ha sottolineato il valore delle Comunità Energetiche Rinnova- bili (CER) nel contrastare il pernicioso fenomeno della povertà energetica o di mitigare quello della marginalità so- cio-territoriale, la CEI ha promosso un tavolo tecnico multi-attoriale e interdi- sciplinare in vista della cinquantesima Settimana Sociale di Trieste. Questo tavolo ha prodotto un vademecum, pubblicato il 22 maggio scorso, per in- coraggiare le oltre 12 mila parrocchie italiane a progettare e realizzare impian- ti di energia pulita sulle loro proprietà, contribuendo così al processo di decar- bonizzazione del Paese. Nonostante i buoni propositi, le parrocchie e gli en- ti religiosi stanno affrontando diverse difficoltà, sia tecniche (quali impianti realizzare e dove) sia giuridiche (qua- le modello di governance adottare per beneficiare delle nuove normative), economiche (come finanziare gli investi- menti iniziali e gli studi di prefattibilità) e organizzative. Nonostante le diverse difficoltà, spes- so aggravate da una burocrazia poco “user-friendly”, molti parroci, sia giova- ni sia anziani, in aree urbane e montane sostenute dal PNRR, stanno attivando- si con entusiasmo e pragmatismo per realizzare progetti virtuosi. Una volta individuata la cabina primaria ad alta tensione - ossia l’infrastruttura elettrica che definisce il perimetro geografico de- gli impianti - e definita la composizione societaria (con Comuni, imprese, attività commerciali, università) da cui estrarre – come in un gioco di ruolo – le figure del produttore, del consumatore e/o del prosumer, bisogna predisporre un’analisi tecnica di prefattibilità. Questa analisi indica i benefici economici nel tempo, tra tariffa incentivante e detrazioni fiscali, e valuta la possibilità di ottenere ulteriori entrate dalla restituzione a Terna dell’e- nergia non autoconsumata. In base allo statuto e al regolamento della comunità energetica, le risorse econo- miche generate vengono redistribuite proporzionalmente al ruolo e al consumo di ciascun socio. Ogni esperienza è unica, anche all’interno dello stesso territorio, per gli obiettivi di sostenibilità sociale, ambientale ed economica perseguiti. I valori di corresponsabilità, generosità, prossimità e sussidiarietà sono essenziali per far crescere questi processi innovativi di cittadinanza energetica. Sperimentazione in corso Le prime progettualità sperimentali av- viate dalle Diocesi di Alba, Cremona, Treviso e Bari sono incoraggianti ed en- tusiasmanti. Ad Alba, è particolarmente significativo il progetto di solarizzazio- ne su scala territoriale nei piccoli centri urbani come Rodello (meno di 1.000 abitanti), con l’obiettivo di arginare lo spopolamento delle aree montane o interne. A Treviso, una Fondazione di partecipazione ha coinvolto oltre 250 parrocchie, estendendosi anche nel pa- dovano e nel veneziano, con il precipuo intento di massimizzare la resa econo- mica degli interventi per redistribuire i flussi economici e contrastare la povertà energetica ma anche innescare processi di innovazione sociale, stimolando l’intra- prendenza e il protagonismo delle giovani generazioni, che a Treviso e in tutto il Pae- se manifestano una forte sensibilità per la decarbonizzazione della nostra economia. Queste esperienze dimostrano che senza comunità non ci possono essere comunità energetiche. È urgente far germogliare una nuova “primavera re- lazionale” nei territori rappresentando la sola modalità per città meno vio- lente e più accoglienti, meno esclusive e più generative. Il diritto all’energia condivisa, come sostenuto dall’Unione Europea, deve diventare non negoziabi- le. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, sottolinea che una transizione energetica se con- divisa e se realmente percepita come “socialmente desiderabile” nel nome di Alex Langer, sarà il progetto di pa- ce e di prosperità più importante del 21° secolo. La sfida è epocale e per- sonale: quale Pianeta vogliamo lasciare ai nostri figli? Abbiamo il coraggio di rivedere le nostre scelte di consumo e stili di vita? Siamo pronti a restituire al futuro ciò che abbiamo sfruttato in passato? Papa Francesco ci ricorda che siamo tutti connessi: nessuno si salva da solo. Nessuno lo dimentichi. Ogni esperienza di CER è unica per gli obiettivi di sostenibilità sociale, ambientale ed economica perseguitiNext >