< PreviousVIAGGI BIO TRA CULTURA E AGRICOLTURA SCOPRI SEKEM E L’EGITTO CON VIANDANTISÌ 2023 SEKEM E I TESORI DEL CAIRO Sekem - il Museo Egizio - le Piramidi di Giza. dal 11 al 16 ottobre 2023 SEKEM E LA DAHABEYA Sekem - L’incanto della navigazione lungo il Nilo - Aswan e Luxor. dal 13 al 23 novembre 2023 Sekem è una comunità agricola egiziana biodinamica dove Ibrahim Abouleish, vincitore del Right Livelihood Award (Premio Nobel Alternativo), ha realizzato il sogno di rendere fertile il deserto, dove persone di religione diversa vivono insieme pacificamente e attraverso l’arte, sviluppano il proprio potenziale individuale. ViandantiSì organizza viaggi legati all’agricoltura biologica e biodinamica, alla scoperta di aziende e di persone che, inseguendo i loro sogni e i loro ideali, contribuiscono amorevolmente al futuro della vita sul nostro Pianeta. Scopri di più viandantisi.it | info@viandantisi.it Tel: 0438 477318 / 3357434964 Per info e prenotazioni:FOCUS LE RETI DEL FUTURO 32 IL CONTESTO Reti & transizione di Livio de Santoli 35 ENERGIA Reti di elettroni di Cecilia Bergamasco 38 COMPLESSITÀ Fare sistema di Sergio Boria 40 ACQUA Acquedotti colabrodo di Ivan Manzo 42 GEOTERMIA Risorse dal basso di Luca De Marco 44 CAPACITY MARKET Elettroni ovunque di Andrea Mariani 46 TELERISCALDAMENTO Calore in rete di Tiziana Giacalone 48 SCIENZA Rete, donne e futuro di Mirella Orsi 50 L’AMBIENTE IN NUMERI Rete globale ma non per tutti di Sergio Ferraris 51 IL PUNTO Un Pianeta in rete di Maurizio FauriIL CONTESTO / di Livio de Santoli* L a transizione energetica frena e più che scelte sbagliate, azioni controproducenti, incentivi dati per finalità diverse, lasciatemi dire che ciò è dovuto alla mancanza di volontà e a una incapacità di voler affrontare il tema come si dovrebbe: una vera trasformazione culturale. L’energia è la metafora di questa trasformazione, con il passaggio da un modello responsabile di grandi distorsioni a un modello completamente diverso, in cui la distribuzione delle produzioni sostituirà la centralizzazione, il profitto fine a sé stesso contemplerà, oltre a quelli economici, anche benefici ambientali e sociali, le fonti rinnovabili prenderanno il posto ed il ruolo nel panorama internazionale delle fonti fossili. I fattori chiave di questo processo radicale devono però Reti & transizione Per vincere le sfide del futuro saranno necessarie reti, informatiche sociali e culturali. Spesso sovrapposte Foto di Solarimo da Pixabay L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2023 32essere altrettanto radicali: seguendo l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile (SDGs) numero 7 delle Nazioni unite, l’energia dovrà essere considerata come bene comune per una democratizzazione che prevede un impegno attivo di ciascun individuo capace di riappropriarsi di una dignità perduta nel corso degli ultimi cento anni. Questo perché non è più possibile accettare ulteriormente: 1) la presenza di centinaia di milioni di persone che soffrono la fame e vivono sotto la soglia di povertà e che non hanno accesso all’energia e a cure mediche nemmeno in caso di estremo bisogno; 2) una crisi climatica sempre più drammatica, un deterioramento ambientale e un riprovevole accaparramento delle risorse del Pianeta che insieme alla distruzione degli ecosistemi minacciano l’umanità e l’intero pianeta, ma già oggi danneggiano in misura maggiore le popolazioni più vulnerabili; 3) la diffusione tra la popolazione dei paesi più ricchi della cosiddetta “povertà di senso” e della difficoltà di dare un significato alla propria esistenza, segnalato dalle dinamiche degli indicatori di vita sociale e relazionale; 4) il pericolo di una de-responsabilizzazione crescente dell’individuo, della sua inadeguatezza sociale, dell’analfabetismo funzionale, della precarietà e della mancanza di dignità spinta da una povertà sempre più diffusa e da lavori non dignitosi; 5) l’impatto di una trasformazione tecnologica e digitale, inclusa la IA, che da opzione proattiva e propositiva sta sempre più manifestandosi responsabile di nuove diseguaglianze e divisioni sociali, con perdita evidente di privacy. Ecco che in questa trasformazione acquista valore e senso una impostazione basata sulle reti, materiali e immateriali, come strumento indispensabile per abbandonare definitivamente i lasciti di una stagione da dimenticare. La società civile richiede con forza alle istituzioni nazionali e locali di svolgere il ruolo attivo e sostenibile, in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite e con le politiche europee. Attraverso le reti, i collegamenti, le condivisioni è possibile ottenere un impegno in grado di affrontare ostacoli difficili, a cominciare dalla mancanza di consapevolezza nei confronti delle proprie potenzialità, la presenza pesante di ingiustizia economica, sociale e di comunicazione. Gli obiettivi sono ben chiari, gli strumenti ed i metodi per raggiungerli ancora no. Strumenti necessari Per individuare questi strumenti e metodi in grado di rispondere a queste esigenze, soprattutto alla consapevolezza da parte di ciascun individuo di essere parte attiva di una rivoluzione, occorre uno Stato in grado di supportare reti di cittadini produttori e consumatori, di incentivare un consumo intelligente fondato sull’efficienza energetica in tutte le sue forme, dai bonus agli interventi net-zero, di sostenere le aziende sostenibili non solo secondo i principi ESG e, soprattutto, di ascoltare le future generazioni. Essenziale è il ruolo, che perciò deve essere sostenuto in una strategia di lungo L’energia dovrà diventare un bene comune per una democratizzazione e per un impegno attivo di ciascuno per riappropriarsi di una dignità perduta durante gli ultimi cento anni L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2023 33termine, delle reti della società civile e del terzo settore e delle scuole di ogni ordine e grado, proprio perché si tratta di un tema culturale. Per esempio, è possibile utilizzare un sistema a rete per il dialogo tra imprese e cittadini, della compartecipazione e della sburocratizzazione come quello individuato da NeXt di Leonardo Becchetti, capace di fare emergere le imprese sostenibili e costruire dei percorsi di impatto decentralizzato e partecipato (cfr. NeXtImpact®) per accompagnarle nel cambiamento culturale verso una vera sostenibilità; e può essere utilizzato efficacemente per lo stesso scopo anche dagli altri soggetti quali i Comuni, le università, le scuole e gli enti del terzo settore. La società civile ha un ruolo centrale, così come le università per mettere insieme e condividere esperienze virtuose e smantellare dalle fondamenta una incrostazione formatasi nei decenni di passività individuale che ha comportato un progressivo deficit morale. Gli individui sono desiderosi di giustizia e di futuro, ma devono essere accompagnati in questo percorso di “recupero”. L’energia racconta questo futuro, che potrebbe non essere così distante. La nuova logica della sostenibilità parte dai luoghi di educazione e formazione e si riferisce alla cosiddetta “sostenibilità integrale” in tutti i soggetti economici. Una nuova economia non inseguirà il profitto fine a se stesso ma valorizzerà il comportamento delle imprese, delle amministrazioni e delle organizzazioni che intraprendono un percorso coerente verso la sostenibilità sociale ed ambientale. Il coinvolgimento delle nuove generazioni deve avere il compito di avviare percorsi di sviluppo sostenibile e progetti di autoimprenditorialità sociale, di sensibilizzazione verso modelli di produzione, consumo e risparmio responsabile, secondo una logica di scambio e di condivisione. Il rafforzamento delle reti locali è indispensabile per provocare un ampio dialogo sulla sostenibilità tra cittadini ed imprese, comunità locali, mondo del volontariato ed istituzioni, al fine di progettare soluzioni sostenibili per il territorio. Queste reti possono essere materiali (per esempio le Comunità Energetiche Rinnovabili e Territoriali) o immateriali dove la elaborazione culturale è fondata su un nuovo clima di fiducia, sulla trasparenza, sul confronto e sul dialogo. Anche in questo caso, l’energia del futuro insegnerà a tutti il suo valore di indipendenza, di pace, di libertà, oggi completamente inesistente. Anche in questo caso, l’energia del futuro insegnerà a tutti il suo valore di indipendenza, di pace, di libertà, oggi completamente inesistente. ▲ L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2023 34 *Prorettore alla Sostenibilità dell’Università “La Sapienza” RomaFoto di Google DeepMind L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2023 35 P er combattere la crisi climatica, garantire l’accesso all’energia a prezzi accessibili per tutti e ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, è necessario intraprendere una trasformazione digitale e sostenibile globale del nostro sistema energetico. Per raggiungere questi obiettivi, è fondamentale istituire a livello europeo un sistema energetico molto più intelligente e interattivo di quello che abbiamo oggi e per farlo il passo obbligato è la digitalizzazione. L'efficienza energetica, la decarbonizzazione, l'elettrificazione, l'integrazione settoriale e il decentramento del sistema energetico richiedono uno sforzo massiccio in questa direzione. Il risultato finale è un sistema che per esempio può aiutarci a visualizzare il nostro consumo di energia in tempo reale e a ricevere consigli personalizzati su come ridurlo. Gli strumenti digitali possono anche regolare la temperatura dell’ambiente, caricare i veicoli elettrici e gestire gli elettrodomestici per sfruttare i prezzi più bassi dell'energia mantenendo Reti di elettroni La digitalizzazione delle reti energetiche è una tappa obbligata per la decarbonizzazione ENERGIA / di Cecilia Bergamasco*L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2023 36 un ambiente interno confortevole e sano. Mentre le autorità pubbliche potrebbero utilizzare strumenti digitali per mappare, monitorare e affrontare meglio la povertà energetica; dal canto suo il settore energetico riuscirebbe a ottimizzare le sue operazioni e dare priorità all'uso delle energie rinnovabili. Insomma, la digitalizzazione delle reti potrebbe essere un grande stravolgimento. «Davanti alla digitalizzazione – spiega G.B. Zorzoli esperto del settore energetico - le utility stanno adottando due atteggiamenti diversi. Alcune si limitano a utilizzare i dati, raccolti attraverso sistemi di monitoraggio, per rendere più efficiente e meno costoso il loro business tradizionale. Le utility più lungimiranti, invece, sfruttano anche le opportunità di allargare le proprie attività a nuovi segmenti di mercato, a partire dai servizi ai clienti». Uno dei principali driver di sviluppo delle reti elettriche, in particolare di distribuzione, riguarda la progressiva diffusione della digitalizzazione sia sul fronte della gestione della rete sia su quello dei rapporti con gli utenti della stessa, passivi, attivi e sempre più prosumer. Le nuove tecnologie e i nuovi prodotti digitali consentono una più efficiente gestione dei servizi interni e delle tradizionali attività produttive delle utility, rendono l’esercizio della rete elettrica più flessibile ed efficace, facilitano la manutenzione preventiva. Con l’utilizzo di Big Data si possono ottimizzare le decisioni strategiche e tattiche. Sono azioni necessarie per ridurre la rigidità del vecchio sistema elettrico, che sempre più deve cedere il passo alla flessibilità, tipica della generazione distribuita. «La gestione dell’infrastruttura di rete consiste nella pianificazione e nello sviluppo della stessa, nella gestione operativa e, infine, nell’analisi dell’esercizio. Il planning e l’analisi dell’esercizio beneficeranno della crescente disponibilità di dati per la costruzione e utilizzo di scenari sociali, economici e infine energetici, da cui stimare e aggiornare periodicamente i piani di sviluppo delle reti di distribuzione, attraverso l’utilizzo di strumenti software sempre più sofisticati e in cui ai tradizionali approcci deterministici e a quelli più recenti probabilistici, inizia ad affiancarsi l’intelligenza artificiale», precisa Fabio Zanellini, coordinatore del Gruppo di lavoro Accumuli di Italia Solare e responsabile degli Affari tecnici e regolatori in Renentis. Le reti energetiche intelligenti - cioè in grado di fare delle “retroazioni” - devono disporre di dati affidabili, capacità di calcolo e di attuatori che pilotino e correggano quando serve. «Il Controllore Centrale di Impianto (CCI) previsto dalla normativa italiana va esattamente in questa direzione perché consente di avere una catena di misura affidabile e di mettere in connessione produttori, consumatori e trader specializzati. Non dimentichiamo che a tutto ciò parteciperanno, direttamente o indirettamente, non solo i produttori (generazione diffusa) ma anche i consumatori (carichi modulabili)», dice Stefano Cavriani, consigliere di Italia Solare e Founder e Director di EGO Energy. La digitalizzazione investe anche l’esercizio della rete, con la diffusione Le nuove tecnologie digitali permettono una maggiore efficienza e flessibilità nella gestione dei servizi, sia rispetto alla pianificiazione e allo sviluppo della rete sia nella manutenzione preventiva e nella misurazione di energiaL'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2023 37 dell’automazione di rete, del telecontrollo, per migliorare la qualità del servizio e dei dispositivi di protezione e monitoraggio in particolare sulla rete di bassa tensione. Ma riguarda anche i processi di organizzazione e gestione aziendale, per esempio per quanto concerne la pianificazione e gestione degli interventi sulla rete e l’esecuzione degli stessi, in cui fa irruzione l’utilizzo della realtà aumentata. «Gli utenti stessi della rete sono coinvolti nel processo di digitalizzazione su due fronti: quello di un monitoraggio degli scambi energetici dei clienti di piccole dimensioni più tempestivo e aperto agli utenti, attraverso la diffusione dello smart meter 2G e quello della produzione», precisa Zanellini. Ovviamente in tutto questo le batterie (elettrochimiche, pompaggi idro, altre tecnologie) avranno un ruolo decisivo, e non saranno solo quelle utility-scale o domestiche (stazionarie) ma anche le batterie “mobili” installate sui veicoli. «Ecco perché la mobilità elettrica è un elemento importante nell’evoluzione del sistema – non solo per l’inquinamento ridotto, ma proprio per i servizi di rete. Dispositivi di misura, capacità di connessione e appunto capacità di azione intelligente da parte di operatori di mercato saranno fondamentali e avranno un ruolo decisivo», aggiunge Cavriani. In pratica, si tratterà di gestire attivamente l’universo infinito dei carichi diffusi (consumo) e della futura generazione distribuita, con 1,5 milioni di impianti già presenti in Italia. La digitalizzazione si pone come un requisito irrinunciabile per l’abilitazione di una transizione energetica basata sulla generazione rinnovabile diffusa e sui sistemi di accumulo, anche rappresentati dalla mobilità elettrica. ▲ Prompt AI: SF *Giornalista e consulente di comunicazione tecnico scientificaL'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2023 38 COMPLESSITÀ / di Sergio Boria* L’ approccio sistemico è anti-intuitivo. Concetti come “auto- organizzazione” o “causalità circolare” sono spaesanti per chi utilizza un approccio lineare ai problemi e ama le certezze. Anche l’idea che la conoscenza sia frutto di una costruzione sociale quindi sempre contestuale e storicamente determinata, può dare fastidio a chi cerca un forte (seppur illusorio) radicamento ontologico. Questo è il motivo per cui l’approccio sistemico è scarsamente rappresentato, minoritario, nei vari contesti disciplinari della conoscenza e delle professioni. Ciò non è vero per l’ecologia che per sua natura è sistemica; studia l’interdipendenza tra i componenti degli ecosistemi, l’ordine, la dinamica, l’evoluzione e il modo in cui tutto è perturbato dalla presenza dell’uomo (Antropocene). Proprio, ma non solo, per questa scarsa presenza dell’approccio sistemico nelle pratiche umane, sarebbe cruciale che le esperienze di studio-ricerca e di attivismo, si collegassero in rete in un sistema coerente e integrato. Ci vorrebbe Fare sistema L’approccio sistemico è il migliore per affrontare le sfide future, ma c’è chi usa ancora quello lineare Foto di Google DeepMindil definirsi di un sistema dei sistemici. Per il momento non è accaduto e questo, anche se in linea con gli attuali processi di individualizzazione e frammentazione operanti nella dimensione sociale, è una contraddizione all’interno dell’arcipelago dei sistemici. La realtà in cui siamo immersi ha una natura ecologica; le distinzioni tra le varie discipline di studio dovrebbero essere solo degli espedienti per non disorientarsi e le conoscenze disciplinari dovrebbero connettersi e dialogare, proprio come la realtà della vita nella sua complessità. C’è una differenza fra il costituirsi di una rete di soggetti che fanno e studiano le stesse cose, come per esempio nel caso dell’IPCC o dell’IPBES e il costituirsi di una rete di soggetti che operano in ambiti diversi, come dovrebbe essere per la rete dei sistemici. Nel primo caso, l’oggetto di osservazione e intervento, è lo stesso (cambiamenti climatici o biodiversità), mentre nel secondo, a far da connessione, sono l’approccio e le premesse epistemologiche che fondano la conoscenza che dovrebbero riconoscere aspetti dinamico-processuali simili in diversi contesti appartenenti a diversi livelli di vita (micro, meso e macro). Qui risuona l’invito che Edgar Morin, sociologo e filosofo francese della complessità rivolge da anni ai sistemici a praticare il metodo della meta- trans-disciplinarietà. Quali processi, regole, e vincoli, a livello auto-organizzativo ma anche quali possibili discontinuità e dinamiche non lineari, hanno in comune i sistemi viventi? Fare questo lavoro di tipo abduttivo, mettendoli a confronto vuol dire esercitare il metodo della meta-trans-disciplinarietà e ricercare quello che Gregory Bateson chiamava il “pattern with connect” (“modello con connessione”). Si tratta di un lavoro che attraversa le discipline di studio-ricerca- intervento che può essere realizzato con la collaborazione di biologi, medici, ecologisti, economisti, sociologi, psicologi, filosofi, pedagogisti, ecc., che condividono l’orientamento sistemico. Quale può essere per i sistemici una buona motivazione a fare sistema esercitando la meta-trans-disciplinarietà e sviluppando una comune consapevolezza epistemologica nonché un metodo condiviso? Non la ricerca del profitto, né vari fondamentalismi, bensì il desiderio, se non addirittura il sentimento d’urgenza, di prendersi cura del mondo e dell’uomo nel rispetto della loro complessità. Parlo di urgenza rispetto a global warming, perdita di biodiversità, inquinamento, crescita esponenziale delle disuguaglianze sociali e conflitti bellici, che stanno spingendo verso un destino tragico. La mia convinzione è che sia necessario lavorare su un tema trasversale, rilevante nei vari contesti disciplinari; quello della salute può essere una sorta di via maestra, da non considerare come pura assenza di malattia (OMS), ma come esperienza di benessere e integrazione, alimentata da condizioni di contesto ancora da definire secondo le chiavi di lettura del pensiero sistemico. La promozione della salute sarà da intendersi come una serie di politiche e di pratiche per favorire le suddette condizioni di contesto. L’augurio è che l’AIEMS dia il proprio contributo nel favorire un progressivo e fertile dialogo tra soggetti orientati al pensiero sistemico. Soggetti che siano motivati dalla cura del mondo e della condizione umana, che abbiano la meta-trans-disciplinarietà come metodo condiviso e che decidano di collaborare alla definizione e promozione della salute come area d’intervento. In tal senso la fitta rete di contatti stabilita negli anni attraverso le riviste dell’Associazione e le molte attività del Laboratorio di Ecologia della Salute rappresenta un patrimonio relazionale che fa ben sperare. ▲ *Psichiatra- Psicoterapeuta - Presidente AIEMS - Associazione Italiana di Epistemologia e Metodologia Sistemiche Direttore delle riviste on line “Riflessioni Sistemiche” ed “Ecologia della Salute” - Coordinatore del Laboratorio di Ecologia della SaluteNext >