< PreviousL'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2020 60 D omenica 11 ottobre la Marcia PerugiAssisi si tra- sforma in una Catena Umana lunga 25 km. Una catena di donne e uomini che credono nella pace e sono disponibili a impegnarsi, a fare qualcosa di concreto e utile. È una grande sfida perché sarà la prima volta in Italia e per- ché 25 chilometri sono tanti. Eppure ci dobbiamo provare. Stiamo vivendo un lungo momento difficile. Non solo per il Covid-19 ma perché tutte le grandi e piccole crisi che non ab- biamo risolto stanno esplodendo. Il cambiamento climatico, la distruzione dei beni comuni e la devastazione ambientale, l’aumento vertiginoso delle disuguaglianze e delle migrazioni, la crescita della disoccupazione, le vecchie e nuove povertà, le guerre, la corsa agli armamenti, l’incessante competizione selvaggia, l’attacco alla partecipazione civile, alla democrazia e alle istituzioni democratiche… non temono il Covid-19 e continuano a lastricare il nostro futuro di violenza. Catene di pace Costruiamo assieme una Catena Umana per la pace e la fraternità da Perugia ad Assisi IL MONDO CHE CAMMINA / di Flavio Lotti* La Marcia PerugiAssisi si trasforma in una Catena Umana lunga 25 kmPer questo chi ama la pace, per sé e per gli altri, non deve lasciarsi paralizzare dalla paura del virus. Anzi, questo è il momento in cui dobbiamo unire le forze di tutti gli “amanti della pace” e organizzare la lotta contro tutti i virus che impazzano nel mondo. La PerugiAssisi che si trasforma in Catena Umana (una manifestazione statica con il distanziamento sociale e il rispetto di tutte le norme sanitarie anti Covid-19) è il sim- bolo della resilienza che devono avere i costruttori di pace per proseguire il lavoro quotidiano che si sono assunti. Con umiltà e determinazione. La PerugiAssisi che diventa Catena Umana è un’assun- zione di responsabilità di fronte a tutte le grandi sfide da affrontare. Confermando la data dell’11 ottobre, fissata da più di un anno, vogliamo ribadire che nessuno si può permettere di rinviare l’appuntamento con le proprie re- sponsabilità. Molti si ostinano a non vedere né capire. Alcuni non han- no i mezzi per farlo. Per questo è necessario tornare a incontrarci in quella lunga la strada che dal 1961 riuni- sce tante energie positive impegnate a migliorare la vita e il mondo in cui viviamo. Dobbiamo farci sentire, per rompere il gravissimo silenzio che circonda le tragedie dei nostri giorni e riaprire il nostro sguardo sul mondo. Il Covid-19 ha imposto molte chiusure ma non possiamo permettere che riduca la nostra consapevolezza dell’inter- dipendenza planetaria in cui siamo avvolti. L’11 ottobre vogliamo dare voce ai bambini, alle donne e agli uomini che sono sotto le bombe o i manganelli in tante parti del Mondo ma anche alla domanda di giustizia degli esclusi e degli impoveriti da un’economia che continua a uccidere e distruggere. Un’altra economia è necessaria e urgente. Un’economia della cura, un’economia di pace e fraternità fondata sul disarmo e la sostenibilità. Costruirla non è facile ma nem- meno impossibile. Come gli amici di EcoFuturo ben san- no, molte persone, gruppi, organizzazioni e istituzioni, dentro e fuori il nostro Paese, stanno cercando di per- correre le vie del cambiamento, analizzando i problemi, avanzando proposte politiche, realizzando esperienze di economia civile, circolare, sostenibile, sociale e solidale, di comunione, del bene comune, della conoscenza aperta. Di fronte al buio e alla cecità dilaganti, la Catena Uma- na dell’11 ottobre e il Meeting “Time for Peace-Time to Care”, che si svolgerà a Perugia e in tante altre città ita- liane il 9 e 10 ottobre, serviranno a riunire, far emergere, rafforzare e rendere sempre più contagiose tutte queste esperienze ed energie unite dal lavoro di cura del bene comune. Non sarà un fatto estemporaneo ma una nuova tappa del comune impegno a costruire oggi un futuro mi- gliore per tutte e tutti. ▲ Come partecipare? Tutte le persone, i gruppi, le associazioni, le scuole e gli enti locali che vogliono partecipare si devono iscrivere sul sito www.perugiassisi.org compilan- do il proprio modulo d’iscrizione. Tutti i partecipanti, dopo essersi registrati online, riceveranno l’in- dicazione del luogo dove recarsi. Ad attenderli ci sarà un membro del Comitato organizzatore ogni 100 metri di strada che avrà il compito di curare la costruzio- ne della Catena Umana in quel tratto. La costruzione della Catena Umana avrà inizio alle ore 10.00 e si concluderà alle ore 14.00. Ogni partecipante è invitato a: portare uno o più fili (minimo 3/4 metri) da annodare ai fili portati dagli altri partecipanti (cerchiamo di renderli visibili!); portare la mascherina e il gel idroalcolico per le mani; portare cartelli, striscioni o altri strumenti per promuovere il pro- prio impegno per i diritti umani e la pace, la solidarietà e la giu- stizia; animare il proprio tratto di strada con la musica, la danza, il teatro, la poesia. * Coordinatore Tavola della Pace e Marcia per la Pace PerugiAssisi Per info: Comitato PerugiAssisi Tel. 335.6590356 email: adesioni@perlapace.it www.perlapace.it www.perugiassisi.org L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2020 62 Viaggiare in epoca Covid-19 La pandemia globale impone un ripensamento importante del viaggio, non solo nelle sue modalità VIAGGI / di Michele Dotti S i può viaggiare in tanti modi diversi e non mi riferisco solo al mezzo di trasporto, ma allo spirito che ci spinge a partire e che ci accom- pagna durante il viaggio. C’è chi parte per curiosità, per rilassarsi, per cercare av- venture, per scoprire bellezze artistiche o naturali. E mille altri modi ancora. Durante il periodo del lockdown, i viaggi si sono ferma- ti. Nel precedente numero di Ecofuturo abbiamo scelto di proporre “viaggi virtuali”, attraverso siti Internet che permettono di esplorare in 3D luoghi meravigliosi quali Yosemite National Park, Nevada Falls, il Perito Moreno e molti altri ancora. Quest’estate, si è assistito a una diffusa riscoperta della nostra splendida penisola, un po’ per il timore dei viag- gi all’estero (dimostratosi poi fondato, se pensiamo ai numerosi contagi da rientro), un po’ per sostenere l’e- conomia nazionale, messa a dura prova dalla pandemia. In generale questo ha portato ad accorciare le distanze, cosa accaduta un po’ in tutte le filiere non foss’altro che per necessità, poiché i trasporti internazionali sono rima- sti per lungo tempo bloccati riducendone di conseguenza Foto di Imad Zebala63 L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2020 l’impatto ambientale legato all’industria del turismo. Se è possibile durante il nostro viaggio, essere rispetto- si dell’ambiente, prestando attenzione a numerosi aspetti quali i rifiuti, l’acqua, l’energia, non è altrettanto facile im- maginare di coniugare lunghe tratte e sostenibilità, perché lo spostamento (specialmente quello aereo) ha un impat- to ambientale molto elevato, stimato intorno al 2% delle emissioni mondiali di gas serra e al 12% delle emissioni di CO 2 legate ai trasporti. Per fortuna sono sempre più numerose le compagnie aeree che offrono ai passeggeri al costo di pochi euro appena, la possibilità di compensare le emissioni di CO 2 andando a sostenere programmi per lo sviluppo delle energie rinnovabili o la riforestazione. L’ae- reo, per fortuna, non è l’unico mezzo di trasporto e a volte è possibile fare viaggi bellissimi anche in nave, in treno con la bici al seguito, persino a piedi se non si ha troppa fretta! È proprio muovendosi lentamente che si riescono a cogliere meglio le sfumature, ad assaporare la bellezza dei paesaggi e a godere delle relazioni con le persone che si incontrano lungo il cammino. Del resto, come scriveva Marcel Proust: «Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’ave- re nuovi occhi» e non è detto che lunghe distanze siano di aiuto. Anzi è proprio nei viaggi internazionali, se non ab- binati a un’adeguata preparazione, che aumenta il rischio di confermare tutti gli stereotipi. Com’è ben descritto nel proverbio africano: «L’occhio dello straniero vede solo ciò che già conosce”. Lunghe distanze non essenziali Non è certamente nella distanza che risiede il senso del viaggio. Come scriveva Pino Cacucci: «Si possono percor- rere milioni di chilometri in una sola vita senza mai scal- fire la superficie dei luoghi né imparare nulla dalle genti appena sfiorate. In senso del viaggio sta nel fermarsi ad ascoltare chiunque abbia una storia da raccontare». E a ben guardare, ovunque può esserci qualcuno che avreb- be una storia interessante da raccontare, anche vicino a noi: gli anziani che giocano a bocce, i giovani skater che portano sulle loro tavole sogni, paure e speranze della loro età oppure le mamme al parco che già parlano del futuro dei figli in passeggino… persino gli sconosciuti al bar possono avere una storia curiosa che aspetta solo di essere raccontata. Per chi ama la Natura, non occorre andar lontano per scoprire bellezze affascinanti. Le meravigliose foto di Imad Zebala che accompagnano quest’articolo realizzate nel giardino di casa sua, ci aprono a un mondo stupendo -quello su piccola scala- al quale normalmente non faccia- mo caso, che potrebbe essere a pochi metri da casa nostra. Questo cambiamento di prospettiva schiude interrogati- vi profondi e ne vorrei evidenziarne uno in particolare: «perché mai dovremmo viaggiare solo durante le ferie? Se riscopriamo la possibilità di stupirci -che un po’ tutti da bambini abbiamo sperimentato - possiamo viaggiare tutti i giorni dell’anno». È sufficiente andare al lavoro facendo un percorso diver- so. Magari impiegando qualche minuto in più rispetto al tragitto abituale ma la diversa prospettiva ci farà notare cose nuove, possibili fonti di ispirazione. Questa, non a caso, è una delle tecniche consigliate per sviluppare la nostra creatività e il pensiero laterale. Capacità delle quali avremo sicuramente bisogno -insieme all’apertura men- tale che il viaggio può offrire- per fare fronte alle grandi sfide della nostra epoca: prime fra tutte quella climatica e quella della biodiversità. ▲ L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2020 64 Allenarsi con l'ambiente Lo sport può rappresentare un ottimo veicolo per l’educazione ambientale EDUCAZIONE E SPORT / di Romano Ugolini* F in dall’antichità lo sport ha avuto un impatto edu- cativo importante. I Romani insegnavano ai pro- pri adolescenti il motto... «Mens Sana in Corpore Sano» ovvero: mente / anima sana in un corpo sano (inteso come corpo tonificato anche da attività fisica). Da oltre un secolo, il sistema scolastico, sin dalle scuole elementari, prevede alcune ore settimanali di "educazio- ne fisica". Da genitore oggi, e prima da studente prati- cante vari sport, non posso che compiacermi per questa possibilità che hanno i nostri figli. Allo stesso tempo, da appassionato di ecologia, ambiente e avido studioso dei fenomeni legati al cambiamento climatico, mi domando perché nella scuola non si parli sufficientemente di educa- zione ambientale. Aggiungerei di educazione civica, ma il discorso diventerebbe troppo ampio, pertanto mi soffer- merò sull'educazione ambientale. Ambiente da insegnare Il tema della sostenibilità coinvolge sempre più intere so- cietà e istituzioni, soprattutto alla luce di quanto accaduto con la pandemia di Covid-19 e come tale è giusto che di- venti -da quest’anno- materia d’insegnamento; il beneficio dell’educazione ambientale si allarga anche ai genitori che, ascoltano con maggiore attenzione le buone pratiche ap- prese dai figli. Io stesso ho appreso dai miei figli, in Ger- mania, dove vivo, come fare la corretta raccolta differen- ziata o come prestare attenzione al consumo scriteriato di acqua o di energia. Lo stesso Robert Baden-Powell, fondatore del movimento mondiale dello scoutismo, insegnava il precetto: «Lasciare il mondo migliore di come si è trovato». Oggi oltre a in- segnare dobbiamo agire per un futuro che non modifichi i delicati equilibri ambientali: evitando lo spreco energeti- co, i rifiuti indifferenziati, l’abuso di materiali e di risorse inquinanti. È evidente che stiamo vivendo al limite delle possibilità del nostro Pianeta. Se interrompiamo i cicli e le "regole" della Terra è inevitabile che essa si ribelli attraver- so incendi spontanei, alluvioni, tempeste sempre più frequenti e imprevedibili. Fenomeni che sono solo il prologo di cambiamenti che avverranno velocemente e ren- deranno vaste aree del Pianeta, oggi abitate, inospitali. Le migrazioni che osserviamo dal Sud del Mon- do sono un effetto collaterale del cambiamento climatico, ma non ce ne siamo ancora accorti. Non illu- diamoci che il solo progresso tec- nologico possa aiutarci a risolvere il problema; la scienza e la genetica da sole non possono modificare la situa- zione in atto senza la nostra volontà e im- pegno. Occorre essere più consapevoli, meno egoisti, meno pigri. È importante educare i nostri figli che, con i loro figli, avranno un ruolo cruciale nel tentare di arrestare un processo distruttivo che potrebbe diventa- re un irreversibile punto di non ritorno. Non abbiamo un secondo Pianeta dal quale attingere, è necessario curare e difendere questo. Dobbiamo rispet- tare la biodiversità e quel piccolo fragile strato chiamato biosfera che protegge la superficie terrestre e al cui inter- no sussistono le condizioni indispensabili alla vita umana, animale e vegetale. Il tema dell'ambiente non è visto da tutti come ingaggiante o interessante, pertanto abbiamo pensato che fosse necessario trovare argomenti o scenari vicini al grande pubblico. Lo sport, con il suo linguaggio universale, può essere un magnete potente per diventare l’amplificatore di messaggi ecosostenibili. A questo proposito possiamo citare Ecoevents, un’inte- ressante iniziativa partita nell'autunno 2019, che pro- muove la sua attività di certificazione di even- ti ecosostenibili sui campi della serie A (vedi foto). Rendere un qualsiasi evento sporti- vo ecosostenibile, significa abbatte- re l'impatto ambientale dell'evento stesso ma soprattutto sensibilizza- re il pubblico verso le buone prati- che ambientali da imitare nella vita quotidiana. Il protocollo con le linee guida è sta-to realizzato in collaborazione con Legam-biente che ogni anno contribuisce all’educazione di 30 mila classi di studenti su temi lega- ti all'eco-sostenibilità. Ecco che il connubio fra sport ed ecologia prende forma in progetti di formazione ed edu- cazione nei briefing e workshop, partendo dalle piccole società sportive dei settori giovanili e arrivando ai grandi club del calcio con la loro grande attrazione mediatica. Quindi, parliamo ai nostri ragazzi di sport ed ecologia, i benefici sono evidenti: da un lato più salute attraverso l'esercizio fisico nell’emulare i loro campioni, e dall'altro meno inquinamento respirando aria più pulita in un am- biente più accogliente, non ostile. Non deve cambiare il clima, devono cambiare le nostre abitudini. Ognuno deve fare la sua piccola parte, che moltiplicata per 7,5 miliardi di esseri umani fa un’enorme differenza. ▲ Lo sport, con il suo linguaggio universale, può essere un magnete potente per diventare l’amplificatore di messaggi ecosostenibili. * Fondatore e titolare Ecoarea Better Living, Cofondatore Rete Ambiente e Salute ed Ecoevents L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2020 6667 L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 202068 L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2020 Tutte le culture e le conoscenze mediche antiche hanno sempre avuto una parte del corpo come espressione del tutto. Sappiamo, per esempio, che per chi fa riflessologia plantare, il piede è un mondo. Nel piede c’è riflesso l’intero corpo umano con muscoli, ossa, organi e visceri. Lo stesso accade per l’auricoloterapia che ha l’orecchio come espressione del corpo e gli occhi e per l’iridologia, come espressione del tutto. Come mai è possibile e perché in una parte del nostro corpo può essere inscritta interamente la nostra persona? La risposta è nell’embriologia e nel suo sviluppo e correlazioni. C’è un sapere antico che era già a conoscenza di tutto quello che noi abbiamo scoperto con i nostri strumenti sofisticati. Il cuore, per esempio, è il primo organo che si forma e condizionerà, grazie alla sua frequenza, lo sviluppo di tutto il resto. Poi il primo tessuto che si forma, a livello embrionale, è la lingua che ha sedici muscoli per lato che richiamano i due lobi del cervello e un solo muscolo centrale non innervato né vascolarizzato che richiama il corpo calloso. La lingua ha trentadue muscoli che sono l’esatto numero delle vertebre e nascendo insieme ai mesomeri, che saranno poi le vertebre, porta con sé tutte le informazioni anche dei metameri. Questo è il motivo per cui nelle medicine antiche, come la cinese e la ayurvedica, la lingua è un potente strumento diagnostico insieme al polso. Se abbiamo detto che tutto è partito dalla frequenza del cuore, si può ben capire come un polso alterato possa portare, per chi sa ascoltare, ad individuare dove si annida il problema. Le antiche culture mediche e umanistiche queste cose le sapevano e, da una cultura all’altra, c’è stato un continuo trasferimento di conoscenza fino ad arrivare ai giorni nostri. La iperspecializzazione ha portato molti medici a trascurare la persona nella sua interezza. Vorrei che si potesse ritornare a cercare “nella parte il tutto” e non “il tutto nella parte”. Riportare queste antiche conoscenze a essere attuali, per condividere il sapere affascinante di epoche in cui menti geniali spinsero le frontiere in campo medico così avanti fino a farle arrivare fino a noi. E dove i Padri come Ippocrate, Galeno e gli altri possano esser visti non come figure storiche ma come i nostri antenati intellettuali che ci hanno lasciato una grande, immensa eredità. La scuola salernitana aveva nel suo “logo” qualcosa che noi abbiamo riscoperto solo nel diciannovesimo secolo e diventato attuale con il Covid-19. Affermava che: «Se gli umor vuoi tener sani, lava spesso le tue mani» Mille e trecento anni fa! Studiando antichi testi di medicina, dai cinesi ai greci, dagli egiziani agli indiani fino alla nostra scuola salernitana, ho scoperto che esisteva una conoscenza, quasi onniscienza, in campo medico che è andata perduta e dimenticata e vorrei si potesse recuperare. Una medicina globale e del benessere che parta dal passato per proiettarsi nel futuro. ECOSALUTE A cura di Espedito Leonardis* L'espressione del corpo La medicina inclusiva rappresenta un modo diverso di guardare il corpo umano *Chiropratico69 LIBRI Ogni lettura è un atto di resistenza. (Daniel Pennac) Una nuova economia ecologica Oltre il Covid-19 e il Cambiamento climatico Una nuova strumentazione, una cassetta per gli attrezzi che servono per creare una nuova economia più sostenibile, dopo il Covid-19, per fare fronte alla crisi climatica. È il senso del nuovo volume di Patty L'Abbate, "Una nuova economia ecologica" che non è un solo un insieme di strumenti tecnici. Il volume parte dal presupposto che sia necessario e urgente il passaggio a un nuovo modo di pensare l’economia e che servano gli strumenti per gestirla per raggiungere un futuro sostenibile ed equo. E le questioni che il nuovo modello economico dovrà affrontare non sono di poco conto. Oltre a quelle storiche legate al cambiamento climatico, all'inquinamento e allo sfruttamento eccessivo delle risorse, c’è la questione della pandemia globale del Covid-19 che apre nuovi problemi. Questo volume è una delle poche bussole che abbiamo. Il testo è un'introduzione ai metodi più avanzati di gestione delle risorse e di contabilità ambientale e propone una serie di criteri per il calcolo degli indicatori di sostenibilità – tra cui l’analisi Input-output e il Life Cycle Thinking, oltre agli strumenti per l’analisi del ciclo di vita dei prodotti. Si tratta di una cassetta degli attrezzi di cui tutti i nuovi decisori di qualsiasi livello, pubblici e privati, dovranno dotarsi per affrontare sul serio e con profitto - economico, ambientale e sociale - il Green New Deal, la transizione energetica, l’innovazione delle filiere produttive, il disaccoppiamento tra sviluppo economico e crescita, gli impatti sulla natura e, in ultima analisi, il cambio generale di paradigma che sta alla base di tutto ciò. Il volume è diviso in due parti. La prima è dedicata ai nuovi modelli d'economia per la transizione ecologica. È analizzato il significato del Capitale naturale, la diversità tra le risorse rinnovabili e non e la differenza fra sostenibilità “forte” e “debole”. E poi l’Agenda 2030, che tiene conto degli attuali limiti planetari, fino a un'analisi dettagliata di cosa s’intende per “Economia ecologica”. A seguire troviamo la rappresentazione dell’anidride carbonica e un approfondimento sugli aspetti tecnici e negoziali della lotta al cambiamento climatico. Poi una panoramica sul Green New Deal. La seconda parte, più tecnica, approfondisce gli strumenti della contabilità ambientale. Si descrivono i principali indicatori di sostenibilità, come l’Impronta ecologica, con cenni sull’eco-design e l’eco- innovazione. Una nuova economia ecologica Oltre il Covid-19 e il Cambiamento climatico Patty L’Abbate 256 pagine - € 22 euro - Edizioni Ambiente L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2020Next >