< Previous L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2019 Il corpo pensante Pensieri ed emozioni sono alla base dell’armonia tra corpo e mente ECOSALUTE / A cura di Espedito De Leonardis* La voglia e il bisogno di capire quella magia, rappresentata dal corpo umano, insieme a una grande curiosità scientifica, mi ha portato sempre di più ad addentarmi nei suoi segreti e nelle sue meraviglie. Tutte le nostre cellule, per esempio, si ricambiano mantenendo però una loro “memoria”. Eraclito, filosofo greco, affermava che non si può camminare nello stesso fiume due volte perché c’è nuova acqua che scorre, anche se rimane il medesimo fiume. Nello stesso modo noi ricambiamo, più velocemente di quanto crediamo, le nostre cellule, mantenendo il medesimo corpo. Cambiamo producendo una nuova pelle una volta al mese, l’intero rivestimento dello stomaco ogni cinque giorni, produciamo un nuovo fegato ogni sei settimane e un nuovo scheletro ogni tre mesi. Quando noi pensiamo di essere il nostro corpo fisico, alla luce di tutto ciò dobbiamo ricederci e accettare il fatto che quel modello di corpo fisico di tre mesi prima non è più lo stesso di quello attuale. Ma cosa è che equilibra, armonizza e collega il modello fisico che ero con quello che sono e quello che diverrò? Questa realtà è l’armonia corpo-mente che ha alla base un pensiero o un’emozione. Il pensiero è l’unità di quanto del nostro corpo, è quell’impulso che motiva e gestisce le azioni, un insieme di informazioni provenienti dalla nostra coscienza. E quando noi abbiamo un pensiero, una sensazione o un’idea, quindi pensiamo, il nostro cervello produce una serie di sostanze chimiche conosciute come neuropeptidi, come scoperto da una poetessa della medicina, Candace Pert. La dottoressa Pert ha rivoluzionato, con le sue scoperte, il modo in cui si pensava funzionasse il sistema nervoso. Ha scoperto che quando una cellula del cervello vuole comunicare con un’altra produce una sostanza chimica chiamata appunto neuropeptide. I neuropeptidi sono sostanze che si attaccano ad una sede recettiva di un’altra cellula e cosi su un’altra fino a quando il messaggio non è stato completato. Ma quale è l’origine del neuropeptide? La risposta è: un pensiero. Quindi il concetto fondamentale e che noi siamo i pensatori comandati dal pensiero. Ma proviamo ad andare oltre. Il nostro sistema immunitario è costituito anche da monociti, che sono talmente piccoli, undici micron, che in un centimetro vi sono circa diecimila monociti. Il monocite fu la prima cellula in cui furono trovate le sedi dei recettori per neuropeptidi oltre che sulle cellule del cervello e queste sedi erano identiche a quelle del cervello stesso. Questo vuol dire che il nostro sistema immunitario “intercetta” il dialogo neurologico interno. Non possiamo avere una sensazione o un’emozione senza che il nostro sistema immunitario non lo venga a sapere. E questo influenza il sistema immunitario. La successiva sorprendente scoperta fu che anche le cellule immunitarie producessero neuropeptidi. In altre parole abbiamo un sistema immunitario pensante che può non solo ricevere ma anche generare i suoi neuropeptidi. L’ulteriore scoperta fu il ritrovamento di sedi di recettori per neuropeptidi nelle altre varie parti del corpo, dal fegato ai reni, dallo stomaco all’intestino. Ed anche questi, oltre ad essere recettori, sono anche produttori di neuropeptidi. Per cui in altre parole noi abbiamo un corpo pensante. La mente quindi non è confinata nel cervello, il cervello non è la mente. La mente si trova in tutto il corpo, in ogni singola cellula del nostro corpo. Noi, quindi, non siamo corpi fisici che imparano a pensare. Siamo pensieri che imparano a creare, a modellare e gestire un corpo fisico. Siamo impulsi di intelligenza divina che sanno creare. Siamo pensieri, siamo emozioni che traducono una frequenza, una vibrazione, un’emozione in una creazione: il nostro corpo fisico. Questo grande capolavoro. *Espedito De Leonardis, chiropratico L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2019 LIBRI Ogni lettura è un atto di resistenza. (Daniel Pennac) Come costruire la città verde. Dalla riqualificazione edilizia all'urban farming Progettare lo sviluppo urbano del XXI secolo significa porre attenzione all'equilibrio ambientale fra l'ecosistema naturale - la porzione di territorio inedificata - e lo spazio costruito dall'uomo. Molte sono le domande che questo tema pone: Come si fa una rigenerazione urbana realmente sostenibile? In che modo il gardening tradizionale può trainare lo sviluppo dell'agricoltura in città? Il verde tecnologico (pensile, verticale, indoor ecc.) può fungere da base per nuove infrastrutture vegetate e corridoi ecologici? C'è differenza fra mitigazione e compensazione ambientale, e qual è il loro contributo alla biodiversità? Che cos'è l'urban farming? Quali vegetali commestibili si possono produrre al "livello zero urbano" piuttosto che su un giardino pensile o sulla facciata di un edificio? Che tipo di substrato si rivela più adatto per un orto urbano? È possibile realizzare l'agricoltura sinergica in città? Che cos'è il metabolismo urbano? Che cos'è una vertical farm e come si realizza? A queste domande il volume offre una risposta. Pag. 416 Editore: Sistemi Editoriali Tipo: Libro universitario Blue economy 2.0 di Gunter Pauli Utilizzando i rasoi usa-e-getta buttiamo ogni anno centinaia di tonnellate di titanio, estratte in miniere dall'altra parte del mondo e lavorate a temperature altissime con costi energetici e ambientali enormi. Quando beviamo un caffè diamo valore solo a una frazione minima della biomassa da cui è stato prodotto: il resto lo gettiamo nella spazzatura dove genera gas serra e danneggia i suoli. Gli esempi potrebbero continuare, ma è chiaro che l'umanità spreca troppa energia e materiali, e nel farlo emette troppi gas serra. Il principale responsabile di questo stato di cose è il modello economico dominante, basato su una logica lineare di incremento dei consumi. Serve una svolta, e questa può arrivare dalla blue economy teorizzata e applicata da Gunter Pauli. Incentrata sull'imitazione degli ecosistemi e la circolarità dei flussi di materia; negli ultimi vent'anni ha ispirato migliaia di imprenditori. 348 pagine € 25,00 Edizioni Ambiente Dal sole e dal vento di Marco Barberi Dall' “Energia solare” all'energia eolica, valido complemento a quella solare e, in zone adatte, capace di produrre grosse quantità di elettricità. Inoltre il "solare termico", già molto diffuso e alla portata di tutti, che permette un notevole risparmio in fatto di consumi. L’apporto energetico di queste fonti alternative sarebbe migliaia di volte superiore al nostro fabbisogno, costante e interamente rinnovabile in ogni zona, è disponibile in ogni parte del pianeta e la sua utilizzazione non solo non altera l’equilibrio naturale, ma al contrario la migliora sostituendosi ad energie fossili inquinanti. Vi proponiamo, attraverso questo libro, di scoprire i principi e gli usi di queste originali energie. 112 pagine € 12,50 Editore Edizioni C&C Srl Fiori, rimedi, ricette e magia di Roberta Rossini, Elena Rosa Carone Fabiani Questo volume è frutto di una scelta di vita: dedicarsi alla terra, coltivarla prendendosene cura e rispettandola. Ai fiori e alle erbe dei campi sono legati usanze, riti, miti, rimedi curativi e magici contro ogni avversità. Condividendo le nostre conoscenze e le nostre tradizioni, li riscopriremo insieme, imparando di nuovo ad amare e rispettare la biodiversità in tutta la sua ricchezza e le sue sfumature. Una guida che speriamo possa essere utile e dare una testimonianza di antiche memorie e di nuove speranze per le future generazioni. € 14,70 1 L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2019 La natura (in)differente: “Border - creature di confine” Quando le si avvicina qualcuno che ha qualcosa da nascondere Tina se ne accorge. Inarca appena il labbro superiore e muove le narici come se annusasse. Vuoi per la smorfia, vuoi per il suo aspetto francamente neandertaliano, Tina sembra proprio un animale selvatico, ma è un’agente della dogana portuale di una città svedese. Ferma nel corridoio della zona arrivi, già da diversi metri comincia a intuire qualcosa. Cosa? Verrebbe da dire “l’odore del male” se non suonasse incredibilmente trash… qualsiasi cosa sia, Tina la “sente” infallibilmente e per questo è una collaboratrice preziosa per la polizia. Possono essere piccole cosa come qualche bottiglia d’alcol di troppo oppure cose orribili come una chiavetta piena di video pedopornografici, che innescano una sottotrama “mistery” di Border, niente affatto gratuita (come alcuni hanno scritto) ma che anzi cela il più potente capovolgimento di tutta la storia. Convinta di essere affetta da una malattia genetica che la rende irrimediabilmente diversa da tutti, la vita di Tina scorre in grigia tranquillità nella sua casetta affondata nella foresta, con i cani del suo compagno che ogni volta che la vedono le abbaiano contro. La vediamo fare il bagno nuda nelle acque di un laghetto verosimilmente gelide o camminare scalza nella foresta. Una sera, mentre guarda la sua casa da fuori come se non le appartenesse, si trova accanto una renna che contempla con lei uno spettacolo umano che pare ad entrambi estraneo e Tina la accarezza come se fosse un animale domestico. La vicinanza alla natura sembra l’unica forma di amore che le è concessa, fino a quando alla dogana appare Vore, che somiglia talmente a Tina da farci pensare che soffrano della stessa “malattia genetica”. Vore confonde il fiuto infallibile di Tina, che sembra aver trovato una sorta di anima gemella, e tra i due scoppia una scintilla travolgente. La loro storia d’amore bizzarra e “freakish”, avviene in comunione totale con la natura selvaggia, ma la regia di Abbasi, concentrata sui dettagli e i primi piani dei personaggi (perfetto il make up), fa sì che anche le aperture su paesaggi, laghi, fiordi e foreste abbiano un tono claustrofobico e trasmettano una vaga estraneità, come se la natura si stesse allontanando da noi, verso il passato delle creature mitologiche che la trama evoca. Le scene d’amore tra Tina e Vore comunicano distanza e meraviglia allo stesso tempo, come se avvenissero su di un altro mondo e con stupore ci troviamo a realizzare che quel mondo non è un’astrazione leggendaria, ancora esiste ed è anche nostro. La natura sembrerebbe quindi ritirarsi da noi ed essere più vicina a creature altre, che, più che integrate, sembra siano state a forza cooptate nel consesso umano. Ma in realtà, come lo svilupparsi della trama mostrerà, nessun retaggio ancestrale è in sé è sufficiente a garantire una maggior “naturalità” intesa come valore. Tina e Vore non sono il buon selvaggio di Rousseau. La società è sufficiente ad annullare qualsiasi cultura del rispetto dell’Altro (e anche la natura può essere “Altro”) ma allo stesso modo la può favorire. Vore vive ai margini della società umana, orgogliosamente disprezzandola, ma questo non lo rende migliore di Tina, anzi. E quello a cui Abbasi ci fa pensare, soprattutto nell’ultima parte del film, è che non ci sia una via regia verso la natura che prescinda da un’etica del rispetto e della responsabilità, strumenti che dovranno essere impugnati con la stessa convinzione da ognuno di noi, umani o altro che siamo. L'AMBIENTE IMMAGINATO a cura di Stefano Visani Border, seconda regia dello svedese di origini iraniane Ali Abbasi, fa strame dei luoghi comuni sul rapporto tra noi e l’ambiente, la società e la natura, la realtà e la leggenda, ciò che è incontaminato e ciò che non lo è, l’umano e il bestiale e persino i concetti di “maschio” e “femmina”. Rimasto nelle sale solo pochi giorni con un incasso deprimente, è sicuramente da recuperare, perché è un bel film, è un’opera originale (il che di questi tempi è un gran merito) e la ricchezza dei suoi spunti può fornire un ottimo punto di partenza per un ampio spettro di riflessioni filosofiche, culturali, “politiche”. Border-creature di confine, Svezia, Danimarca - 2018 Regia: Ali Abbasi Con Eva Melander, Eero Milonoff 2 L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2019 Il motivo è che prima di tutto “Bella ciao” è una bella canzone e che fu veramente poco cantata durante la Lotta di Liberazione dal Nazifascismo da parte dei Partigiani. Molto più in voga era infatti “Fischia il vento” che nasceva tra l’altro sulle basi di un’aria russa. Ma Bella Ciao venne poi cantata e tradotta dopo la Seconda Guerra Mondiale e diffusa in tutto il mondo grazie alle numerose delegazioni partecipanti al Primo festival mondiale della gioventù democratica che si tenne a Praga nell'estate 1947, dove andarono giovani partigiani emiliani che parteciparono alla rassegna canora “Canzoni Mondiali per la Gioventù e per la Pace”, i quali inventarono il tipico ritmico battimano che fu uno degli elementi per diffonderla e farla diventare un successo internazionale. "Do it now", dunque, fallo ora. È il titolo della canzone tornata virale in questi giorni con l'avvicinarsi del "Fridays For Future", la manifestazione su scala globale ispirata dalla sedicenne Greta Thunberg a favore dell'ambiente. "Dobbiamo svegliarci, dobbiamo aprire gli occhi, dobbiamo farlo ora. Dobbiamo costruire un futuro migliore, e dobbiamo iniziare ora", recita il testo del brano cantato da centinaia di bambini sulle note di "Bella Ciao". Il video risale al settembre 2012, quando in Belgio venne organizzata "Sing for the climate" una manifestazione ambientalista analoga a quella del 15 marzo che vide la partecipazione di oltre 380mila persone. È in quell'occasione che venne girata la clip di "Do It Now", presentata successivamente al primo ministro belga in una proiezione durante l'ultima seduta plenaria della conferenza delle Nazioni Unite di Doha sui cambiamenti climatici e che sta facendo il giro del mondo cantata da tutti, segno che “Bella Ciao” è un vero e proprio evergreen immortale, prima di tutto per la sua costruzione musicale. MUSICA PER L'AMBIENTE a cura di Giordano Sangiorgi "Sing for the Climate" "Do it now" "Bella ciao" Torna l’eco-band di Capone & BungBangt con “WhiteBlack” S'intitola "WhiteBlack" ed è dedicato agli emigranti italiani dei primi del '900 il nuovo singolo dello eco-band Capone & BungtBangt, divenuta famosa perché si esibisce suonando strumenti costruiti con rifiuti riciclati. L'urgenza emotiva e artistica del frontman, Maurizio Capone, artista napoletano che ha ricevuto il Premio "Felicia e Peppino Impastato", assieme al Sindaco di Riace, Mimmo Lucano, lo riporta agli onori della cronaca con questo brano, diretto, semplice ed ironico; un inno alla riflessione e un invito a non perdere la memoria. E così prosegue il felice rapporto tra Musica e rifiuti: questo è il progetto diventato realtà di Maurizio Capone, che 20 anni fa ha creato questo gruppo di “rifiutati” che arrivò, pochi anni dopo, addirittura in diretta su Quelli che il Calcio con Pupo dal MEI 2005 di Faenza. Una sorta di rifiuto creativo: ogni strumento viene creato dal riutilizzo intelligente e quasi folle di un oggetto a fine vita. Ognuno di noi da piccolo suonava le pentole, magari coi cucchiai, come i più grandi batteristi, sognando chissà quale concerto ma soprattutto con il grande piacere di creare suoni ed ecco che così nella band c’è chi suona la “Buatteria”, una sorta di batteria con pezzi di lamiera, catene e coperchi, c’è chi preferisce diventare un novello Jimi Hendrix suonando la Mazzarra, chitarra con pezzi di parquet, pezzi di compensato, pezzi di bacinella e corde, ovviamente, di vecchie chitarre. Insomma c’è la possibilità per ogni persona di diventare un fenomeno della musica, occorre solo saper riciclare i propri oggetti. Todo Cambia // Mercedes Sosa “Cambia ciò che è superficiale e anche ciò che è profondo cambia il modo di pensare cambia tutto in questo mondo. Cambia il clima con gli anni cambia il pastore il suo pascolo e così come tutto cambia che io cambi non è strano. Cambia il più prezioso brillante di mano in mano il suo splendore cambia nido l’uccellino cambia il sentimento degli amanti. Cambia direzione il viandante sebbene questo lo danneggi e così come tutto cambia che io cambi non è strano. Cambia, tutto cambia cambia, tutto cambia cambia, tutto cambia cambia, tutto cambia. Cambia il sole nella sua corsa quando la notte persiste cambia la pianta e si veste di verde in primavera. Cambia il manto della fiera cambiano i capelli dell’anziano e così come tutto cambia che io cambi non è strano. Ma non cambia il mio amore per quanto lontano mi trovi né il ricordo né il dolore della mia terra e della mia gente. E ciò che è cambiato ieri di nuovo cambierà domani così come cambio io in questa terra lontana. Cambia, tutto cambia…”. "Bella ciao" diventa un inno per l'ambiente: il coro dei bambini torna virale per Friday For Future Capone & BungtBangt PAROLE IN MUSICA di Sauro SecciL'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2019 74 Stare in piedi e camminare sono attività semplici che si fanno regolarmente tutti i giorni. Queste due attività, tuttavia, non sono così semplici come possono apparire ai nostri occhi. Il 70% della forza generata dal corpo umano serve per contrastare efficacemente la forza di gravità e, quindi, per stare nella stazione eretta. Inoltre, una delle attività più complesse sia da un punto di vista dell'organizzazione neurologica, sia come coordinazione neuro-muscolo- articolare è camminare. Da queste due considerazioni si può evincere quanto sia importante l'appoggio del piede per terra e la corretta meccanica tra le varie ossa del piede e della caviglia. Basta pensare che tutto il peso del corpo viene caricato sull'astragalo (un ossicino del peso) e che da lì viene distribuito su tre punti precisi: calcagno, testa del primo metatarso e testa del quinto metatarso. Alterare questi delicati equilibri può comportare grande effetti negativi sul corpo (problemi posturali, alluce valgo, neuroma di Morton, artrosi del ginocchio e/o dell'anca, ecc.). Uno dei modi peggiori per modificare questi complessi meccanismi è...indossare le scarpe! Le calzature raramente sono fatte su misura e tra rialzi e supporti tendono a cambiare il rapporto tra il piede e la terra. In particolar modo la forma della scarpa comporta una anteriorizzazione del baricentro del corpo con conseguente aumento del carico del peso sull'avampiede. Tale condizione viene peggiorata con le scarpe femminili a tacco alto, in quanto il peso del corpo viene distribuito sulle ossa delle dita che sono molto più delicate. Altri meccanismi che soffrono notevolmente per queste modificazioni sono l'equilibrio e la propriocezione. Le informazioni provenienti dalle articolazioni e dai muscoli dei piedi, che vengono elaborate dal cervello e che determinano specifiche risposte motorie in base a situazioni differenti, vengono completamente alterate per colpa delle scarpe. Si ha anche una riduzione della sensibilità tattile del piede, in quanto si perde gradualmente quella capacità di avvertire le differenze sottili del pavimento su cui ci troviamo. So bene che la nostra società impone l'uso delle scarpe anche per motivi di igiene e sicurezza, ma sappiate che meno portiamo le scarpe, più felici sono i nostri piedi ... e non solo. LI.FE. LIbertà e FElicità a cura di Timothy David Joshua da Costa Adesso che è arrivata l'estate proviamo a dedicare un pochino di tempo ai nostri piedi. Ecco qualche veloce esercizio: 1. Stare almeno un'ora al giorno senza scarpe/ciabatte; 2. In posizione eretta, mettere sotto la pianta una pallina e muovere il piede in avanti ed indietro per stimolare la muscolatura per 30 secondi, ripetere lo stesso esercizio con l'altro piede. Eseguire l'esercizio per tre volte su ogni lato, in questo modo si stimola e riattiva la muscolatura di tutto il piede, sarebbe bene ripetere l'esercizio ogni giorno. 3. Una volta la settimana stimoliamo la circolazione dei piedi prendendo una bacinella di acqua calda ed una di acqua fredda. Prima mettiamo i piedi nell'acqua calda per un minuto, poi un minuto nell'acqua fredda ed, infine, ancora una volta nell'acqua calda; 4. Una volta a settimana proviamo a stimolare i nervi dei piedi camminando su un terreno diverso concentrandoci ad avvertire le caratteristiche di tale terreno. Una volta può essere un prato, un'altra volta l'asfalto, una volta la sabbia, ecc. VIA LE SCARPE76 L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2019 SPAZIO BAMBINI Gaia LA TERRA dei primi tempi77 L'ECOFUTURO MAGAZINE settembre/ottobre 2019 GIOCA con Gaia a cura di Moreno Tomasetig Trova le 10 DIFFERENZENext >