< PreviousL'ECOFUTURO MAGAZINE maggio/giugno 2020 10 Siamo leader mondiali nella produzione di pannelli solari ultraleggeri ed ultrasottili in materiale plastico. I nostri pannelli fotovoltaici sono caratterizzati da alta efficienza e facilità di installazione. Ecco perché molti costruttori di camper e caravan , cantieri navali , costruttori di contenitori per i rifiuti , di apparecchiature per la sicurezza , di tensostrutture, architetti e progettisti scelgono di integrare i moduli PV Enecom direttamente in fase di design e progettazione delle loro realizzazioni. Ed ecco perché ENECOM INSIDE è diventato un marchio dstintivo di qualità e innovazione, Made in Italy ENECOM Srl - Via Siena , 16 59013 Montemurlo Italy - +39.334.1444084 info@enecompower.com www.enecompower.com L'altra normalità Serve una normalità fatta di persone che si assumono la responsabilità della propria vita e si attivano per cambiare in meglio «Dobbiamo tornare alla normalità». «Nulla sarà più come prima». «Non torneremo più alla normalità». «Non vedo l’ora di tornare alla normalità! Frasi così ci hanno accompagnato in modo ossessivo negli ultimi due mesi. Via via che il virus si diffondeva e ci rintanavamo nelle nostre case, televisioni, social, chat, i discorsi in famiglia erano costantemente monopolizzati dal bollettino dei deceduti e dal temuto o auspicato ritorno alla normalità. In realtà, mentre il mondo “umano” si fermava, la Terra tornava a respirare, le acque dei fiumi, dei mari e dei laghi si liberavano, i cieli si rischiaravano dalle nubi di smog, gli animali riconquistavano strade e campagne, monumenti e periferie. In Italia il 4 maggio è iniziata la cosiddetta fase due e immediatamente sono ricominciati anche inquinamento e decadenza. E allora viene da chiedersi: «vogliamo davvero tornare alla normalità?». Come sempre ci si divide in due fazioni: i malinconici, che aspettano con ansia aperitivi, discoteche, ristoranti ma anche semplici passeggiate al mare, cene con amici o altri eventi di socialità e i cinici che affermano che nulla tornerà come prima, la nostra vita cambierà per sempre (in peggio) e il distanziamento sociale sarà la prima regola da rispettare per mesi e anni. In pochi, però, sembrano domandarsi cosa sia davvero la normalità. Anche chi invita «a non tornare alla normalità perché la normalità era il problema» – riferendosi a distruzione degli ecosistemi e scempi vari commessi da noi umani – non sembra mettere in discussione il concetto in sé. Noi di ItaliacheCambia.org – dopo otto anni trascorsi sulla strada incontrando centinaia di storie di cambiamento concreto già in atto – riteniamo che il dibattito sia mal posto. Pensiamo che quella che molti sognano e altri temono, semplicemente sia solo una delle tante possibili normalità. Non vogliamo tornare a quella normalità, vogliamo continuare a proporne un’altra, una normalità che già esiste, fatta di persone che si assumono la responsabilità della propria vita e si attivano per cambiare in meglio le cose un po’ in tutti i settori. Sembra una mera provocazione intellettuale ma non è così. Uno dei modi in cui l'attuale sistema si auto-alimenta la sua distruzione è proprio l'accettazione quasi dogmatica di una serie di concetti che sono invece assolutamente relativi. Vediamone alcuni. • Per far ripartire l'economia deve ripartire la crescita dei consumi e l'aumento del Pil; • Ambiente e lavoro sono due necessità in contrasto tra loro. Purtroppo spesso bisogna sacrificare il primo (e la relativa salute degli umani di un certo territorio) in nome del secondo; • Non ci sono i soldi per realizzare i propri progetti o i propri sogni; • Siamo esseri competitivi e non sappiamo collaborare. In particolare noi italiani! Comunque in economia, la competizione vince sempre sulla cooperazione; • Bisogna scegliere se mettere al centro l'esigenza del singolo o quella delle comunità; • Se vogliamo un mondo più ecologico e meno inquinato dobbiamo tornare alle caverne! • La tecnologia è il male. E così via. Potrei continuare ancora. Assunti dati quasi per certi, incontestabili, sono in realtà assolutamente falsi. Purtroppo lo spazio a disposizione non mi permette di confutare questi punti, uno dopo l'altro. Posso garantirvi che dopo otto anni d’incessanti viaggi su e giù per l'Italia ho le prove. E sono tutte liberamente consultabili su Italiachecambia.org. Che facciamo, proviamo a cambiare o ci estinguiamo? ▲ ITALIA CHE CAMBIA A cura di Daniel Tarozzi* * Fondatore di Italia che Cambia, giornalista e scrittoreSUI SOCIAL DEL CONSORZIO ITALIANO BIOGAS PARLIAMO DI AGRICOLTURA, DI BIOENERGIA, DI MOBILITÀ GREEN, DI BIOFERTILIZZANTI, DI AZIENDE AGRICOLE VIRTUOSE, DI PRODOTTI AGRICOLI SOSTENIBILI. E DI BIOGASFATTOBENE® VIENI A DIRE LA TUA. A seguire i social del CIB, #cibeneficianotutti consorziobiogas.itF ar coincidere gli scenari collettivi con i destini individuali. È questa la sfida che si schiude in moltissimi fronti con l'apertura della Fase 2 della crisi dovuta al Covid-19 e che coinvolge anche il mondo dell'energia, rinnovabili comprese. Fino a gennaio 2019 la logica alla quale era sottoposta la transizione energetica alle energie rinnovabili, specialmente in Europa dove sono in fase d'avvio sia il nuovo pacchetto di direttive sia gli obiettivi climatici aggiornati, era quella della valorizzazione delle figure individuali (i prosumer), inseriti in un contesto collettivo, quello delle comunità energetiche. Contesto in generale marginale, come lo sono realtà di questo tipo in Europa visto che oggi, anche nei Paesi dove sono consentite - tutti eccetto Italia e Spagna - riguardano circa un milione di cittadini. Il tutto, nelle direttive, supportato dagli aggregatori che dovrebbero permettere ai piccoli soggetti di essere presenti sul mercato dell'energia. Individui, rinnovabili e mercato sono i punti cardine delle nuove direttive che, anche con questo limite, rappresentano una piccola grande rivoluzione per un ambiente pachidermico come quello energetico. Il Covid-19 ha fatto fare un salto su tutte le logiche preesistenti. Mercato e individui hanno mostrato tutti i loro limiti. Il mercato è letteralmente evaporato e anche il più furioso fan del libero mercato come il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, si è dovuto piegare all'intervento dello Stato sotto forma d'incentivi, come nel caso dei 50 miliardi di dollari dati a sostegno dell'aviazione civile a stelle e strisce, mentre le borse europee e statunitensi vanno a gonfie vele grazie alla stampa senza sosta di banconote che stanno facendo sia la Federal Reserve sia la Bce ispirandosi alla serie Tv "La casa di carta". E dallo stallo dell'individualismo e del mercato il mondo delle rinnovabili ha tutto da guadagnare. Il mondo dell'energia può aumentare il "tasso di condivisione" in maniera esponenziale rispetto a ciò che è previsto dalle direttive, molto più di altri settori. In primo luogo le reti, elettricità e gas, sono già esistenti, capillari e il loro alto tasso d'informatizzazione - specialmente in Italia - le rende adatte alla condivisione energetica. Ciò che manca adesso è una serie di pratiche a costo zero per lo Stato. La prima è una vera sburocratizzazione che elimini lacci e laccioli per i cittadini e che soprattutto non li identifichi in nemici in odore d'evasione fiscale. La seconda è la creazione di un sistema di blockchain pubblico che garantisca le transazioni energetiche aumentando la fiducia nelle stesse, mentre la terza è la liberalizzazione della creazione di monete complementari a uso delle energie rinnovabili il cui utilizzo sia possibile solo per la sostenibilità, affinchè il valore creato dalle rinnovabili, meglio se condivise, rimanga nell'ambito, non solo etico, ma anche monetario, dell'economia circolare. E ci sarebbe anche la sfera degli incentivi che viste le massicce iniezioni di liquidità possono essere considerati per lo Stato anch'essi a costo zero. In Italia, con l'ecobonus del 110%, si sta facendo - forse - qualcosa di buono e per ora unico al mondo. Perché non pensare di estendere questo incentivo a qualsiasi cosa limiti le emissioni climalteranti, con un'attenzione aggiuntiva sulle azioni di adattamento ai cambiamenti climatici? Sir Nicholas Stern, nell'aggiornamento del suo volume del 2006 "Un piano per salvare il Pianeta", ha calcolato che ogni punto di Pil investito sul clima oggi ne salvaguarda cinque in futuro. La crisi Covid-19 oggi comporterà una diminuzione del Pil del 3%. Usare le strategie della crisi virale per affrontare quella climatica potrebbe essere un'ottima cosa. * giornalista scientifico, caporedattore L’Ecofuturo Magazine Energia collettiva L'input comune sull'energia delle direttive europee deve essere rafforzato usando come modello la risposta al Covid-19 ENERGIA A cura di Sergio Ferraris* Foto di Solarimo da Pixabay 13 L'ECOFUTURO MAGAZINE maggio/giugno 202015 L'ECOFUTURO MAGAZINE maggio/giugno 2020 AUTOPRODUZIONE A cura di Lucia Cuffaro* Bevande salutari senza zucchero Dissetanti, gustose, nutrienti. Ecco le alternative “fai da te” alle classiche bibite Z uccheri raffinati, aromatiz- zanti, edulcoranti, conser- vanti, e tante sostanze artifi- ciali: ecco la ricetta (im)per- fetta delle bevande commerciali, no- nostante sia oramai chiara una correla- zione tra grande consumo di bibite e aumento di obesità, diabete e malattie metaboliche. In questo elenco il primo ingrediente è sicuramente il più dibattuto. Lo zuc- chero crea infatti una dipendenza nove volte maggiore della cocaina, con pre- senza di vere e proprie crisi d’astinen- za. Nello specifico sia gli zuccheri che la droga sono infatti in grado di altera- re l’umore e di dare una finta euforia, con tanto di desiderio compulsivo e as- suefazione. Questo è ciò che è emerso dallo studio di James Di Nicolantonio della St. Luke’s Mid America Heart In- stitute, pubblicato dal «British Journal of Sports Medicine». Anche per que- sto motivo l’American Hearth Asso- ciation, raccomanda di evitare comple- tamente l'uso di zuccheri raffinati ai bambini sotto i 2 anni e di non supera- re il limite di 25 grammi al giorno tra i 2 e i 18 anni. Solo poco più possono permettersi gli adulti. Quanti zuccheri ci sono ad esempio in un brik di succo di frutta, il classico con cannuccia in plastica che è spesso negli zainetti degli scolari? Addirittu- ra 4 cucchiaini. E in una bevanda in lattina da 330 ml? Ben 40 g. Fortunatamente il Governo ha preso una posizione, dopo le pressioni delle associazioni dei consumatori e le di- chiarazioni dell’ex Ministro dell'Istru- zione Lorenzo Fioramonti che ha au- spicato una tassazione "di scopo" su bi- bite zuccherate. Nell’ultima Legge di Bilancio è stata approvata una “Sugar tax” per le bevande zuccherate, in linea con i provvedimenti di molti Paese eu- ropei come Francia e Inghilterra. Sarà pari a 10 centesimo per litro sulle bibi- te analcoliche zuccherate e attiva dal 1° ottobre 2020. E nel frattempo cosa dovrebbero bere adulti e bambini? Ecco alcune ricette semplici e diver- tenti, per autoprodurre da bere natura- le e soprattutto salutare. Smoothie: succo naturale Ingredienti e materiali 2 barbabietole rosse bio 2 carote bio 1 limone spremuto bio centrifuga Lo Smoothie è un succo naturale che permette il rapido assorbimento delle proprietà nutrizionali di frutta e verdura, cui aggiungere a piacere spezie e radici. In un estrattore (o in mancanza di esso in un frullatore), si inseriscono tutti gli ortaggi biologici, precedentemente la- vati e tagliati a pezzi: 2 barbabietole rosse, 2 carote pelate e il succo di un li- mone, digestivo e ricco di vitamina C. Questo succo tonico, in grado di rin- forzare e depurare l’organismo, si de- gusta al momento, per evitare che le preziose vitamine contenute nei frutti e nelle verdure possano ossidarsi con l’aria. Acqua aromatizzata Ingredienti e materiali 1 l di acqua 6 fettine di limone bio 6 fettine di cetriolo bio 8 foglie di menta caraffa barattoli di vetro All’interno di una caraffa con 1 litro di acqua, si immergono 6 fette di cetriolo, ricco di potassio e alleato nella lotta al- la ritenzione idrica, 6 fette di limone, dissetante e ricco di vitamina C e 8 fo- glioline di menta fresca, per l’aroma gradevole e fresco. Prima di bere si la- scia in infusione per almeno 4/5 ore e si conserva fino a 36 ore in frigorifero. Per dare un tocco più chic volendo possono essere aggiunti dei fiori com- mestibili come tarassaco, sambuco, ro- sa, margherita, viola, camomilla o ca- lendula. Come vuole la moda del momento si serve infine in barattoli di vetro, per un pranzo o un aperitivo natural & cool! * scrittrice e conduttrice tv, Presidente Movimento per la Decrescita Felicewww.isolare.it APPROFITTA DELL’ ECO BONUS Risparmia fino al 50% sulla spesa per il riscaldamento/raffreddamento STARE BENE COSTA POCO, CON ISOLARE ® A partire dal primo giorno, per sempre. La coibentazione della vostra casa con la fibra di cellulosa ti permette di risparmiare fino al 50% sulle spese di riscaldamento. Isolare con la fibra di cellulosa è semplice e veloce: basta un giorno per un risultato definitivo, senza sporcare o metterti la casa sottosopra. Per qualsiasi informazione non esitate a chiamarci direttamente +3° D’INVERNO -3° D’ESTATE Non ci credi? Prova a calcolare quanto puoi riparmiare con il programma gratuito che trovi su www.isolare.it . Isolamento del sottotetto e pareti con fibra di cellulosa IL CAPPOTTO INVISIBILE!C osi com’è inutile piantare i pomodori a dicembre, se non ci riappropriamo della capacità di ascoltare il ciclo vitale del Pianeta, perderemo. Quando qualcuno ricorda che siamo ospiti in questo Universo lo crediamo sognato- re, mentre gli scienziati che lo ripeto- no da anni sono dei menagrami con obiettivo sul Nobel. Poi arriva il virus e diamo la colpa al popolo cinese di mangiare animali da compagnia e sel- vatici senza prima verificarne lo stato fisico. Dicono che è una tradizione millenaria condita di superstizione, ma mille anni fa non c’era l’avvelena- mento dell’aria e delle acque di oggi. E oltretutto c’erano tre miliardi di vac- che e maiali da carne in meno e sette miliardi in meno di umani sovrappeso da sfamare. La moderna bioeconomia rimette al centro della ricerca tecnologica e scientifica il ciclo vitale di un prodot- to, che ora si chiama “circolare” ma lo è sempre stato, come lo è il Pianeta Terra che qualcuno vuole piatto ma qualcun altro -più pericoloso- imma- gina infinito; i guru della finanza misu- rano il valore economico dello stesso in bite e idee per accumulare ricchezza che non esiste, né come massa mone- taria né come beni economici su cui si fonda; valore aggiunto - dicono - che però illude i politici nei loro processi decisionali. «La bioeconomia non è sicuramente una scienza semplice - scrive in una nota il prof. Luigi Campanella ex pre- sidente della Società Chimica Italiana e professore a La Sapienza di Roma - si appoggia alle scienze economi- che, alle scienze sociali, al diritto, ma ovviamente anche e soprattutto alla biologia, alla fisica e soprattutto alla chimica». La Chimica Verde per esem- pio, aspetto centrale della bioecono- mia applicata alla agroindustria - dal campo al valorizzazione dei rifiuti ali- mentari - favorisce l'obiettivo di una bioeconomia circolare con la valoriz- zazione di biomasse per avere nuove plastiche, solventi, additivi sostenibili. «Nella ri-progettazione dei prodotti - sostiene il prof. Campanella - vanno esaminate non soltanto le funzionalità e le caratteristiche necessarie per l’uso, ma anche le proprietà che potrebbero rendere più difficile e antieconomico il riciclo di manufatti». E prosegue: «Il primo, problema centrale di chi vuole lavorare su materia organica rinno- vabile, è sicuramente quello di saper analizzare cosa si può valorizzare per l'ottenimento di nuovi materiali pri- ma di trasformare il residuo a scopi energetici. Una corretta economia e politica dovrebbero considerare la comprensione delle problematiche esistenti, il dialogo e la capacità di ren- dere partecipi e attive le cittadinanze coinvolte». Slogan della bioeconomia è “Dalla Terra alla Terra” e il valore di un prodotto si dovrebbe esprime con l’analisi Lca (Life Cycle Assessment). Di questo si parlerà in questa rubrica che inauguriamo da questo numero di L’EcoFuturo magazine. ▲ * Vicepresidente Ass. Chimica Verde Bionet, R&D manager Green Evolution Bioeconomia: circolarità di valore Oggi abbiamo bisogno di tornare a conoscere e capire i cicli della Natura BIOECONOMIA a cura di Marco Benedetti * 17 L'ECOFUTURO MAGAZINE maggio/giugno 2020Ecologia coraggiosa Elly Schlein sta cambiando il panorama dell'ecologia politica italiana. Lo ha raccontato a EcoFuturo PERSONAGGI / di Michele Dottini: decarbonizzazione entro il 2050 e 100% di rinnovabili entro il 2035. L'ispirazione durante la campagna era la Nuova Zelanda, che ha Pil e popo- lazione praticamente identici a quelli dell'Emilia Romagna dove hanno già avviato un piano ambizioso di misu- re e di target vincolanti. Si tratterà di accelerare le politiche di conversione ecologica verso la piena sostenibilità sia dal profilo ambientale sia econo- mico e sociale e di individuare delle soluzioni nuove. Il Patto per il Clima non l'abbiamo dimenticato. Natural- mente appena insediati siamo stati travolti dalla gestione di un'emergen- za drammatica, ma ora che ci sarà da immaginare il futuro, proseguiremo nell'impegno del Patto per il Clima che marcia insieme al Patto per il La- voro già siglato nel 2015». Come intendete affrontare il pro- blema delle autorizzazioni per le energie rinnovabili? «Sarà necessaria un’interlocuzione costante con il governo; mi ha fat- to piacere, essendo tra le poche che qualche anno fa parlava di Green New Deal, vedere che è entrato nel programma. È necessario un for- te coordinamento di tutti i livelli di governo: quello europeo, quello na- zionale e quello regionale e locale per facilitare il passaggio indispensabile alle energie rinnovabili. Si rende an- cora più essenziale se pensiamo al ruolo che le fonti fossili hanno avuto nel determinare questa emergenza climatica, quindi dobbiamo accelera- re in questa direzione». Il mondo dell'agricoltura potrebbe dare un grande contributo attra- verso lo sviluppo delle agro-ener- gie, fotovoltaico e biogas. Come si può evitare la sindrome di Nimby? «Il Patto per il Clima vuole riunire tutte le parti sociali per capire cosa fare per raggiungere gli ambiziosi obiettivi fissati dall'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e dall’Accor- do di Parigi in modo che i target si traducano in azioni conrete. Natu- ralmente anche con le istituzioni e gli enti locali. In prospettiva, per ciascuno è più facile capire qual è il sacrificio da sostenere e quale sarà la ricaduta positiva, di investimenti, di futuro occupazionale nel complesso. Dopo una crisi come questa, nella sua trasversalità, dobbiamo riscopri- re il valore della cooperazione e della solidarietà». L'efficienza energetica sarà indi- spensabile sia per il clima sia per il portafogli dei cittadini. Molti non avranno fondi da investire. Come intendete affrontare il problema nella Regione? «Nell’ambito del Patto per il Clima, avevamo cominciato a ragionare sull'efficienza energetica degli edifici pubblici e privati. Per una parte ri- guarderà tutto il tema dell'edilizia po- polare. Se guardiamo i dati economi- ci e le proiezioni rispetto è chiaro che ci sarà il rischio di sentirsi dire che dovremo aspettare, invece è proprio su questo che dovremo puntare, aiu- tati dal fatto che qualche passo si sta facendo a livello europeo. Quando si C ome ti sei avvicinata alla politica e all'ecologia? «Mio nonno faceva poli- tica, mia mamma la segue con passione, io ho iniziato a livello universitario con l’attivismo, col vo- lontariato nelle campagne di Obama e ne ho fatto tesoro in Italia e da lì l'impegno politico mi ha portato in prima linea. Sui temi ecologici ho avuto la fortuna di collaborare con persone di straordinaria competenza e sensibilità come Annalisa Corrado, Gianni Silvestrini e altri, come Fabio Roggiolani». Perché per le regionali hai pensato di creare una nuova lista anziché presentarti come ecologista con una forza politica già esistente? «Coraggiosa nasce come forza che cer- ca nella società le competenze mi- gliori sulle battaglie per la giustizia sociale e ambientale; siamo convinti che le due dimensioni siano inscindi- bili tra di loro e che anche nell'azio- ne politica si debbano tradurre nella capacità di tenere insieme sensibilità diverse per rappresentare un nuovo modello di società». Le attività legate all'ecologia, alle rinnovabili, all’economia circolare possono aiutarci a ripartire dopo la crisi del Coronavirus? Qual è il ruolo della Regione in questo quadro «Ogni riflessione sulla fase di rico- struzione necessaria non potrà pre- scindere dal tema ambientale. Coglia- mo l'occasione di questa ripartenza per tenere insieme le questioni della lotta alle diseguaglianze, del lavoro dignitoso e della transizione ecolo- gica necessaria. Dovremmo superare quella falsa contrapposizione tra il diritto al lavoro, il diritto alla salu- te, il diritto di vivere in un ambiente sano. Non torniamo alla normalità, puntiamo sulla qualità della vita e del Pianeta. Sul ruolo della Regione, du- rante la campagna elettorale un pun- to cardine delle nostre battaglie era la proposta di un patto per il clima con obiettivi ambiziosi, che abbiamo condiviso con il presidente Bonacci- 19 L'ECOFUTURO MAGAZINE maggio/giugno 2020Next >