< PreviousSUI SOCIAL DEL CONSORZIO ITALIANO BIOGAS PARLIAMO DI AGRICOLTURA, DI BIOENERGIA, DI MOBILITÀ GREEN, DI BIOFERTILIZZANTI, DI AZIENDE AGRICOLE VIRTUOSE, DI PRODOTTI AGRICOLI SOSTENIBILI. E DI BIOGASFATTOBENE® VIENI A DIRE LA TUA. A seguire i social del CIB, #cibeneficianotutti consorziobiogas.itIl cambiamento clandestino Flaviano Bianchini fonda nel 2012 Source International un'organizzazione che raccoglie dati contro lo sfruttamento di multinazionali minerarie e aiuta le comunità a vincere le loro battaglie O ggi voglio raccontarvi la storia di Flaviano Bianchini, un uomo che ha innestato cambiamenti profondi in diverse parti del globo. Tutto ha inizio nel 2005 quando Flaviano incontra un'attivista guatemalteca che si occupa di diritti indigeni legati al territorio, allo sfruttamento delle risorse e che si batte contro una impresa mineraria. La sua presentazione alle conferenze era emotivamente molto forte, ma le mancavano i dati, i numeri. L'idea fu immediata: Flaviano decise di partire per il Guatemala con un biglietto di sola andata per raccogliere dati scientifici a supporto della ricerca in questione. Ci vollero due anni, ma ci riuscì: “Costruimmo il primo caso nel 2007 – ci spiega Flaviano – e questo fu il primo esempio di crimine ambientale portato alla corte americana dei diritti umani, che poi quattro anni dopo nel 2011 'convinse' lo stato del Guatemala a obbligare la compagnia mineraria a cambiare sistema estrattivo”. Fu solo l'inizio. In seguito fu la volta di analisi dell’acqua, del suolo e del sangue in Honduras ed El Salvador. Dopo alcuni anni e molti progetti, nel 2012 Flaviano viene nominato “Ashoka Fellow” e con il sostegno di questa organizzazione fonda l’associazione Source International, che da allora porta avanti questo genere di attività in modo più costante e strutturato, occupandosi di difendere le popolazioni che soffrono dello sfruttamento delle risorse: “la comunità indigena nel mezzo dell’Amazzonia che si trova invasa dalla grande compagnia di turno ci chiama, noi raccogliamo i dati ma insegniamo anche alla popolazione a raccogliere i dati e monitorare la situazione - una sorta di cittadinanza attiva - e poi portiamo la cosa sul piano legale. Oggi abbiamo in corso molte cause con diverse compagnie, minerarie ma non solo. Ci occupiamo di tutto ciò che è sfruttamento delle risorse”. Oggi Source International ha sede in Italia e ha alcuni dipendenti fissi e molti collaboratori. Al momento ci sono 39 progetti i corso. Tra questi solo uno è stato proposto “dall’alto”, dalle Nazioni Unite, tutti gli altri sono partiti da segnalazioni e passaparola. “Quando abbiamo iniziato – ci confida - mi sentivo Don Chisciotte... oggi posso dire che abbiamo ottenuto tantissimi risultati. L’Honduras ha dichiarato 13 articoli della legge mineraria anticostituzionali perché violavano il diritto alla salute grazie ai nostri studi, salvando così milioni di persone; in Messico abbiamo speso 25.000 euro ottenendo un risarcimento per la comunità di 50 milioni di dollari; abbiamo ottenuto che il secondo uomo più ricco del Messico arrivasse alla corte suprema di giustizia; in Perù grazie al nostro lavoro è stata dichiarata l’emergenza sanitaria e ambientale e la miniera ha deciso di chiudere e bonificare l’area; in Mongolia abbiamo ottenuto che venissero liberati i prigionieri di coscienza, arrestati per le proteste contro la miniera, perché abbiamo dimostrato che le loro proteste erano valide. E così via. Certo, per una che ne vinci cinque ne perdi, ma intanto qualcosa si è portato a casa”. La storia di Flaviano ancora una volta dimostra che abbiamo un potere enorme di cambiare le cose, persino di fronte a grandi multinazionali o a governi complici. La differenza tra chi si attiva e ottiene risultati e chi si limita a lamentarsi è tutta qui: si può aspettare che qualcuno cambi il mondo o ci si può attivare per farlo in prima persona. ▲ ITALIA CHE CAMBIA A cura di Daniel Tarozzi* 11 L'ECOFUTURO MAGAZINE gennaio/febbraio 2020* Fondatore di Italia che cambia, giornalista e scrittoreL'ECOFUTURO MAGAZINE gennaio/febbraio 2020 12 Siamo leader mondiali nella produzione di pannelli solari ultraleggeri ed ultrasottili in materiale plastico. I nostri pannelli fotovoltaici sono caratterizzati da alta efficienza e facilità di installazione. Ecco perché molti costruttori di camper e caravan , cantieri navali, costruttori di contenitori per i rifiuti, di apparecchiature per la sicurezza, di tensostrutture, architetti e progettisti scelgono di integrare i moduli PV Enecom direttamente in fase di design e progettazione delle loro realizzazioni. Ed ecco perché ENECOM INSIDE è diventato un marchio dstintivo di qualità e innovazione, Made in Italy ENECOM Srl - Via Siena , 16 59013 Montemurlo Italy - +39.334.1444084 info@enecompower.com www.enecompower.com P rosumer. Chi è costui? Sarà con ogni probabilità il protagonista della scena energetica dei prossimi anni, se non lo si soffocherà prima. Ossia il produttore/ consumatore di energie, ovviamente, rinnovabili. È una figura già presente da tempo in altri paesi come la Francia, la Germania e la Gran Bretagna e che ora, grazie alla Strategia energetica nazionale e alle nuove direttive europee, arriverà anche in Italia. Si tratta di una modalità di comportamento che è stata resa possibile dalla digitalizzazione della rete elettrica, campo nel quale l’Italia è all’avanguardia, che sfruttando sistemi intelligenti di contabilizzazione, le smart grid e in un prossimo futuro anche le blockchain, consente da un lato la possibilità all’utenza di essere protagonista bidirezionale della rete, dall’altro permette di bilanciare la produzione e i consumi anche con le rinnovabili e i piccoli soggetti, come le famiglie e le Pmi. E un grande ruolo lo giocherà l’accumulo che consente una flessibilità e un bilanciamento ancora maggiore della dialettica tra produzione e consumo. E su ciò c’è da registrare un ritardo dell’Italia. Il nostro paese, infatti, non ha mai varato un programma d’incentivi per l’accumulo da fotovoltaico domestico, come invece fa la Germania da alcuni anni, mettendo una seria ipoteca sia sulla manifattura degli accumulatori - nella quale avevamo fino a qualche anno fa una buona leadership - sia sullo sviluppo delle reti intelligenti. L’incentivo messo a punto dalla Germania è una piccola cosa, circa 200 milioni di euro l’anno, e non si capisce come mai un provvedimento analogo non sia mai stato preso in considerazione dal Governo italiano, al punto che due regioni, Lombardia e Veneto hanno provveduto autonomamente a incentivare l’accumulo domestico per le rinnovabili. Una riflessione da fare in questo quadro è quella relativa agli aspetti sociali andando oltre la produzione di reddito aggiuntivo attraverso la produzione energetica, o di risparmio grazie all’efficienza energetica indotta da questi sistemi. E come aspetti sociali si intendono, per esempio, quelli motivazionali, etici e la tensione tra libertà e vincolo. Si tratta di aspetti squisitamente antropologici e sociologici e che per questa loro caratteristica sono stati affrontati molto raramente nel mondo dell’energia. Per affrontarli è necessario prendere in prestito alcune dinamiche proprie di un altro tipo di prosumer: quello attivo sul web. In questo campo l’asimmetria informativa tra i media e gli utenti è molto diminuita, se non addirittura azzerata quando entrano in gioco “aggregatori informativi” come i social network. All’interno dei social network, infatti, trovano posto dinamiche di produzione, modifica e consumo dell’informazione, mentre negli aggregatori energetici ci sono produzione, accumulo e consumo d’energia ed entrambi i modelli possiedono dinamiche sociali simili. La presenza delle persone in queste dinamiche, per esempio, è legata al concetto d’autonomia sia energetica sia informativa, mentre quello che prima era solo un consumatore, oggi diventando un prosumer, assurge a un ruolo attivo. E che dire della convergenza d’interesse? Il prosumer informativo si aggrega a seconda di interessi specifici, come per esempio la mobilità o la cucina. Quello energetico trova il proprio punto d’aggregazione, per esempio, nelle questioni etiche e/o ambientali. O anche più semplicemente nel risparmio. Si tratta, come abbiamo detto, di aspetti comportamentali che sarà fondamentale affrontare nell’immediato futuro perché da queste analisi potrebbero dipendere le sorti di fenomeni quali le comunità energetiche, le rinnovabili sul territorio, per non parlare della lotta ai cambiamenti climatici. ▲ * giornalista scientifico, caporedattore L’Ecofuturo Magazine Prosumer al debutto Avanza una nuova figura. Parliamo del prosumer dell'energia, ossia il produttore/consumatore, di energie. Rinnovabili ENERGIA A cura di Sergio Ferraris* 13 L'ECOFUTURO MAGAZINE gennaio/febbraio 202015 L'ECOFUTURO MAGAZINE gennaio/febbraio 2020 Disinfettante mani fai da te: ricetta diffusa dall’OMS Igienizzare fai da te: missione possibile C orse all’acquisto degli igienizzanti mani, scaffali svuotati e prezzi alle stelle: tutti i media hanno documentato scene del genere in concomitanza con la diffusione delle informazioni sul Coronavirus. Per questo l’Organizzazione mondiale della Sanità ha diffuso subito una ricetta per autoprodurre il disinfettante mani ricordando però, che per una corretta igiene, è sufficiente lavarle con acqua e sapone, dedicando a questa operazione non meno di un minuto. Solo in assenza di acqua e sapone si può ricorrere ai cosiddetti igienizzanti per le mani a base alcolica, facendo attenzione a non abusarne. IGIENIZZANTE PER MANI FAI DA TE Ricetta dell’OMS Occorrente per un litro: • 833 ml di alcol etilico al 96% • 110 ml di acqua distillata • 42 ml di acqua ossigenata (o perossido di idrogeno) al 3% • 15 ml di glicerina (o glicerolo) al 98% * scrittrice e conduttrice tv, Presidente Movimento per la Decrescita Felice Q uesto disinfettante per mani prevede alcuni ingredienti che combinati assieme nelle giuste quantità sono efficaci contro i virus, che vengono velocemente eliminati. È importante avere recipienti adeguatamente puliti e disinfettati e lavorare velocemente per evitare che i prodotti evaporino. Nel contenitore si travasano 833 ml di alcol etilico (etanolo) al 96%, che si può acquistare nei negozi alimentari, e 42 ml di acqua ossigenata (3% di concentrazione), che ha il compito di inattivare le spore di eventuali batteri contaminanti e che si può reperire in farmacia. Si aggiungono poi 15 ml di glicerina al 98%, recuperabile in erboristeria o farmacia a pochi euro. Essendo molto viscosa è utile aiutarsi con una parte dell’acqua distillata bollente, per scioglierla e miscelarla meglio. È da tenere presente che il glicerolo ha una funzione umettante, e può essere sostituito con altri emollienti, come sottolinea lo stesso OMS.Si arriva a un litro complessivo di preparazione aggiungendo anche 110 ml di acqua distillata (sempre in farmacia), sostituibile con acqua bollita, filtrata e poi riportata a temperatura ambiente. Si deve agitare per bene il contenitore in modo che il composto sia omogeneo. Infine, si travasa immediatamente in contenitori più piccoli come flaconi dosatori ben puliti e sterilizzati. Sempre meglio etichettare indicando sia la data di preparazione e che ingredienti. Dopo 72 ore l’igienizzante può essere usato, in modo che le eventuali spore batteriche siano uccise dall’acqua ossigenata. Data la presenza dell’alcol è importante ogni tanto idratare le mani per evitare la secchezza. Basta qualche goccia di olio extravergine di oliva sulla pelle precedentemente inumidita. Dopo aver applicato o spruzzato la soluzione sulle mani asciutte, queste vanno strofinate per almeno 40 secondi o fino a che risulteranno asciutte. Alcune avvertenze sono da tenere in considerazione. Questa soluzione, potenzialmente infiammabile, non va ingerita, e per questo motivo deve essere conservata fuori dalla portata dei bambini e occorre evitare il contatto con gli occhi e le mucose. L’uso prolungato potrebbe favorire lo sviluppo di resistenze e un indebolimento della naturale protezione della pelle, aumentando il rischio di infezioni. È sempre meglio chiedere al proprio medico di fiducia un consiglio sull’utilizzo e sul dosaggio, soprattutto nel caso di bambini o di pelli delicate, e seguire le indicazioni del Ministero della Salute e dell'OMS in continuo aggiornamento sugli igienizzanti. ▲ AUTOPRODUZIONE A cura di Lucia Cuffaro*L'ECOFUTURO MAGAZINE gennaio/febbraio 2020 16 N on intendiamo qui ripe- tere le indicazioni che in questi giorni tutti i media stanno dando per preve- nire il coronavirus, ma piuttosto offrire alcuni spunti di riflessione su come l’e- cologia possa venirci incontro per tra- sformare questo periodo di fermo for- zato - che porterà con sé tanti problemi, per tutti- in un’occasione per cambiare alcuni aspetti della nostra vita, in modo da poter gestire e ammortizzare quegli stessi problemi. E trasformarne alcuni in vere e proprie opportunità. Una mano contro il coronavirus L’ecologia in tutte le sue declinazioni può aiutarci a superare questa difficile crisi SALUTE / a cura di Ecofuturo*17 L'ECOFUTURO MAGAZINE gennaio/febbraio 2020 Salute al primo posto L’inquinamento delle pianure e delle città è dovuto al traffico, alle attività economiche inquinanti e ai riscalda- menti. Il confronto con le foto dal sa- tellite dopo i provvedimenti di blocco dimostrano che è possibile vivere non inquinati. E qualcosa con questa crisi sta cambiando. Il position paper della Società Italiana di Medicina ambientale inizia ad affrontare quanto sostenuto da anni dal nostro coordinatore scien- tifico Prof Giuliano Gabbani ovvero che le poveri sottili fanno da carrier (trasporto) degli inquinanti, di batteri, muffe e probabilmente anche virus. Le aree commerciali in cui concentria- mo tutti, come locali pubblici, ospe- dali o sale attesa degli studi medici sono luoghi di diffusione e amplifica- zione dei virus influenzali che causa- no 8.000 morti anticipate ogni anno. Ma oggi esistono tecnologie – ne ave- vamo presentate molte con la nostra campagna “Spolveriamoci”- in grado non solo di salvarci la vita, ma anche di tenerci in salute. Innanzi tutto riconvertire il traffico, puntando sul car sharing elettrico, sui veicoli e sulle auto elettriche e sulla riconversione a dual fuel col metano di tutto il circolante, a metano/bio- metano o ibrido plug in (ricaricabile a spina). Per riscaldamento e raffresca- mento puntare su pompe di calore ge- otermiche o con sonde e impianti pun- tuali oppure reti di teleriscaldamento freddo, fotovoltaico con gli accumuli, cogenerazione ad alta efficienza con metano/biometano/idrogeno e anche sulla sostituzione delle stufe a pellet e legna con quelle a 4 stelle. Per le attività produttive è possibile puntare in ma- niera massiccia sull’efficienza energe- tica e sull’autoproduzione dell’energia da rinnovabili. Ripulire gli ambienti da CO 2 e polveri Le classi scolastiche o gli uffici pur non essendo “inquinati” costringono a sof- focare di CO 2 e a scambiarsi influen- ze o raffreddori solo perché non sono stati installati sistemi di Ventilazione Meccanica Controllata che scambiano l’aria in continuazione e la ionizzano rendendo la vita migliore per tutti. La misurazione di questi parametri è possibile con senso- ri complessi ma di semplice applica- zione e lettura, oltre che dal costo contenu- to. Ogni scuola potrebbe averne uno per tenere la situazione sempre sotto controllo. Ma se in un’aula scolastica il ri- schio è quello di assenze a raffica e preoccupazioni per genitori con per- dite economiche e di produttività, provate a pensare a uffici, call center, sale di attesa degli ospedali, o alle case di riposo per anziani. Non proponiamo sanificazione con ozono o chimica, che dopo essere fatta richiede l’arieggiamento dei locali, ma quelle in continuo che si possono ot- tenere con difese passive oppure con tecniche come l’abbattimento elettrico ad alta tensione ottenuto da apparecchi che in Cina nella fase del corona virus sono stati installati a centinaia mentre da noi sembrano ancora scatole magi- che. (https://bit.ly/2JsYPpP) Ci sono soluzioni ecotecnologiche che richiedono la svolta dei decisori men- tre altre richiedono scelte consapevoli dei singoli cittadini. La dimensione economica Scelte attente da un punto di vista eco- logico possono offrirci enormi rispar- mi nelle bollette di casa. L’installazione di un impianto fotovoltaico abbinato a una pompa di calore oppure un im- pianto geotermico a bassa entalpia sono scelte in grado di ridurre i costi non solo per il riscaldamento ma anche per il raffrescamento estivo. Se le conside- riamo sull’arco di 30 anni il risparmio è paragonabile a una vincita alla lotteria. E ci sono altre piccole scelte, molto economiche, che possono produrre importanti benefici. Pensate all’impor- tanza di aerare i locali in cui viviamo. L’ideale sarebbe avere pareti traspiran- ti, come per le case in legno o in paglia, per evitare muffe e le possibili malattie che comportano. In alternativa, spe- cie per chi ha pareti e infissi mol- to isolanti, è necessario cambiare l’aria di fre- quente, o con un piccolo impianto di circolazione forzata dell’aria oppure aprendo manualmente le finestre. Ma come farlo? C’è chi pensa: “Non apro le finestre per evitare che esca il calore”. Un’idea bislacca. Quanto risparmiato in ener- gia lo spenderemmo raddoppiato in farmaci. Molti però sbagliano nella modalità di areazione, lasciando tutto il tempo una finestra leggermente aper- ta. È meglio invece, dal punto di vista del risparmio energetico, aprire tutte le finestre e le porte per 5-10 minuti e poi richiuderle. Altre scelte interessanti possono es- sere l’introduzione di valvole termo- statiche, che possono portare a un risparmio fino a 350 euro/anno per un appartamento di 100mq riscalda- to a gas, oppure l’uso delle lampadine a LED che durano oltre 20 volte le lampadine tradizionali e ci permet- tono un risparmio di 15 euro/anno ciascuna. Fate il conto per i corpi il- luminanti della vostra abitazione. Lo stesso discorso vale per tutti gli elet- trodomestici di casa, per i quali è sag- gio preferire senza alcuna esitazione quelli nelle classi energetiche più alte, che si ripagano col loro uso. Altri risparmi importanti possono venire dall’uso della doccia al posto della vasca da bagno (anche di acqua non solo d’ener- gia), dallo spegnimento degli apparecchi elettronici lasciati in standby e dall’atten- zione a non esagerare col riscaldamento/ raffrescamento. Basti pensare che alzare la temperatura di 2° costa 150 euro all’anno. Comunicazione e lavoro: nuovi strumenti Già in tempi non sospetti con Eco- futuro abbiamo puntato sulla tra- smissione web del Festival, arrivando nell’ultima edizione a raggiungere L'ECOFUTURO MAGAZINE gennaio/febbraio 2020 18 complessivamente 300.000 persone in diretta streaming e a veicolare i conte- nuti registrati sulle varie piattaforme a 3 milioni di persone all’anno, che di- vengono 12 milioni a livello di ingressi nei due siti connessi - Ecquologia.com e Peopleforplanet.it - a un costo con- tatto molto inferiore a qualsiasi altro tipo di investimento in comunicazione perché facciamo risparmiare sui costi di carburante, logistica, trasferte. Du- rante il corona virus abbiamo prose- guito a produrre contenuti e confronti (https://bit.ly/2UrAgQL) - ospitando gratuitamente, con spirito di servizio, centinaia di relatori - unendo la diret- ta Facebook con la videoconferenza della piattaforma ZOOM, cosa che intendiamo riproporre anche durante il prossimo festival per favorire un’ampia partecipazione anche da casa. Più volte abbiamo suggerito che anche i summit climatici, così come i confronti scien- tifici, potrebbero svolgersi on line gra- zie a questi moderni sistemi elettronici che permettono di recuperare anche l’espressività dei volti. E con un rispar- mio economico che permetterebbe di democratizzare la partecipazione. Occupazione rinnovabile Ancora non sappiamo quali saran- no i risvolti, negativi, sull’occupazio- ne del Coronavirus, ma siamo certi che l’unica ricetta che ci porterà fuo- ri dalla crisi sarà un vero Green New Deal, concreto e non fatto di soli slo- gan, come abbiamo chiesto -come Econfuturo- con lo “Sblocca cantie- ri delle rinnovabili e dell’efficienza” (https://bit.ly/2vVRkVm). Il raggiungimento degli obiettivi eu- ropei (vincolanti) per le rinnovabili al 2030 sblocca 80 miliardi di euro d’inve- stimento ai quali devono essere messi in parallelo sia politiche industriali co- erenti per tenere il più possibile la ma- nifattura sostenibile in Italia, sia inve- stimenti nella ricerca. Il traguardo del 100% di rinnovabili al 2050, secondo una ricerca dell’Università di Stanford, produrrà in Italia 650 mila posti di la- voro full time e permanenti, mentre gli addetti alla generazione fossile che perderanno il lavoro saranno 164 mila. Saldo netto 486 mila nuovi posti di la- voro. Tutto ciò si tradurrà in un guada- gno annuale, per il paese, di 45,7 miliar- di di euro, ai quali deve essere sottratto il valore delle perdite di posti di lavoro nel settore fossile che è di 11,56 miliar- di di euro. Saldo netto 34,16 miliardi di euro: 2 punti abbondanti di Pil. E tutto ciò solo per l’energia. Avremo nuovi posti di lavoro anche per tutti i settori “investiti” dalla con- versione ecologica e da un efficienta- mento serio (https://bit.ly/3bKNtKj) della pubblica amministrazione. ▲ * Michele Dotti, Sergio Ferraris, Jacopo Fo, Fabio RoggiolaniF inalmente si apre, grazie a una direttiva europea, la possibilità anche in Italia di fare comunità energetiche Mettersi assieme per produrre energia rin- novabile. In altri paesi europei ciò è pos- sibile da decenni, ma in Italia era illegale. Ora non più, grazie a una nuova direttiva europea, e sta partendo un periodo di spe- rimentazione concreta, fino al recepimento della direttiva, che consentirà ai cittadini riuniti in comunità di autoprodurre e au- toconsumare energia pulita. Aiutando il clima e il portafogli. Abbiamo discusso di ciò con il Presidente della Commis- sione attività produttive, commercio e turismo, del Senato, Onorevole Gianni Girotto (M5S) che ha fortemente volu- to, assieme a uno dei protagonisti della direttiva a Bruxelles, Dario Tamburrano, già europarlamentare l’introduzione del- le comunità energetiche anche in Italia. Oggi stiamo partendo con una sperimentazione circa le comu- nità energetiche. Perché è neces- saria una sperimentazione e in cosa si traduce nel concreto? «Consideriamo l’autoconsumo collettivo una rivoluzione innovativa del sistema energetico del Paese capace di alimentare benefici ed opportunità che dobbiamo cogliere in fretta, in particolare in questo momento storico nel quale dobbiamo tenere iniziative di politica economica rivolte a fronteggiare la crisi creata dal covid-19. Abbiamo voluto anticipare al massimo il recepimento della direttiva europea che è in iter e arriverà a conclusione nel giro di un anno, forse qualcosa di più, per arrivare preparati a questo traguardo grazie ad informazioni tecniche e pratiche sulle modalità di funzionamento che verranno acquisite già in questa fase. Con il nuovo quadro norma- 19 L'ECOFUTURO MAGAZINE gennaio/febbraio 2020 PERSONAGGI / di Sergio FerrarisNext >