Don't panic CLIMA E CORONA VIRUS: LE SOLUZIONI POSSIBILI Anno 2 - Numero 1 www.ecofuturo.eu Bimestrale UN VIAGGIO NEL MONDO TRA PROGETTI VIRTUOSI, ECOTECNOLOGIE E SCELTE CONSAPEVOLI ENERGIA PROSUMER AL DEBUTTO ALIMENTAZIONE IL FORNELLO SOSTENIBILE CAMPAGNE GREEN NEW DEAL CONSAPEVOLI RINNOVABILI SCONTATE EDUCAZIONE AUTOCURA ENERGETICA NELLE SCUOLE LA RIVOLUZIONE DEL CROWDFUNDING ECOLOGIA: UNA MANO CONTRO IL CORONA VIRUSQUESTO NUMERO 7 EDITORIALE Emergenze e scelte: clima e corona virus di Michele Dotti 9 COMUNI VIRTUOSI Storia di un gigante col cuore da sindaco di Marco Boschini 11 ITALIA CHE CAMBIA Il cambiamento clandestino di Daniel Tarozzi 13 ENERGIA Prosumer al debutto di Sergio Ferraris 15 AUTOPRODUZIONE Igienizzare fai date: missione possibile di Lucia Cuffaro 16 SALUTE Dall’ecologia una mano contro il coronavirus di Sergio Ferraris 18 PERSONAGGI Futuro Comune. Intervista a Gianni Girotto e Dario Tamburrano di Sergio Ferraris 22 LA CORNICE Adattarsi al clima di Sergio Ferraris 30 AGRICOLTURA Organico è il suolo di Stefano Bozzetto e Lorella Rossi 28 ALIMENTAZIONE Sostenibile è il fornello di Fabio Buccolini 34 ABITARE Abitare pensando al clima di Giorgia Marino 38 MOBILITÀ Trasporti futuri: basse emissioni e condivisi di Rudi Bressa IN COPERTINA Don't Panic illustrazione di David - Gofy - De Angelis Numero 1-202041 SCENARI Gas indispensabile. Ma bio di Fabio Roggiolani 42 CAMPAGNE Un Green New Deal di Stefania Romano 45 L’AMBIENTE IN NUMERI Il clima dà i numeri di Sergio Ferraris 46 IL PUNTO La sfida climatica da vincere su più fronti di Gianni Silvestrini 47 TECNOLOGIE Ecomondo ecoinnova di Sauro Secci 50 PARLIAMONE CON Andrea Grigoletto. Ecologia e crowdfunding di Nicola Mazzucato 52 LA RIVOLUZIONE DELL'ORTO L’orto ha una ragione di Andrea Battiata 54 CONSAPEVOLI Rinnovabili scontate di Alessandro Giubilo 56 IL MONDO CHE CAMMINA Africa rinnovabile di Ivan Manzo 58 EDUCAZIONE Autocura energetica nelle scuole di Michele Dotti 60 GRAPHIC NOVEL Don’t panic di Jacopo Fo 62 VIAGGI L’Italia è bella dentro di Luca Martinelli 67 RUBRICHE Libri, Musica, Cinema di Giordano Sangiorgi, Sauro Secci, Stefano Visani e redazione 70 SPAZIO BAMBINI Gaia, la Terra. Uffa che afa! di Moreno Tomasetig 72 RUBRICHE EcoAppuntamenti, EcoNews, EcoAppVogliamo ringraziare di cuore tutti gli amici che condividendo i nostri valori e obiettivi stanno contribuendo, come me- dia partner, a diffondere –in pieno spirito collaborativo- questa rivista attraverso i loro canali di comunicazione: siti, so- cial, newsletter. La portata delle sfide ambientali che abbiamo dinanzi è tale che richiede il massimo della collabora- zione fra di noi, per cercare di raggiungere, informare e sensibilizzare il maggior numero di persone possibile. Se voleste contribuire anche voi a diffondere “L’Ecofuturo Magazine” attraverso un vostro canale di informa- zione, contattateci: redazione@ecofuturo.eu. Saremo lieti di accogliervi nella nostra “grande famiglia” di eco-innovatori che si impegnano ogni giorno per costruire un mondo migliore. La “grande famiglia” diL'ECOFUTURO MAGAZINE gennaio/febbraio 2020 7 Immaginiamo di essere su un’auto in corsa, lanciata a 100 km/h ver- so un muro, del quale ci siamo accorti tardi. Insieme a noi ci sono quat- tro passeggeri. Il pilota non si accorge del muro (oppure sta fingendo), tut- to preso a compiacersi per la sua auto e a mostrarne le prestazioni. Il passeggero al suo fianco è distratto dalla musica. Al nostro fianco, sul sedile po- steriore, c’è un passeggero che è in preda al panico per il rischio d’impatto che pro- pone di sterzare bruscamente, senza rendersi conto del rischio che ciò comporta. L’ultimo passeggero, sempre al nostro fianco, si è reso conto da tempo di quanto sta per accadere, «ve l’avevo detto che poteva esserci un muro in quel punto, ma non mi avete voluto ascoltare». È quindi consapevole del rischio, ma è rassegnato poiché convinto che sia tardi e anche se frenassimo finiremmo per andare a sbattere. La situazione non è delle più semplici, ammettiamolo. A noi tocca l’arduo compito di risvegliare l’attenzione del pilota invitandolo a togliere il piede dall’acceleratore, ancor prima che frenare e del passeggero al suo fianco. Al contempo dobbiamo spiegare al passeggero in preda al panico che se sterzassimo a quella velocità finiremmo per capot- tare e moriremmo tutti, prima di schiantarci contro il muro. E ci tocca anche invitare a riflettere il passeggero consapevole ma rassegnato, mostrandogli che frenare ha anco- ra un senso, nonostante l’inerzia del veicolo, sia perché sbattere a una velocità ridotta contro il muro è meno dannoso che a 100 km all’ora, sia perché frenando potremmo arrivare a un punto in cui è possibile cambiare direzione ed evitare l’impatto col muro. Questa è la situazione in cui ci troviamo rispetto all’emergenza climatica, per molti aspetti simile a quella in cui ci siamo appena trovati dovendo affrontare il coronavirus. Un’emergenza climatica che ormai mostra i suoi effetti devastanti in modo ancor più evidente di quanto ci si potesse aspettare, con lo scioglimento del permafrost in anticipo di 70 anni rispetto a tutte le previsioni, con Venezia (come Matera) che si allaga rovino- samente e l’Australia che brucia, con un milione di sfollati in Sudan per una alluvione devastante e molti altri segnali di allarme Come comportarsi, in questa situazione? Occorre una capacità di comunicare in modo complesso e articolato su più livelli. Dobbiamo richiamare con forza il pilota del veicolo (i decisori politici) alla realtà e alla responsabilità. Dobbiamo risvegliare chi dorme, distratto dal luccichio del consumismo e convinto che tutto possa continuare come oggi. Occorre invitare alla calma chi, preso dal panico, rischia di compiere gesti inconsulti e controprodu- centi. E infine riportare quanti sono ormai rassegnati al peggio all’idea che esiste la possibi- lità di salvarsi, se iniziamo da subito ad agire. Contenere l’aumento della temperatura entro limiti accettabili (non dico ottimali, per questo forse è davvero tardi) è possibile. Abbiamo le tecnologie per farlo e conosciamo le scelte da compiere a tutti i livelli. Ma questa consapevolezza è ancora patrimonio di un numero troppo ridotto di persone. La vera sfida è uscire dalla nicchia e raggiungere un vasto pubblico, attivandolo con- cretamente. Non solo a livello della protesta -pur essenziale e decisiva- nei confronti della politica, ma anche a livello delle scelte individuali e collettive che determineranno il nostro futuro e quello dei nostri figli e nipoti. In questo numero della nostra rivista cer- chiamo di farci carico di questa complessità, non banalizzando il tema attraverso facili slogan, ma presentando le possibili scelte -sui vari fronti- che possiamo compiere per rallentare, ma poi anche per cambiare direzione ed evitare l’impatto col muro. Teniamo le cinture ben allacciate e gli ben occhi aperti. Siamo ancora in viaggio. Emergenze e scelte: clima e coronavirus Questo periodico è aperto a quanti desi- derino collaborarvi ai sensi dell’art. 21 della Costituzione della Repubblica Ita- liana. Notizie, articoli, fotografie, compo- sizioni artistiche e materiali redazionali inviati al giornale, anche se non pubbli- cati, non vengono restituiti. www.ecofuturo.eu Direttore editoriale e responsabile: Michele Dotti Caporedattore: Sergio Ferraris Grafica e impaginazione: David Gofy De Angelis Edito da Econnection: La comunicazione che innova Società cooperativa Piazza Francesco Donnetti 18 00145 Roma info@econnection.it P.iva 12260851006 D.USC. 10-05-19 Registrazione al Tribunale di Ravenna: Num. R.G. 2265/2019 - Num. Reg. Stam- pa 1456 del 20/05/2019COMUNI VIRTUOSI A cura di Marco Boschini* 9 L'ECOFUTURO MAGAZINE gennaio/febbraio 2020 * Coordinatore Nazionale Associazione Comuni Virtuosi Storia di un gigante con il cuore da sindaco A Racale si racconta di un gigante che salvò il paese, ma oggi il vero gigante è la cooperazione tra i cittadini S i narra che durante una delle tante scorrerie dei Saraceni in terra puglie- se, gli abitanti di Racale inscenarono l’e- spulsione dal paese del loro gigante: il più forzuto, il più alto, il più astuto. L’uo- mo se ne stava seduto appena fuori le mura, con l’aria sconsolata. Al loro arri- vo i Saraceni lo avvicinarono per chie- dergli il motivo della sua cacciata. Il gi- gante srotolò una litania degna di un grande attore, facendo credere loro di es- sere il più piccolo e debole del suo popo- lo, immeritevole di restare in paese. All’udire queste parole i Saraceni fuggi- rono impauriti e i racalini vinsero la guerra senza nemmeno combatterla. Si narra che alla chiusura del cantiere del- la nuova scuola materna ed elementare di Racale, nel 2013, mancasse all’elenco del- le opere realizzate la tinteggiatura dei mu- ri esterni, per oltre 4.000 mq di superficie. Il sindaco del paese, eletto da un anno e poco più, prese pittura e pennello e iniziò a lavorare. Nel corso di un giorno decine di cittadini si rimboccarono le maniche, attirati dal passaparola. Tutti si fermava- no a dare una mano, in un gioco di squa- dra spontaneo. Racale, in fondo, è la città della follia, “do- ve si esplora l’altro, il diverso, l’ignoto”, come recita il manifesto dell’omonimo Festival diretto nel 2018 dal grande Ro- berto Vecchioni. Qui a governare è la po- litica che amiamo: bella, pulita, concreta, visionaria. Non è un caso che il sindaco Donato Metallo sia stato insignito un an- no fa del Premio intitolato alla memoria di Angelo Vassallo, sindaco pescatore di Pollica. Da quando governa la città di 10mila abitanti, Metallo ha saputo valo- rizzare la ricchezza più grande di questa terra: il patrimonio immateriale, fatto di storie e di persone. Da qui nasce una vitalità e una partecipa- zione a ogni evento, che rende Racale uno dei posti più attivi e attrattivi del Salento. Ci sono le buone pratiche, ed è il motivo che ha reso la città un comune virtuoso: la raccolta differenziata all’80%, la riqualifi- cazione energetica e la messa in sicurezza di tutte le scuole, la pubblica illuminazio- ne a basso consumo energetico, i km di piste ciclabili e le aree sottratte all’asfalto per far posto al verde di giardini ben cura- ti. Ma quello che rende questo posto uni- co sono le persone. Stefania Manzo è la dirigente scolastica dell’istituto compren- sivo, una forza della natura, con il fuoco negli occhi e la voglia di lottare per scava- re dentro i suoi ragazzi e insieme a loro costruire un’idea di società altra. Pietro Ferrarese è il sindaco del Consiglio Co- munale dei ragazzi, un giovanotto dolce e sempre attivo, consapevole del ruolo che sta svolgendo per conto dei suoi coetanei. Racale finanzia le nuove opere pubbliche e i servizi che prima sembravano pura utopia vincendo un bando dietro l’altro, grazie all’impegno di amministratori e di- pendenti che a volte fanno notte per as- semblare i progetti in tempo utile. A Racale c’è la bibliocabina per scambiare libri in prestito, e un parco pubblico at- trezzato per accogliere tutti, grazie a una consulta istituita per affrontare il tema delle abilità differenti. C’è la casa delle as- sociazioni, l’Agorà Follia, dove una danza tra anziani e bambini mischia il mazzo della contaminazione generazionale. Nel vecchio archivio comunale, a Palazzo Ip- polito, è nata la biblioteca comunale, che offre corsi di teatro, incontri pubblici, la- boratori. E un museo dell’emigrante per ri- cordarci chi siamo e da dove veniamo. Do- ve siamo andati, anche. Da Racale, ogni anno, parte il Treno della Memoria che ha già portato ad Auschwitz settanta ragazzi, perché chi ricorda pompa ossigeno a un futuro diverso. Oggi le mura non ci sono più e nemme- no i Saraceni pronti all’invasione. È ri- masto un gigante d’uomo con il cuore da sindaco, e lo sguardo folle di chi sa leg- gere le persone. E insieme a loro, sempli- cemente, cambiare tutto. ▲Next >